La Guerra: Immagine di un aereo.
Notizie dall’Archivio comunale di Poschiavo
Non é mia intenzione parlare di cose tristi e dolorose quali la guerra e i bombardamenti; no, si tratta di una mia curiosità di altri tempi che ora intendo pubblicare.
Quando ero un ragazzo mi raccontavano che a Brusio erano cadute delle bombe. Ora che non sono più un ragazzo ho voluto andare a verificare, ed ecco quanto ho trovato.
Durante gli anni 1943 – 1945 gli Alleati, ma soprattutto gli Americani e gli Inglesi bombardarono di proposito le regioni confinanti la Confederazione Elvetica, perché gli svizzeri rifornivano la Germania con i loro prodotti.
Non è invece vero che la Svizzera non conoscesse o volesse sottacere gli orrori commessi dai tedeschi. Ma si sentiva la fame anche in Svizzera (razionamento dei viveri). Del resto la stampa elvetica già allora aveva aspramente criticato gli eccidi dei tedeschi verso gli ebrei, specialmente si scrisse contro lo sterminio di quegli anni in Ungheria.
Gennaio 1945
- Velivoli sconosciuti gettano alcune bombe sul territorio di Brusio.
Luglio 1944
- Otto fortezze volanti americane atterrano sul territorio svizzero a Dübendorf e Altenrhein;
- Quattro altri apparecchi sono costretti ad atterrare; un “Boing” americano precipita presso Obersaxen;
- Un apparecchio americano precipita sul castello di Wyden (Zurigo), sede del presidente della Croce Rossa svizzera;
- Vengono costretti ad atterrare sette velivoli degli alleati.
Agosto 1944
- Un gran numero di velivoli americani da guerra sorvolano abusivamente il nostro territorio:
- Apparecchi tedeschi bombardano il villaggio di Morgins (Vallese);
- Due caccia tedeschi atterrano vicino a Berna.
Settembre 1944
- Due apparecchi da bombardamento germanici a Dübendorf;
- Due caccia americani abbattono un velivolo svizzero.
- Otto apparecchi americani mitragliano le stazioni ferroviarie di Moutier e Delèmont;
- Mitragliati pure i treni da Rafz e Weiach, molti feriti e danni ingenti;
- Accanito combattimento fra una squadriglia di caccia svizzera contro alcuni caccia americani;
- Un treno da Zurigo diretto a Basilea viene attaccato da apparecchi americani, molti danni e tanti feriti;
- L’aviazione alleata bombarda la flotta mercantile svizzera sul Basso Reno;
- Nel porto di Marsiglia cola a picco il vapore “Albula” con 800 tonnellate di olio;
- Ancora a Marsiglia il vapore svizzero “Generoso” urta una mina e cola a picco;
- Il Consiglio Federale proibisce qualunque esportazione di materiale bellico!
La lista dei bombardamenti sarebbe ancora lunga ma mi fermo qui. Mi ha stupito anche il dover leggere che in quegli anni la Svizzera pronunciò non poche condanne a morte e pene durissime contro i cosiddetti “traditori della Patria”.
Adesso ho capito anche la frase del cronista di allora che vi passo testualmente:
Rimane un mucchio di macerie, una fila interminabile di tombe, di vedove, di orfani. Attorno a queste macerie si affannano i superstiti e lavorano i vincitori a ricreare una nuova Europa, a ricostruire il mondo di domani. Opera ardua, ma pure strettamente necessaria per arrivare ad una pace duratura, tanto sognata. La Svizzera ancora una volta esce dalla guerra quasi incolume, dopo aver conservato anche attraverso i tempi più burrascosi la sua indipendenza integrale.
Redatto da Antonio Giuliani – Antonio.Giuliani@poschiavo.gr.ch