Tu ed io (o tu e Dio) in dialogo

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Tu ed io (o tu e Dio) in dialogo

Riflessione per il 2005

Tutto é bene ciò che finisce bene, ma ancor meglio é ciò che inizia bene, in quanto si é già  a metà  dell’opera. Così dicendo la postmissione ha innescato un meccanismo che sembra (siamo solo agli albori) girare molto bene e promette di portare con sè un nuovo modo di vedere e vivere la vita.

S. Antonio, 10-11 dicembre 2004. È necessario cambiare l’angolatura d’osservazione per cogliere tutti gli aspetti positivi che si celano in ognuno di noi, specialmente nella persona cui abbiamo detto sì e con cui abbiamo deciso di trascorrere la nostra esistenza, con i nostri momenti eccellenti e con quelli più impegnativi per riuscire a comprenderci fino in fondo. E non appena li abbiamo scovati esprimere direttamente le nostre volontà, sensazioni, desideri, bisogni a chi si ha promesso amore in tutte le circostanze. Esprimere significa dialogare.

Il dialogo può essere un discorso alternativo fra due o più persone o una recitazione a battute alterne di un testo. Ma il dialogo può essere – e nella coppia deve soprattutto essere questo – un incontro, un confronto che porti a una comprensione reciproca. Quanti scelgono la via facile? Quando la minima va storta ci lasciamo e il discorso è chiuso. Ma avete già tentato di parlare con il vostro partner? Quanto lo conoscete? Cosa sapete sul suo conto? Quante volte vi siete soffermati a dialogare tra di voi per conoscervi più a fondo?

Poche. Troppo poche. Perché il nostro individualismo ci porta a evitare di soffermarci su tematiche che possono risultare scottanti e provocarci delle ferite. Ferite che fanno male un momento, ma che ci fanno maturare e che portano alla soddisfazione vicendevole! E quando la causa non è l’individualismo si parla di orgoglio. Vi siete lasciati? Sì? Perché? Avete cercato le motivazioni che vi hanno spinto a questo passo? Se la risposta è positiva potete chiedervi se davvero siete andati in profondità nella discussione o se non si tratti del vostro orgoglio che vi acceca. Se rispondete di no è ora di rimboccarsi le maniche, mettere da parte l’orgoglio e “aprire il libro”. In modo civile, s’intende. Ma dialogate!!

A proposito: ricordate che il dialogo non è solo verbale, tutt’altro. Il linguaggio, la comunicazione che deve trovare sbocco in una coppia è sì verbale, ma pure gestuale e sessuale. L’amore per essere tale consta di cuore, di anima e di corpo. Per raggiungere tanto ci vuole passione – il corpo, l’amore fisico; impegno o volontà – l’anima, l’amore psichico; e ultimo, ma non tale per importanza, intimità – il cuore, l’amore spirituale. E quando dialogate metteteci la giusta dose di realismo con l’aggiunta della fantasia necessaria.

Dialogare vuol dire anche litigare e discutere animatamente. Per conseguire il decorso corretto di questa parte non si può tralasciare di ammettere le proprie colpe. Niente politica dello struzzo. Sappiate mettervi a nudo evitando le giustificazioni. Attuando un dialogo si possono rimarginare innumerevoli ferite, anche se la cicatrice tarderà a rimarginarsi completamente. L’importante è crederci sempre e non demordere mai. Al termine scoprirete la vera gioia del perdono. E quando si tratta di perdono si tratta nuovamente di eliminare l’orgoglio e creare lo spazio adeguato al dialogo.

È una catena: sganciarsi significa rassegnarsi, impegnarsi significa aiutarsi. Il dialogo è alla base del perdono che a sua volta rappresenta le fondamenta dell’unione (o della riunione) matrimoniale. Provare per credere!

Fate in modo che le vostre famiglie e gli altri, vedendovi, si sentano spinti a seguirvi. A imitare e seguire il vostro esempio d’amore, di gioia e di pace. Aiutiamoci reciprocamente attraverso l’amore l’uno per l’altro. Accorrete a conoscere i vostri poveri. Offrite loro la vostra collaborazione nel loro lavoro. Aiutateli a raggiungere un luogo raggiungibile a tutti, al quale possano accedere e sentirsi amati e desiderati quanti si sentono non amati e indesiderati.

Preghiamo perché la benedizione di Dio sia sempre su di noi, perché tutti giungiamo a conoscerci reciprocamente, ad amarci reciprocamente, a servirci gli uni degli altri. (Madre Teresa di Calcutta)

Da queste righe giunga a tutta la popolazione un augurio di un sereno periodo natalizio e di un Felice Anno Nuovo – nel dialogo – anche da parte dei frati di Assisi.

Redatto da Luca Crameri – Micheletti – luca.crameri@dedalo.ch