Quantomeno ha fatto risparmiare
Una sessione necessaria? È un po’ questa la domanda che non pochi si sono fatti, quando si é chiusa la due giorni di sessione d’aprile del Gran Consiglio. Due giorni durante i quali non hanno suscitato discussione nemmeno quelle poche modifiche legislative all’ordine del giorno. Il fatto di ridurre la durata della sessione ha quantomeno permesso di far risparmiare circa 36’000 franchi al Cantone: tale é, infatti, l’importo in indennità pagato per un giorno di sessione. Un complimento va comunque fatto ai granconsiglieri i quali, nonostante la sessione fosse l’ultima prima delle elezioni, non si sono lasciati andare in interventi motivati solo dalla volontà di protagonismo in vista della riconferma del proprio posto sotto il dipinto di Carigiet. Forse sarà merito della campagna elettorale poco infuocata – per usare un eufemismo – in corso nel nostro Cantone.
Giustizia penale
La modifica legislativa più importante approvata è la riforma della giustizia penale, che trasforma il Tribunale cantonale in seconda istanza penale, in autorità di ricorso. Dunque, i giudici di Coira non valuteranno più in primo grado e quale unica istanza i casi penali più importanti e rilevanti. Si limiteranno – ci si passi la semplificazione – a giudicare quanto hanno già giudicato le istanze precedenti.
La casa della suocera
Più che i temi all’ordine del giorno, a far discutere i deputati è stata la vicenda della suocera di Silvio Berlusconi, un’anziana signora che ha comperato casa in Engadina dove ha ottenuto il domicilio malgrado sembra non si sia mai vista… I numerosi interrogativi legati alla vicenda hanno spinto il gruppo socialista – primo firmatario Romedi Arquint – a formulare parecchie domande al Governo sui domicili degli anziani facoltosi, in particolare sul loro acquisto di case e immobili vari.
Appalti in Mesolcina
Cristiano Pedrini si è dichiarato solo parzialmente soddisfatto della risposta ottenuta dal Governo sulla vicenda degli appalti pubblici in Mesolcina. Per il deputato di Roveredo non è infatti giusto che non si facciano i sopralluoghi in valle quando si devono assegnare lavori in loco; non solo, ma le informazioni e i documenti dovrebbero essere forniti anche in italiano.
- Su concessione de ”La Voce delle Valli”.
Redatto da Marco Tognola – stampa@rezzonico.ch