Verso un’armonizzazione delle scuole in Svizzera
Domenica prossima si voterà , oltre che per le combattute elezioni di Circolo, anche per il rinnovo del Governo retico e sulla votazione popolare sulle disposizioni costituzionali nel settore della formazione. Ecco i dettagli e le ripercussioni in Valle di questa votazione, ed il parere di Arno Zanetti, direttore delle Scuole comunali di Poschiavo.
La rielezione del Governo è scontata, visto che per i cinque posti si candidano solamente https://www.gr.ch/italiano/seiten.cfm?idnav1=2&idnav2=1&seite=/Italiano/Istituzioni/Governo/mitglieder_der_regierung.cfm.
Anche la votazione sulla formazione non trova una grande opposizione, infatti Consiglio Nazionale, i maggiori partiti e una nettissima maggioranza nel Parlamento sostengono questo nuovo articolo costituzionale. Ci sono però alcune voci contrarie.
La particolarità della votazione di domenica è che non si deciderà per una misura concreta, per un cambiamento specifico. “Semplicemente” chi metterà un Sì sulla scheda, vorrà che se i Cantoni non riescono a mettersi d’accordo, la Confederazione li potrà obbligare a seguire una via comune. In altre parole i Cantoni sono obbligati a collaborare nell’ambito della formazione, dalle scuole dell’obbligo a licei, università e scuole professionali.
In particolare in ogni scuola elvetica si vogliono armonizzare i seguenti punti:
- Età d’inizio e durata della scuola dell’obbligo
- Durata e obiettivi della fasi della formazione
- Passaggio tra le fasi della formazione
- Riconoscimento dei diplomi
Chi trasloca in un altro Cantone non sarà più confrontato con altri sistemi e piani scolastici e con modelli di valutazione (note) diversi. La continuazione del proprio iter scolastico o lavorativo non dovrebbe essere ostacolata. Oggi per esempio gli insegnanti di scuola elementare formati nei Grigioni non possono insegnare in Ticino e viceversa. Anche questi freni alla mobilità sociale saranno eliminati.
Governo e Parlamento sostengono inoltre che grazie a queste misure si aumenterà la qualità e la permeabilità, cioè la possibilità di cambiare formazione in maniera flessibile.
La modifica alla costituzione concerne tutte le fasi dell’istruzione:
Scuola dell’obbligo: L’età di entrata, la durata e gli obiettivi dovranno essere comuni in tutte le scuole, ovviamente anche i diplomi dovranno essere riconosciuti ovunque. La https://www.edk.ch/Start/mainstart_i.html (l’organo di riferimento quando si parla di collaborazione tra i Cantoni nel settore scolastico) ha già tracciato alcune linee per la tendenza futura: vuole integrare la scuola dell’infanzia nella scuola dell’obbligo, quindi far durare le scuole primarie otto anni e le medie tre anni in tutti i cantoni. Si inizierà probabilmente a cinque anni (come tutt’ora da noi in Valle). Nulla però è ancora deciso e riguarda solo indirettamenete questa votazione.
Formazione professionale: Con un articolo nella Costituzione si vuole dare maggior peso alla formazione professionale (tirocinio, formazione professionale superiore, scuola universitaria professionale). Proprio in questo settore il nuovo ordinamento lascia più spazi a chi vuole cambiare formazione. Anche il passaggio alla formazione generale (liceo, università) dovrebbe essere facilitato.
Scuole superiori: Università classiche e professionali dovranno avere un sistema unitario, ciò che già si sta facendo con la riforma Bologna (Bachelor-Master).
Pochi ma decisi i pareri contrari. Se le voci critiche in Parlamento volevano soprattutto più competenza alla Confederazione, nei media i sostenitori del No affermano che solo un sistema federale, dove i Cantoni decidono per sé stessi, anche nella formazione garantisca qualità. Che si debba collaborare nessuno le mette in dubbio, ma che la Confederazione possa obbligare i Cantoni nel settore della formazione è per i contrari uno sbaglio.
Il dibattito è difficile e complicato, visto che oltre ai quattro punti elencati non si sa esattamente quali decisioni potranno essere imposte da Berna. Se la nuova ordinanza sarà accettata, molto si capirà quando si accenderà il dibattito sulle lingue straniere da insegnare nelle elementari. Alcuni cantoni tedescofoni infatti voteranno presto sull’insegnamento solamente dell’inglese, trovando l’opposizione delle minoranze che esigono una lingua nazionale alle elementari.
“Da un federalismo anarchico ad un’armonizzazione”
Arno Zanetti, direttore delle Scuole comunali di Poschiavo, è favorevole al nuovo articolo costituzionale. “Con questa votazione si vuole passare da un federalismo anarchico ad un’armonizzazione tra i singoli cantoni, proprio per evitare di investire energie in parallelo”, ci spiega.
In particolar modo le scuole del Grigioni Italiano potrebbero avvicinarsi maggiormente al Ticino. Così si troverebbero materiali didattici in italiano più adatti. Materiali che ora o non sono tradotti dal tedesco (per scienze, storia,…) oppure sono adattati da libri italiani (per l’insegnamento della lingua madre).
Anche le scuole che formano gli insegnanti, le Alte Scuole Pedagogiche di Coira e Locarno, troveranno una migliore collaborazione; e lo stesso si può dire per le scuole medie, dove i passaggi da una scuola (Coira) all’altra (Bellinzona) saranno favoriti.
Lavorare assieme sui piani di studio e elaborare standard di apprendimento comuni (prove comparate ottenibili attualmente solo in tedesco), sono altri aspetti positivi che secondo Arno Zanetti un Sì porterebbe per la nostra Valle.
Informazioni più dettagliate su:
- https://www.admin.ch/ch/i/pore/va/20060521/index.html
- https://www.tagi.ch/dyn/news/dossiers/schweiz/631.html
- https://www.edk.ch/Start/mainstart_i.html
Redatto da Alan Crameri – alan.crameri@bluewin.ch