Più le condizioni sono difficili, maggiore é la mia motivazione
A poco più di una settimana dall’inizio delle Olimpiadi invernali Natascia Leonardi-Cortesi mostra un grande entusiasmo e la solita determinazione. Prima che la nostra atleta parta per Torino abbiamo voluto incontrarla per una chiaccherata.
Natascia, in Val di Fiemme il 15 gennaio con la squadra di staffetta avete ottenuto il settimo posto, proprio il piazzamento minimo per andare a Torino. Te l’aspettavi?
Ce l’abbiamo fatta per soli cinque secondi! Era difficile dire se ce l’avremmo fatta, la sera prima avevo però detto alle mie compagne che sarebbe valsa la pena soffrire 15 minuti per andare alle Olimpiadi. Le Olimpiadi sono un altro mondo!
Olimpiadi che saranno le quarte per te. Ti sei abituata?
Tutte le Olimpiadi sono differenti, ognuna si svolge in un paese diverso e presenta condizioni uniche. La prima volta che ci sono andata ho realizzato un sogno. Poi mi sono fermata ed ho dovuto guardare l’edizione di Lillehammer in televisione, e mi sono detta che alle prossime ci sarei stata. Infatti sono poi andata in Giappone, un paese molto diverso da qui, dove siamo arrivate vicino alle medaglie. Poi l’esperienza di Salt Lake City dove abbiamo conquistato il bronzo è stata semplicemente fantastica.
Ora Torino è più vicino: uno svantaggio o un vantaggio?
Beh, sicuramente è più vicino alla nostra realtà, quindi potrò concentrarmi di più e fare meno la turista… questo è un vantaggio.
E gli svantaggi?
Quelli preferisco non dirli.
Quale risultato vorresti portare a casa da Torino?
Un diploma! Con un diploma sarei già molto felice. Ciò significherebbe almeno un sesto posto alla staffetta 4×5 chilometri, oppure un ottavo posto in una gara singola.
Partecipi pure ad una corsa individuale?
Sì, ho il diritto di partecipare ad una gara singola, ma non so ancora a quale. Probabilmente “dovrò” fare la gara di duathlon, che è prima della staffetta. Anche se io preferirei fare la 30 km skating, perché mi fa un po’male un braccio, che viene molto sollecitato nello stile classico.
Comunque, a dipendenza della mia condizione in quei giorni, potrei disputare anche più di una gara singola. Saranno i designatori a decidere a quante e a quali competizione parteciperò.
Come ti stai preparando?
In queste settimane mi sto allenando in alta quota, sul Bernina, e cerco di scendere il meno possibile. Alla mattina mi alzo alle 5, faccio una corsa di un’oretta, poi colazione. La giornata poi intercala esercizi intensivi e esercizi di resistenza. Per gli intensivi ho un programma fisso, mentre gli intensivi li adatto al tempo e alla mia forma. Vado a camminare, con gli sci di fondo e con le pelli di foca. Ogni tanto scendo a Pontresina per andare in piscina. Non torno a Poschiavo perché non voglio scendere troppo.
In cima al Bernina ti stai allenando da sola…
Sì. Per questo devo fare un po’più esercizi speciali, visto che non ho fisioterapisti e massaggiatori. Però la montagna mi dà la tranquillità e la concentrazione necessarie. Più le condizioni sono difficili, maggiore è la mia motivazione.
E rimani in cima al Bernina fino prima della partenza per Torino?
No, prima faccio ancora alcune gare. Una a Sedrun e un’altra forse a Davos. Poi il 6 febbraio devo andare a Berna a ritirare la tuta. Me la potevano portare almeno fino in Ticino, che è sulla strada per Torino. Beh, non fa niente…
Il Bernina per il Valposchiavo SponsorPool
Redatto da Alan Crameri – alan.crameri@bluewin.ch