La parola ai docenti: Arkus Raselli
La serie di interviste riguardo il Programma di base Scuola grigione 2010, continua con Arkus Raselli, docente di 5ª-6ª elementare di Poschiavo.
1. Quali valori vuole trasmettere agli scolari il Programma di base Scuola grigione 2010?
Parlare di valori mi sembra fuori luogo.
Il programma si prefigge, per quanto riguarda le classi elementari tre intenti prioritari e cioè: più spessore meno quantità, integrazione e due lingue straniere nel ciclo elementare.
Il vero mezzo per trasfondere dei valori era sostenuto dal concetto promuovere e valutare globalmente, come proposto negli ultimi anni, e non sarà certamente passando a un sistema dove il nozionismo è prioritario, secondo i dettami di un sistema economico che è entrato di prepotenza nel campo scuola, che cresceremo e matureremo i nostri alunni.
Mi sorge spontanea una considerazione. I quarantenni-cinquantenni che sono tuttora a capo del sistema economico, “malgrado la loro formazione scolastica non sia stata delle più complete”, hanno avuto comunque successo! I valori con i quali sono cresciuti erano certamente diversi da quanto oggi il nostro sistema propone.
Purtroppo noi pretendiamo che i nostri ragazzi diventino fin dai primi anni di vita, ruota funzionale di un meccanismo societario più grande di loro, facendoci obliare che sono pur sempre dei bambini con il diritto di essere tali e non macchine da produzione.
2. L’introduzione di una seconda lingua straniera nelle elementari quali benefici e quali ostacoli porterebbe?
In una società in movimento come la nostra è importante che anche la scuola segua in un certo qual modo questo corso.
Se noi facessimo un discorso puramente di comodo direi che una seconda lingua straniera e in modo specifico l’inglese, potrebbe essere una chance per rimanere al passo con i tempi.
Non dobbiamo però dimenticare che l’italiano per la nostra gente è di per sè già una lingua straniera. Se poi all’italiano e al tedesco aggiungiamo anche l’inglese, corriamo il pericolo che i nostri alunni vengano schiacciati dalla pressione di prestazione e ciò non potrà che essere controproducente.
Malgrado tutto mi sentirei di sostenere la proposta: inglese quale materia facoltativa.
3. La tavola delle lezioni ridimensionata, diminuirà effettivamente l’onere delle scolare e degli scolari?
Non credo che togliendo un paio di lezioni settimanali e nel contempo prolungando il corso scolastico di due settimane diminuiremo la mole di lavoro ai nostri scolari. In ogni caso è da ripensare il numero massimo di lezioni proponibili a settimana. Credo che ideale sarebbe tra le 27 e le 29 lezioni.
4. Il conseguimento di certificati internazionali motiveranno gli scolari a studiare e impegnarsi maggiormente?
A livello di classi elementari sono dell’opinione che ciò non avrà nessun influsso. A 11-12 anni ben pochi si rendono effettivamente conto dell’importanza della loro formazione. I loro interessi sono concentrati in più campi e noi adulti purtroppo spesso ce ne scordiamo. Semmai saranno i genitori a sentirsi troppo responsabilizzati, affinché i propri figli raggiungano gli obiettivi prefissati, con tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare.
5. Quali lezioni vengono penalizzate dal programma e quali ripercussioni potrebbero ricadere sugli scolari?
Sicuramente il campo manuale ne verrà penalizzato e di ciò sono dispiaciuto.
I nostri giovani vivono oramai un mondo fatto di TV, MP3, computer ecc. a scapito del creativo. Quanti sono ancora i giovani che si dilettano nel bosco a costruire capanne, a giocare con oggetti occasionali ecc.? Ben pochi, e se toglieremo questa opportunità anche dalla scuola, a sedici anni chi sarà ancora in grado di affrontare una formazione nel campo manuale?
Redatto da Claudia Lardi – claudia.lardi@bluewin.ch