Le orme dell’orso [1]
Prima puntata
Il convalligiano Massimo Lardi ha scritto un racconto:
una storia vera, ambientata tra le nostre montagne, a cavallo degli anni ’50, protagonisti quattro valposchiavini che lì vi lavoravano alle dipendenze delle Forze Motrici Brusio.
La pubblichiamo volentieri a puntate, per dilettarvi, per invogliarvi a leggere e, perchè no, a ricordare, raccontare, scrivere le vostre storie, vissute, sentite, tramandate o inventate.
Ecco la prima puntata.
La Redazione
Prima puntata
Oggi le centrali di Cavaglia e di Palü sono controllate automaticamente da quella di Robbia, per cui funzionano anche senza la presenza di personale. Ma a quei tempi ci lavoravano numerosi impiegati e operai. Quelli addetti alla centrale di Cavaglia, che erano i più, abitavano con la famiglia nel villaggetto omonimo, dove c’era una scuola, un ristorante, un ufficio postale e la stazione ferroviaria con tanto di capostazione. I pochi uomini addetti alla centrale di Palü, invece, vivevano lassù a quota 1950, come eremiti, senza donne e senza bambini. Ci volevano nervi d’acciaio e una straordinaria forza d’animo per resistere in quelle condizioni, ma l’impiego sicuro rappresentava un’alternativa sempre preferibile a quella di fare le valigie e di andare a lavorare lontano. Facevano diligentemente i loro turni, che il sabato e la domenica duravano 12 ore.
Più che contro la fatica del lavoro, ognuno combatteva la sua epica lotta contro la noia e la solitudine del luogo. Tanto chi prestava il suo servizio in permanenza, come Rodolfo, Augusto, Aldo e Arturo, quanto chi ci lavorava saltuariamente come ad esempio Dell’Era, il più burlone di tutti. Lui si ingegnava a fabbricare strani e non del tutto innocui pezzi pirotecnici con polvere nera, spaventosi come colpi di mortaio. Ma la sua vera specialità era lo scherzo della scossa, che produceva con la dinamo a manovella di un vecchio telefono in contatto con la maniglia di una porta. Nei momenti più impensati, appena un ignaro collega toccava la maniglia per aprire, lui dava una giratina alla manovella e lo pizzicava con una scarica elettrica, poi se la dava a gambe, facendo chiasso e allegria. Con astuzia e pazienza, era riuscito a farla un po’ a tutti. Ma una volta lo spavento se lo prese lui, quando si trovò davanti, fuori dei gangheri, il principale in persona. Era arrivato inaspettatamente in visita, e il solito ‘collega ignaro’ gli aveva dato rispettosamente la precedenza.
Fu così che una bella sera di febbraio dopo le dieci Aldo, Rodolfo e Augusto si trovarono insieme nel cucinino. Augusto aveva appena finito il suo turno e aveva portato con sé un libro illustrato. Si misero a guardarlo e a commentarlo. Si fermarono ad ammirare un magnifico paesaggio innevato con una lunga sequenza di nitide orme di orso che si perdevano nell’infinito…
Fine prima puntata
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Le pagine sono state create dagli allievi di 4. sec
della scuola superiore di Poschiavo, Svizzera
Redatto da Massimo Lardi – lardimassimo@bluewin.ch