I due volti della solidarietà
In Val Bregaglia, a Bondo, da due anni i ragazzi della Bielorussia vengono accolti in una casa privata, sono sorvegliati dagli accompagnatori, accuditi dalle signore del posto, accompagnati nelle escursioni e durante le attività ricreative da giovani insegnanti e da volontari bregagliotti.
Una quarantina di persone ruota per tre settimane attorno a una decina di ragazzi ed ai loro accompagnatori.
La Regione Bregaglia è garante di eventuali deficit, mentre molte aziende e molti privati offrono sostanziose somme di denaro. I negozi vendono i prodotti per la cucina e la pulizia a prezzo di favore, alcuni ristoranti offrono ogni tanto il pranzo, altri le bibite.
La palestra di Bondo è a disposizione per i giochi, i Musei offrono un pomeriggio culturale e una visita a St. Moritz permette uno sguardo nel bel mondo, affascina per la bellezza del paesaggio, lo sfarzo che si intravede nelle vetrine, le macchine costose che sostano davanti al Palace.
I ragazzi bielorussi abitano assieme ai loro accompagnatori, sentono meno la nostalgia di casa, non amano troppo camminare ma sono generalmente ben disposti ad accogliere le proposte degli animatori.
Questa la formula adottata dagli organizzatori e responsabili bregagliotti Claudia Roganti, Nadia Crüzer e Rodolfo Maurizio:
- coinvolgere molte persone per far sì che i ragazzi trovino l’ambiente ideale a favore della loro salute, non gravare nessuno di troppe responsabilità;
- messa in atto perché trovare singole famiglie disposte ad accogliere un ospite per tre settimane è difficile.
L’anno prossimo, se tutti saranno nuovamente disposti a collaborare, l’esperienza continuerà.
In Val Poschiavo la situazione è diversa: i ragazzi abitano presso le famiglie, che ne assumono la piena responsabilità per tre settimane, si affezionano, hanno a volte momenti di solitudine e di nostalgia, si ritrovano con i compagni bielorussi per escursioni e per andare in piscina. Gli accompagnatori intervengono solo in caso di necessità e godono di un periodo di vacanza.
Non sempre la situazione è idilliaca: talvolta la riservatezza e l’imperturbabilità dei giovani ospiti si scontrano con il carattere più aperto e espansivo delle famiglie. Momenti di disagio dovuti anche alla difficoltà di comprendersi si dissolvono però grazie ad un gioco divertente, un sorriso, un abbraccio.
I due volti della solidarietà si sono svelati giovedì sera, in un incontro tra le famiglie valposchiavine e gli organizzatori bregagliotti. Un incontro per scambiare esperienze diverse eppure simili, gettare uno sguardo positivo nel futuro, convincersi che al di là e al di sopra delle modalità adottate rimane un unico obiettivo: quello di offrire ai ragazzi della Bielorussia la possibilità di trascorrere un periodo in un ambiente più sano del loro, di attenuare le ferite riportate in quella notte a Chernobyl…
A Natale ci sarà lo scambio degli auguri con la lontana Bielorussia e in febbraio se ne riparlerà: con serenità, vagliando l’esperienza vissuta in Bregaglia, accogliendo suggerimenti e disponibilità.
Redatto da Monica Paganini – monica@dedalo.ch