Un invito alla collaborazione.
Ne vale la pena!
Alcuni anni fa abbiamo raccolto delle firme affinché la Regione Valle di Poschiavo diventasse di diritto pubblico.
Erano gli anni “bui” durante i quali, dal punto di vista dell’economia, le attività di questa nostra “corporazione di diritto privato” si muoveva, agiva, solamente quando i comuni le impartivano dei compiti da risolvere (i rifiuti, i problemi di traffico pubblico e privato, la sanità, le strutture rurali, i problemi ambientali, etc.) oppure c’erano dei crediti Lim da riscuotere.
Mai nessuno avviava spontaneamente, dall’interno della RVP, grandi progetti e neppure nascevano grande idee di conoscenza pubblica.
Era il tempo dell’interregno dove, tra i due comuni, non esisteva consenso sul chi eleggere quale presidente della Regione.(La situazione, non migliorò di molto neppure negli anni successivi).
La raccolta di firme fu un successo. In sostanza, però ignorate dai fatti.
È stata la legge cantonale a “soccorrere” gli iniziatori di quest’idea, e ne fummo molto contenti.
A questo punto la RVP si mosse.
Si organizzò un workshop e parteciparono in molti: artigiani, commercianti, responsabili della scuola, della cultura, dello sport, di varie associazioni e cittadini della valle.
La presenza numerica da parte dei politici di Brusio era superiore a quella del comune di Poschiavo.
Un segnale che i dadi erano tratti o pura coincidenza? Molteplici furono le idee raccolte in quell’incontro. Peccato che gli impulsi ricevuti in quella bellissima prova d’interesse democratico, non abbiano trovato la necessaria risonanza nel progetto (leggi “statuti”) della nuova Regione Valposchiavo.
Il tentativo di una correzione delle bozze, inoltrate da vari interessati della popolazione, andò praticamente a vuoto. Ci si poteva immaginare che le stesse persone responsabili dell’organizzazione di carattere privato non avrebbero avuto il coraggio di “gettare il cuore dall’altra parte del fiume”, non si sarebbero messe a “sognare” una nuova forma di gestione del bene pubblico e sarebbero ricadute sul mantenimento dello status quo.
Altro sarebbe stato se le forze abili di tutta la valle si fossero decise per una struttura che sapesse rispondere, oltre ad infondere fiducia, alle richieste dovute da reali esigenze.
Senza doppioni a livello comunale.
Il risultato sarebbe stato un altro se alcuni rappresentanti comunali si fossero decisi di cedere parte della loro libertà d’azione individuale a favore degli interessi di tutta una regione.
Il che, non è cosa da poco.
Per avere infine, delle strutture snelle ed efficienti. A livello di valle.
Per poter rispondere assieme, a delle domande del domani. Delle esigenze, che non richiedono risposte del passato: di un tempo che non coincide con la realtà, politica, sociale ed economica attuale.
I nostri responsabili politici hanno deciso di passare al voto: proponendo un testo senz’altro giuridicamente applicabile, con una grande sensibilità (bisogna ammetterlo) per le minoranze, ma con una comunicazione del messaggio al di fuori d’ogni commento. Allorquando alcuni cittadini avevano già messo il loro voto nell’urna.
Il resto è storia.
Il nostro obiettivo è però ancora lo stesso.
Ogni crisi ha in se il germe della rinascita e l’opportunità di fare meglio: di questo siamo certi. Vanno però adottati dei provvedimenti, per poter riaffrontare il problema. La prima di queste è quella di analizzare il risultato della votazione, dare il peso giusto alle conclusioni.
La seconda, è quella di cercare di non ripeterle gli errori commessi.
Le valutazioni fatte in seno al nostro gruppo hanno portato alle seguenti possibili valutazioni
di voto da parte dei cittadini:
Hanno votato sì coloro che:
- Erano convinti che la base sulla quale si potesse costruire la RVP fosse stata sufficiente, oppure buona rispettivamente ottima.
