Poschiavini frontalieri in Valtellina
Libera circolazione dei lavoratori fra Svizzera e Unione Europea
Diventeranno infatti operative alcune novità , che fanno parte dei patti bilaterali, approvate dalla Comunità Europea (UE) e dalla Confederazione Svizzera (CH).
La CH s’impegna nei confronti dell’UE ad aprire le frontiere alla libera circolazione di persone e di merci.
Nei quindici ‘vecchi’ paesi dell’UE i lavoratori svizzeri saranno trattati allo stesso modo dei cittadini comunitari per quanto riguarda le disposizioni di entrata e di soggiorno, nonché per l’accesso al mercato del lavoro.
Fra pochi giorni un datore di lavoro dell’UE potrà assumere cittadini svizzeri senza alcuna procedura di permesso. Per i lavoratori svizzeri, soprattutto per quelli ben qualificati, si possono aprire interessanti prospettive di soggiorno nei paesi dell’UE.
Ma vediamo le novità per i cittadini europei. In Svizzera permane il contingente massimo per l’immigrazione di cittadini dell’UE fino al 2007. Da giugno scadranno alcune restrizioni:
- saranno abolite le priorità dei lavoratori indigeni rispetto ai cittadini dell’UE;
- sarà abolito il controllo sistematico di tutti i nuovi contratti relativamente alle condizioni di lavoro e di salario;
- per i soggiorni brevi fino a tre mesi, per l’attività dei fornitori di servizi con sede aziendale in un paese dell’UE, non sarà più necessario un permesso in Svizzera.
Per i nuovi paesi dell’UE l’accordo sulla libera circolazione delle persone entrerà in vigore solo nell’agosto del 2005.
Intanto emergono dei provvedimenti significativi anche sul fronte delle possibili peggioramento delle prestazioni sociali e salariali (dumping salariale e sociale). Secondo l’Ufficio
federale dell’immigrazione, affinché il mercato svizzero del lavoro sia equilibrato, è importante che le disposizioni siano uguali per tutti i dipendenti, a prescindere dalla loro origine e della loro occupazione.
Ora ci si chiede cosa potrà accadere in Valposchiavo e per i convalligiani che non trovano impiego adeguato in Valle. Varrà la pena guardare anche verso Sud e valutare possibilità d’impiego per esempio nella vicina Valtellina? Oppure valutare l’ampia offerta nel resto della Lombardia? Vogliamo sognare una Valposchiavo che sarà abitata anche da giovani lavoratori e lavoratrici che vivranno in Valle e che magari quotidianamente varcheranno la frontiera di Campocologno? Avremo anche noi in nostri frontalieri?
Lo vedremo e lo capiremo nei prossimi anni.
Redatto da Danilo Nussio – nussio@ecomunicare.ch