Chi tace conferma !?

0
1

Chi tace conferma !?

Non ho mai detto dei due granconsiglieri uscenti di Poschiavo, Tino Zanetti e Livio Mengotti, che avevano fatto nient’altro che «scaldà la scagna a Coira». Ho detto che non ne sapevo bell’e niente. Ho scritto che, fino ad oggi, ci hanno lasciati nella più totale ignoranza sul loro operato di quattro anni nel Granconsiglio. Ciò che ci rende impossibile valutare seriamente se meritano di essere rieletti a questa carica!

Poschiavo per quattro anni assente dalla tribuna cantonale

Così frustrato, per saperne di più ho fatto un giro negli archivi del Granconsiglio. Ciò che vi ho scoperto non è ciò che speravo. La lettura del verbale (riproduzione scritta di ogni, pur minima manifestazione orale – «ogni pét» – dei rappresentanti) delle 22 sessioni della legislatura 2002-2006 lascia perplesso e triste: in Granconsiglio Poschiavo non c’era! Eppure, la lista delle presenze non avendone segnalata l’assenza, i signori granconsiglieri Tino Zanetti e Livio Mengotti da qualche parte dovevano ben trovarsi durante tutte queste sessioni, ciò che perlomeno il bollettino delle indennità di seduta confermerebbe senz’altro…

Purtroppo, nei dibattiti di legislazione fondamentale nessuna traccia nè di Tino Zanetti nè di Livio Mengotti. Dov’erano, allorchè in Granconsiglio si attualizzavano la costituzione cantonale, la legge sui comuni, la legge fiscale, la legge stradale, l’organizzazione ospedaliera? Il verbale non lo dice. All’infuori di quei dibattiti essenziali, il verbale riferisce quattro interventi di Tino Zanetti, sei di Livio Mengotti. Piccoli interventi su varii temi (imposte; rapporti economici; controllo veicoli; caccia; polizia; utilizzo legna), interventi in gran parte di chiarimento o semplici commenti, interventi senza portata decisiva. Non sapevano forse che il loro ruolo non doveva limitarsi a «scaldà la scagna» per il loro partito? O non avevano mai sentito che la missione di granconsigliere è, innanzi tutto, di contribuire costruttivamente alla definizione della politica al livello cantonale e, in questo contesto, di difendere gli interessi del proprio comune, evidenziarne le preoccupazioni dei loro compaesani e non lasciar Poschiavo cadere nell’oblio? Potrebbe darsi che Tino Zanetti e Livio Mengotti abbiano davvero cercato di adempiere a questa missione? Perchè allora gli archivi del Granconsiglio occulterebbero la prova di un dovere si ben compiuto?

Il legislatore è il primo servitore della legge

Alle mie recenti riflessioni sul «scaldà la scagna», un lettore osservò che «c’è anche chi lavora nell’ombra e ritiene di non suonare troppe campane». Un ben «nobile» principio questo, che a certi serve da scusa per la loro colpevole passività. In ogni modo, questa linea di condotta concorda male con il mestiere di granconsigliere. Concepibile, al limite, che preferisca «lavorare nell’ombra». Proporsi di «non suonare troppe campane», invece, lo metterebbe in contraddizione con la Costituzione cantonale il cui articolo 25 impone il dovere d’informare: «Le autorità e i tribunali informano regolarmente il pubblico sulle loro attività.»

A mo’ di esempio la revisione della legge fiscale decisa il 18 ottobre 2005 dal Granconsiglio. Questo pezzo di legislazione introduce sgravi a favore di persone giuridiche al fine di alleggerire l’onere fiscale delle ditte piuttosto importanti stabilite nel Cantone. Dalla revisione ne risulterà tuttavia una considerevole diminuzione dell’introito fiscale di Poschiavo (un paio di milioni all’anno), facendone fiscalmente il comune più penalizzato del Cantone. Che, durante il dibattito sulla revisione, i granconsiglieri Livio Mengotti e specialmente Tino Zanetti, podestà, pur conoscendone le prevedibili conseguenze sfavorevoli per Poschiavo, non abbiano neanche aperto il becco e, perlomeno, manifestato le preoccupazioni del loro Comune, è davvero incredibile. Il peggio è che, non potendo sottrarsi alla parola d’ordine dei loro partiti, hanno votato perfino a favore di questa legge, Livio Mengotti schierandosi con i liberali, Tino Zanetti ossia il suo supplente votando con i democristiani.

Su tutto ciò noi concittadini non ne abbiamo mai ricevuto comunicazione. Come del resto su tutta l’attività svolta o non svolta dai due granconsiglieri. Eppure noi concittadini, conformemente alla Costituzione cantonale, eravamo in diritto di sapere, diritto per nulla corrisposto dai due signori. Infatti, fino ad oggi, nè Tino Zanetti nè Livio Mengotti ha creduto doversi piegare alla Costituzione e al dovere d’informazione loro imposto.

In conclusione: è ora di cambiare il tiro

Fatto sta che, per colpa loro, non ne sappiamo granchè dell’attività dei granconsiglieri uscenti Tino Zanetti e Livio Mengotti. Dunque impossibile valutare un qualsiasi merito a rielezione. La nostra periferica Poschiavo però non può permettersi di delegare di nuovo i due rappresentanti che non hanno fornito la prova di efficacia nel Granconsiglio e che non si sono nemmeno degnati, in rispetto alla Costituzione, di tenerci al corrente del poco che hanno forse realizzato. Il nostro Comune, marginalizzato com’è, non può permettersi di sprecare di nuovo per quattro anni i suoi soli due seggi alla preziosa tribuna cantonale! L’alternativa esiste. Meglio dunque affidare la rappresentanza del nostro Comune nel Granconsiglio a forze nuove!

Redatto da Dino Beti di Panìsc – dino.beti@bluewin.ch