Il Comune di Poschiavo opta per l’energia rinnovabile

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Il Comune di Poschiavo opta per l’energia rinnovabile

Nella seduta del 19 settembre 2005, in vista della consultazione popolare riguardante la legge forestale, il Consiglio comunale di Poschiavo ha deciso di allestire un concetto per la preparazione e la fornitura del cippato sul nostro territorio. Il compito di preparare lo studio di fattibilità è stato affidato all’Ufficio forestale del Grigioni meridionale, nella persona dell’ing. Gilbert Berchier.

In questo terzo intervento Il Bernina dà voce appunto a Gilbert Berchier, coinvolto in prima persona nello studio dello sfruttamento della legna indigena quale combustibile. Secondo i suoi calcoli nei prossimi anni nella valle di Poschiavo con la legna in esubero si potrebbero riscaldare almeno 300 abitazioni.

Leggi le altre interviste sul tema:

  • La legna come combustibile, una valida alternativa – Claudio Caccia, segretario dell’AELSI
  • 1702 – Intervista a Gianni Zanoli, presidente dell’APES.

Ufficio forestale
Intervista a Gilbert Berchier

Si è parlato nelle scorse settimane dello sfruttamento dei nostri boschi quali fonti di energia per impianti di riscaldamento. Quali prospettive vede per la Valposchiavo?

La valle di Poschiavo è molto ricca di superficie boschiva: se ne contano quasi 2 ha pro capite. Dovrebbe essere naturale che l’uomo utilizzi la legna quale fonte di riscaldamento. Così era fino alla fine degli anni 50 del secolo scorso. Questa fonte naturale di energia, allora utilizzata sotto forma dei ben noti “lotti”, ha subito la forte concorrenza dell’olio da riscaldamento. Attualmente il consumo dei lotti è in forte diminuzione. Grazie allo sviluppo di tecnologie moderne e affidabili, penso in primo luogo ai riscaldamenti a trucioli o cippato, si è aperto un nuovo orizzonte pure per la valle di Poschiavo. Negli ultimi anni sono stati installati 4 riscaldamenti a trucioli, 2 in impianti pubblici quali l’ospedale San Sisto ed il magazzino comunale di Viale, e 2 piccoli impianti in case private. Dato che il riscaldamento a legna è ecologicamente neutro, vale a dire che la combustione non influisce sull’inquinamento atmosferico, è una fonte da sostenere. Ci si auspica che in futuro grossi impianti di riscaldamento a trucioli vengano messi in funzione soprattutto negli edifici pubblici, per esempio negli edifici scolastici o altro. 15 anni fa era stata lanciata l’idea di un riscaldamento centrale con una rete di distribuzione di acqua calda per l’ospedale San Sisto, le scuole di Santa Maria, il Monastero delle Suore agostiniane e in una seconda tappa con l’allacciamento alla piscina coperta e alla casa anziani nel Borgo. Con la realizzazione dell’impianto dell’ospedale San Sisto è stato raggiunto solo un obiettivo parziale. Con la tecnologia odierna, applicata per esempio nel teleriscaldamento di Tirano, sarebbe possibile allacciare gli edifici pubblici e le relative zone edificate circostanti, ma solo se le autorità comunali dimostrassero la volontà di pianificare tali impianti.
Il nostro bosco è in grado di sostenere un aumento considerevole di questi impianti in Valle senza pregiudicare l’integrità del nostro ecosistema?