Si sono “turati il naso” pur di far partire il progetto con la speranza di migliorarlo cammin facendo.
Si sono semplicemente lasciati guidare dei nostri amministratori, in particolare dalla direzione della RVP.
Hanno votato di no coloro che:
- Dicono di no a tutte le novità;
- Ritengono di poter fare da soli;
- Hanno “interpolato” l’efficienza operativa della vecchia organizzazione con quella nuova, vedendo all’opera gli stessi responsabili politici.
- Sognano un “Comun” grande;
- Hanno paura di perdere autonomia o influenza politica o presunta tale.
- Pensano che la nuova struttura, vedendo gli statuti, sia un doppione dei comuni e che oltre a costi, non porti nulla;
- Non erano informati in quanto la comunicazione è stata amatoriale, inadeguata e tardiva.
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Hanno voluto castigare un approccio da “iniziati” e non a livello dei cittadini.
Passiamo ora ad una valutazione dei singoli “gruppi” d’oppositori e cerchiamo di tracciare un’idea, per convincere dei vantaggi di una nuova RVP valida ed efficiente.
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Il primo gruppo, quelli che dicono sempre di no, si possono convincere solamente con dei fatti. Si persuaderanno solamente, quando la RVP sarà una realtà. Il loro numero non dovrebbe però essere importante.
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Il secondo gruppo, quelli che ritengono di poter fare da soli (non sono pochi), si può “convertire” mostrandogli come verrebbero svolte certe mansioni in futuro.
Questo implica, per chi si addossa il compito di andar a spiegare loro le cose, una preparazione relativamente avanzata nel campo d’amministrazione e d’organizzazione aziendale, e con ottime qualità comunicative.
Queste persone sono da trovare, designare, formare e motivare. -
Il terzo gruppo, abbastanza numeroso e convinto che le cose andranno avanti nel modo usuale, sarà persuaso solamente con un cambio di persone alla guida della nostra RVP.
Fatto questo, con nuovi nomi, la loro attitudine probabilmente cambierà. -
Il quarto gruppo, relativamente numeroso, sogna una variante, quella del Comun Grande, che al momento non sembra attuabile. Questa soluzione potrebbe essere realizzata forse tra qualche anno. Nel caso la RVP diventasse un successo. Passo dopo passo.
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Il quinto gruppo, di valore numerico insignificante, che teme di perdere d’influenza politica, se è rappresentato da persone valide non rischia assolutamente nulla. Sarà rieletto. In caso contrario, se invece non fosse ritenuto all’altezza da parte della comunità, la stessa ne trarrebbe un vantaggio.
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Il sesto gruppo, composto da coloro che giustamente temono doppioni e spese inutili, possono essere convinti da un’organizzazione e da statuti che fanno supporre il contrario.
Non solo nelle intenzioni ma pure nel modo di procedere. Vanno coinvolti pure nella formazione di una volontà che rispecchi quest’idea. -
Il settimo gruppo, quello dei “malinformati”, è da riprendere con un approccio professionale ed accurato. Sono purtroppo parecchi, forse troppi.
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Infine c’è l’ultimo gruppo, quello dei cittadini frustrati.
Sono coloro che pian piano si allontanano dalle urne, sono gli stessi che pensano che tanto “quelli in alto” fanno quello che vogliono.
Questo noi del Gruppo PER non lo vogliamo!
Desideriamo informare i cittadini dei temi che li concernono. Magari applicando un’ottica dell’economia, ma strettamente legata a quelle della democrazia aperta, trasparente e conseguente.
È per questo che l’appello fatto dal Comune di Poschiavo di formare dei gruppi misti per rilanciare il processo verso la RVP trova non solamente il nostro consenso, ma pure la nostra disponibilità a metterci in gioco con quanto, tanto o poco, siamo in grado di fare.
In questo senso, l’articolo, o analisi che vogliate, con relativa conclusione dei singoli temi, è il primo passo.
In nome del comitato della PER
Il presidente
Redatto da Roberto Nussio – roberto@nussio.ch