Valorizziamo meglio l’energia dei nostri boschi!

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Valorizziamo meglio l’energia dei nostri boschi!

Sebbene il Comune di Poschiavo disponga di una superficie forestale produttiva di oltre 4100 ettari con la possibilità  di cogliere oltre 9000 m3 di legname, la sua valorizzazione non é ottimale. Rallegrante é il fatto che attualmente si stanno mettendo in atto alcune iniziative volte alla rivalutazione del nostro legname ed al suo uso a scopo edilizio ed industriale (costruzioni in legno, impianti di riscaldamento a trucioli di legna). È auspicabile che questa nostra materia prima, disponibile in considerevoli quantità , possa essere opportunamente valorizzata. È quanto chiede anche l’Associazione Poschiavina Energia Solare (APES) in una sua recente lettera indirizzata all’esecutivo comunale, in cui si chiede di incentivare l’uso della legna quale fonte di energia alternativa e rinnovabile.

La richiesta è arrivata in considerazione del fatto che il Comune sta creando una Nuova legge forestale comunale, in discussione nella prossima Giunta, che dovrebbe sostituire il vecchio regolamento forestale del 1935, ormai vetusto. Il Consiglio comunale ha colto l’occasione al balzo per introdurre nella nuova legge la possibilità legale di sostenere con incentivi l’uso della legna quale fonte di energia alternativa e rinnovabile. Infatti, l’articolo 11 capoverso 2 della legge recita:
Il Comune promuove l’uso del legname indigeno e della legna quale fonte di energia nelle costruzioni pubbliche e private.
Nel relativo regolamento di competenza del Consiglio comunale si è specificato meglio il concetto all’articolo 10:
Il Comune di Poschiavo incentiva i privati e gli enti pubblici ad installare impianti di riscaldamento a legna o a trucioli. Una partecipazione finanziaria da parte del Comune, basata sulla potenza installata, viene decisa di volta in volta dal Consiglio comunale in base al preventivo approvato dalla Giunta comunale.

Spesso ci lamentiamo del fatto che le opportunità di lavoro nel nostro Comune scarseggiano e che i nostri giovani devono emigrare, ma contemporaneamente non ci accorgiamo che vi sono, proprio anche nella nostra regione, delle potenzialità che noi semplicemente ignoriamo e che di conseguenza non valorizziamo. In questo contesto rientra pienamente il tema legato allo sfruttamento energetico del legno. Un suo maggior utilizzo a fini energetici consentirebbe di liberare un notevole potenziale economico. Utilizzando olio di riscaldamento il 60-70% del denaro speso finisce all’estero. Grazie all’utilizzo del legno invece queste risorse rimangono al 100% nel nostro paese, in questo caso addirittura in loco. Gli impianti di riscaldamento a legna hanno perciò un effetto estremamente attivo sull’economia regionale, poiché essi richiedono meno beni e servizi da altre regioni o dall’estero rispetto al riscaldamento convenzionale a gasolio. Utilizzando legname regionale come fonte energetica si stimola una domanda a lungo termine di beni e servizi regionali, assicurando così posti di lavoro nella regione e creandone di nuovi.

Che cosa fare concretamente?

Qui si persegue lo scopo di fornire degli stimoli e di avviare la discussione su un tema importante che è quello dello sfruttamento di una materia prima e del relativo valore aggiunto ad esso connesso. Quali sono quindi le possibilità concrete? Innanzitutto il Comune, quale proprietario dei boschi, dovrebbe essere interessato a trovare a medio e a lungo termine degli sbocchi per il suo legname. Il suo interesse ad approfondire la problematica è perciò manifesto. Inoltre è anch’esso un forte consumatore di energia e qui ha una possibilità di intervento diretto. Se pensiamo agli edifici scolastici con relative palestre, alla piscina coperta o alla Casa Torre, riscaldati attualmente a gasolio o con energia elettrica, perché non prendere in considerazione in futuro un’eventuale riconversione? La tecnologia adeguata non manca: l’impianto di riscaldamento a legna installato presso l’Ospedale San Sisto è un esempio che andrebbe appunto riportato su altri edifici pubblici.

Vi è però anche un altro possibile campo di intervento: attualmente su tutto il territorio comunale vengono elaborati differenti piani di quartiere. Qui il Comune non ha una possibilità d’intervento diretto, anche perché ha tralasciato di creare le relative basi legali, ma ciononostante può cercare di sensibilizzare chi partecipa ai piani di quartiere a prevedere possibilmente delle stazioni di teleriscaldamento a legna centralizzate capaci di rifornire tutto il quartiere. A livello di costi d’investimento, di costi di gestione e d’emissioni una soluzione centralizzata sarebbe più razionale rispetto a singoli impianti.

Nessuna ipotesi va scartata…

Attualmente nel nostro Comune vi sono più di 400 riscaldamenti a gasolio. Calcolando che ognuno consumi in media circa 2500 litri di nafta all’anno, si ottiene che, con i prezzi attuali, ogni anno vengono spesi in energia circa mezzo milione di franchi senza creare praticamente nessun indotto locale. Vista la cifra non indifferente, in questo contesto andrebbe valutata seriamente la possibilità di incoraggiare la sostituzione graduale di tali impianti mediante un’offerta mirata di impianti di teleriscaldamento, specialmente nei punti di maggior concentrazione abitativa. Possibile che quanto è stato realizzato a Tirano, a Sondalo e sarà prossimamente d’attualità a Medesimo, non sia attuabile anche a Poschiavo?

E da ultimo, perché non valutare anche l’ipotesi di una centrale per la produzione di energia elettrica alimentata a legna? Ovviamente non sappiamo, se la quantità di legname disponibile potrebbe bastare per una soluzione redditizia, ma in ogni caso non è un’idea da scartare a priori. Visto che sul territorio abbiamo anche chi sa commerciare con l’energia verde, una tale ipotesi farebbe assolutamente senso. E qui va rilevato che il legno è una fonte energetica rinnovabile e neutrale rispetto all’ambiente: durante la fase di crescita l’albero immagazzina CO2 in forma di legami di carbonio all’interno del legno. Il CO2 liberato in seguito alla combustione o alla decomposizione dell’albero viene nuovamente legato dal bosco che cresce. Si tratta perciò di un ciclo chiuso, che non produce conseguenze per il clima, perché non aumenta l’effetto serra.
Mettiamoci perciò al lavoro! Ne vale la pena, poiché gli interessi in gioco sono molti.

Per il comitato di Insieme per Poschiavo

Redatto da Livio Mengotti – livio.mengotti@picas.ch