Degli 8’000 ha di bosco che ricoprono la valle di Poschiavo si può considerare che ca. 6’000 ha sono sfruttabili per la raccolta di legname e legna. Calcolando con un accrescimento medio di 3 m3 /ha giungiamo ad una crescita minima di 18’000 m3 di legname in valle. Questa grandissima quantità di legname non viene attualmente sfruttata per motivi economici. È risaputo che la raccolta di legname non può più essere finanziata dalla vendita del prodotto raccolto. Dato che i boschi della valle di Poschiavo costituiscono in maggioranza dei boschi di protezione, la coltivazione viene sostenuta finanziariamente dal Cantone e dalla Confederazione. Grazie a questo finanziamento in futuro si potranno sfruttare ca. 12-15’000 m3 di legname in valle. Circa 1/5 del legname proveniente dalla cura dei boschi di protezione è da considerare legna, in quanto la scarsa qualità non permette una vendita quale legname d’opera. In futuro ci saranno dunque circa 3’000 m3 di legna da “smaltire”. Senza impianti di riscaldamento a trucioli capaci di sfruttare tale fonte di energia si dovrà esportare questa grande quantità di legna verso l’Italia, a dei prezzi irrisori (anzi, gli enti pubblici dovranno addirittura pagare per poterla smaltire). D’altronde sarebbe problematico abbandonare una tale quantità di legna nel bosco (una parte viene già lasciata sul posto in quanto troppo marcia per qualsiasi utilizzo). Nel prossimo futuro, dunque, sarebbero disponibili queste quantità di legna da trasformare in cippato per gli impianti descritti sopra. Per illustrare meglio il potenziale in questione, basterebbe dire che si potrebbero riscaldare oltre 300 case monofamiliari con la legna a disposizione, ammesso che tali case abbiano installato un mini-impianto di riscaldamento a trucioli. Economicamente è tuttavia più sensato concentrare questo potenziale su impianti che possono sfruttare meglio questa grande quantità di energia.

Cosa sta facendo l’Ufficio forestale per favorire lo sfruttamento del bosco a scopi energetici?

L’Ufficio forestale cantonale s’impegna nella propaganda per l’impiego del legno quale fonte di energia. Questa attività si riassume in campagne informative e in contatti diretti con possibili committenti, principalmente pubblici. Già abbiamo accennato al progetto lanciato per il teleriscaldamento in zona San Sisto (ospedale, scuole Santa Maria, convento, piscina coperta e casa anziani). Purtroppo, non essendo committente lui stesso, l’Ufficio forestale non ha nessun potere decisionale e la nostra attività si basa su opere di convinzione. In passato, questo compito era assai arduo, in quanto vigeva un certo scetticismo nei confronti degli impianti di riscaldamento a trucioli di legna. Oggigiorno il buon funzionamento degli impianti già installati in valle e la possibilità di visitare un impianto di grosse dimensioni a Tirano hanno reso l’ente pubblico più sensibile e disposto a valutare nuove soluzioni in campo energetico con i prodotti propri provenienti dal bosco. Infatti il Comune di Poschiavo, in modo esemplare, ha integrato nella bozza della legge forestale comunale che andrà in votazione prossimamente, la possibilità di sostenere finanziariamente l’utilizzo della legna quale fonte di energia. Il nostro ufficio è disposto ad aiutare l’ente pubblico ad elaborare il concetto per lo sfruttamento del legname, trasporto e produzione dei trucioli e rete di fornitura a privati ed ente pubblico (eventuale costruzione di un deposito per trucioli).

Il Canton Ticino ha promosso in maniera decisa negli ultimi anni lo sfruttamento della legna quale fonte energetica, si può affermare la stessa cosa per il nostro Cantone?

Il Cantone dei Grigioni certamente non è così attivo come il Canton Ticino nella promozione della legna quale fonte di energia. In passato il Cantone finanziava il 70% dei costi supplementari per gli impianti di riscaldamento a legna rispetto a quelli per impianti ad olio, e ciò unicamente per gli edifici pubblici. Attualmente questa misura di sostegno è stata congelata nell’ambito delle misure di risparmio. A livello politico vi sono alcune tendenze a voler integrare nella legislazione cantonale la promozione delle fonti di energia alternativa, in primo luogo la legna. Sarebbe auspicabile un impegno maggiore dell’ente pubblico, Cantone e Comuni, nella promozione dell’utilizzo delle proprie risorse boschive quali fonte di energia. E’ da notare che probabilmente a lungo andare l’olio da riscaldamento diventerà materia rara e assai cara, in quanto l’Asia (Cina, India, ecc.) diventeranno i maggior consumatori di petrolio. Non è necessario insistere tanto per rendere evidente il fatto che gli Stati Uniti, al riguardo, si trovano sotto pressione. Perciò è il momento giusto per promuovere le fonti di energia alternative, consapevoli tuttavia che con la legna non riusciremmo a sostituire completamente l’olio da riscaldamento.
Considerazioni finali
La legna quale fonte di energia costituisce una valida alternativa alle fonti tradizionali. I boschi della valle sono parte integrante del nostro ambiente e vanno curati anche in futuro. Con la cura del bosco si produce legna. Ora basta credere in queste nuove tecnologie e sarà proprio il futuro a darci ragione.

Redatto da Amministratore – redazione@ilbernina.ch