Giovanni Jochum, 100 giorni da podestà

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In occasione dei primi 100 giorni di mandato, Il Bernina ha intervistato il neo podestà di Poschiavo Giovanni Jochum.

 

La politica ha tempi lunghi, 100 giorni però possono bastare per avere una prima impressione sull’impegno al quale si sta dedicando…
Specialmente quando si è molto impegnati il tempo passa velocemente e 100 giorni sono effettivamente pochi; inoltre, se li confrontiamo con i tempi della politica, sono una briciola. Posso comunque dire che ho iniziato il mio lavoro con tanta voglia di fare e che ho trovato il sostegno sia dei colleghi in consiglio comunale che la piena collaborazione da parte degli impiegati dell’amministrazione comunale.
Abbiamo già potuto prendere in mano diverse “patate bollenti” trovando e proponendo soluzioni che magari non sono in modo assoluto le migliori, ma che ci portano avanti nella gestione dei quesiti da risolvere.

Il fatto di non aver mai fatto politica precedentemente si sta rivelando un vantaggio o uno svantaggio?
Essendo membro di un esecutivo, posso dire che non avere una grande esperienza politica non è uno svantaggio. Mi piace confrontare l’attività in seno all’esecutivo come quella della gestione di una ditta, ma tenendo conto delle particolarità e delle esigenze che ci sono da parte della mano pubblica. In sostanza, però, possiamo impegnarci per risolvere quesiti, dare risposte a domande aperte facendo gli interessi del comune. I temi che concernono i vari dipartimenti si riscontrano anche nel privato: temi riguardanti il personale, gli investimenti, le finanze, l’organizzazione, il lavoro concreto ai vari “prodotti”… in questo contesto non mi sento per nulla svantaggiato.
Per quanto riguarda invece il lavoro più politico, cerco di affrontarlo in modo pragmatico e trasparente.

Che clima ha trovato in seno al consiglio comunale?
Ho trovato un clima collaborativo. I colleghi con passata esperienza in seno al consiglio comunale mi hanno dato le necessarie informazioni in merito alle attività e ai processi formali. Dal mio punto di vista lavoriamo bene insieme e affrontiamo i temi con la dovuta criticità. Non mancano le discussioni, anche molto animate, che permettono di chiarirsi e trovare un denominatore comune per il lavoro del consiglio comunale e per prendere le decisioni del caso.

Quali sono i temi ai quali ha capito che bisogna dare priorità?
I temi principali e più urgenti sono già stati menzionati anche sui media.
Penso alla raccolta dei rifiuti: compito che era stato affidato alla regione, ma che come ben sappiamo è ritornato sul tavolo dei due comuni. Il consiglio comunale ha attribuito il lavoro tenendo conto del servizio e del suo costo. Una delle ditte offerenti ha inoltrato ricorso e ora dovremo attendere il responso del tribunale.
Abbiamo portato a termine le trattative e deciso in merito all’adeguamento delle concessioni con Repower e i relativi accordi. Questi documenti sono stati sottoposti alla Giunta e andranno in votazione il 19 maggio 2019. Un grande lavoro fatto che, se il popolo approverà, darà il via a importanti investimenti nella nostra valle.
Un altro tema importantissimo è legato alla pianificazione. Sappiamo che c’è assoluta urgenza nel trovare dei siti per la gestione del materiale inerte: estrazione, lavorazione, riciclaggio e deposito. Questo è un tema che stiamo elaborando con massima priorità sia a livello regionale che comunale. Le leggi superiori richiedono una soluzione unica per la regione, per tutta la valle. Parliamo per esempio dei siti di Abrüsù, Permunt, Li Geri, Camp Martin, Mota da Miralago. Ora si tratta di trovare una soluzione transitoria in primis per il deposito del materiale.
In parallelo seguiamo l’iter normale della pianificazione. Il comune di Poschiavo dovrà ridurre la superfice delle zone abitative, mentre le zone artigianali attuali non sembrano essere sufficienti alla richiesta. Ci sono inoltre i diversi problemi di pianificazione riguardanti il traffico, temi vicini all’attività turistica, paesaggistica, legati all’agricoltura, ai centri storici e altri ancora da includere nei lavori. Le linee guida concernenti la pianificazione sono state presentate alla giunta e ora si trovano presso gli enti cantonali per una prima presa di posizione. In seguito verranno rese pubbliche e serviranno al pianificatore per allestire la pianificazione di dettaglio. Rammento che la pianificazione dovrà contemplare tutto il territorio comunale.
Ci sono inoltre tanti altri temi che non possiamo dimenticare: edilizia, il rinnovo dell’infrastruttura comunale quale strade, canalizzazione, acquedotto, rete e impianti elettrici, edifici pubblici, lo sgombero dei nostri boschi dalle piante cadute l’autunno scorso ecc.

L’impiego al 50% è sufficiente per occuparsi di tutte queste tematiche e fare bene il Podestà?
Nei miei primi 100 giorni di attività ho investito molto più di un 50%. Questo è sicuramente dovuto al fatto che ho appena iniziato il mio lavoro e che molte pratiche sono aperte già da tempo; lo studio di quest’ultime esige uno sforzo addizionale. Ci sono inoltre le riunioni di coordinamento e diversi inviti a partecipare a varie assemblee e manifestazioni che richiedono molto tempo. All’interno del consiglio comunale ci suddividiamo i compiti: dove è richiesta la presenza di un rappresentante del consiglio si cerca di delegare al responsabile del dipartimento chiamato in causa.
Se si pensasse anche a un impiego al 70 o 80%, il podestà non rimarrebbe con le mani in mano.
L’organizzazione del consiglio comunale attualmente in vigore è una buona soluzione e richiede in impiego al 50% che è sensato. Come tutte le soluzioni ha i suoi vantaggi, ma anche i suoi svantaggi.

Se avesse una bacchetta magica, quale problema risolverebbe una volta per tutte?
Se si vuole “curare” la causa e non il sintomo, non è per niente facile rispondere a questa domanda. Si dovrebbe fare un discorso molto più ampio per identificare il ruolo dello Stato, quello dei cittadini e analizzare dove e come nascono i problemi. Come ben sappiamo le visioni dei vari gruppi politici in questo ambito divergono parecchio.
Parte dei problemi nascono dall’individualismo, dalla ricerca della massimizzazione del profitto e del vantaggio individuale, dalle leggi superiori e dalla burocrazia.
Pertanto, se avessi una bacchetta magica, non risolverei un problema specifico, ma punterei a trovare una soluzione inerente l’atteggiamento di ognuno di noi. Sarebbe molto più facile e immediato risolvere i problemi se ci fosse più compartecipazione, condivisione, disponibilità al compromesso e responsabilità individuale.


A cura di Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione