Incompatibilità fra ”podestà in bulgia» e ”comunicazione politica»
Una ”strategia di comunicazione politica». Ecco ciò che ha richiesto la Giunta al Consiglio comunale nella seduta del 6 giugno. Questa strategia dovrebbe permettere all’autorità comunale di informare la popolazione ”in modo trasparente, immediato, completo ed equilibrato».
A questo punto si potrebbe meravigliarsi che abbiano atteso il 21esimo secolo per chinarsi su questo cruciale problema, cioè un’informazione ammalata e una comunicazione invalida. Per conto mio preferisco, invece, applaudire il fatto che Giunta e Consiglio stanno finalmente rendendosi conto di questa carenza informativa. A quanto pare, hanno pure la ferma volontà di rimediare a quest’evidente deficienza…
Forte della mia esperienza professionale in materia d’informazione-comunicazione vorrei offrire qualche idea per questa futura «strategia di comunicazione politica».
Informare meglio e bene costa un poco ma è fattibile, senz’altro!
Migliorare il flusso dell’informazione dall’autorità che la possiede ai concittadini che la desiderano è certo fattibile, ingaggiandosi su tre piste:
- pubblicare in anticipo l’ordine del giorno delle sedute del Consiglio comunale;
- impiegare a tempo pieno un’addetta/o all’informazione in seno all’amministrazione;
- cooperare con i due media valligiani.
Non mi soffermo sulle due prime piste che dovrebbero andare da sé per un comune dalle dimensioni del nostro.
È però indicato che il nostro Comune si metta decisamente anche sulla terza pista dove può far meglio di ciò che si usa già altrove. Con un pizzico di spirito pionieristico e nobiltà d’animo realizzerà perfino l’inedito. La nostra Valle – invidiabile situazione – dispone già di due media d’informazione, «Il Grigione» e «ilbernina.ch». Si tratta dunque di cooperare con loro, di associarli a questo sforzo a favore di un’adeguata informazione almeno sui lavori della Giunta.
Concretamente, il Comune conclude un contratto con ognuno dei due media. Ognuno si obbliga ad incaricare una/un sua/suo giornalista di coprire ogni seduta della Giunta con un’articolo di fondo. Il soggetto centrale come pure l’angolo di visione sono d’esclusiva responsabilità del medium. Il Comune si obbliga a coprire il costo di quest’appoggio al suo sforzo d’informazione. Questo contributo forfettario costerà al Comune circa 12’000 franchi all’anno. Una bazzecola in confronto al plusvalore qualitativo dell’informazione offerta alla popolazione. Questa cooperazione sarà tuttavia possibile soltanto a condizione che l’autorità comunale rinunci ad ogni velleità di mettere il naso negli articoli prima della pubblicazione. Se invece soccombesse alla pusillanime tentazione del «chi paga comanda», ognuno dei due media – ne sono certo – rifiuterebbe di collaborare sotto sorveglianza.
Comunicare non costa quasi niente fuorchè disponibilità, ascolto e …
A differenza dell’informazione, comunicare è un po’ come giocare a ping-pong, ossia ciò che si svolge verbalmente alla «tavola rotonda» nelle osterie e, ancora oggigiorno, in alcune famiglie. Lì ci si incontra, si scambiano idee e opinioni, si scontrano pareri. La «tavola rotonda», luogo privilegiato di vera e sovente vivace comunicazione, mantiene la sua tradizionale utilità per la formazione dell’opinione popolare.
Purtroppo non si può dire altrettanto della «comunicazione politica» fra i cittadini e quelli che ci governano. Sull’esempio della «tavola rotonda», comunicare esige anche qui presenza personale, facoltà di ascolto, disponibilità all’incontro da parte di chi è eletto a carica pubblica. Ma come potrebbe questa comunicazione svilupparsi nelle condizioni attuali poco favorevoli al dialogo! La maggior parte dei nostri governanti non si lasciano nemmeno vedere fuorché al volante della loro Mercedes, Mazda o Citroen di lusso, correndo da un colloquio a un’inaugurazione, da una seduta a un discorso! Riuscire a metter loro le mani sopra e dirne loro quattro diventa allora cosa impossibile per la gente. La «comunicazione politica» si trova in una situazione ancora più grave trattandosi del podestà. Fosse lui pure il miglior comunicatore del mondo, essendo per due terzi della settimana assente dalla gente che è incaricato di governare, non può certo adempiere al suo dovere prioritario di comunicazione. Questa non si può gestire a distanza poiché non si comanda, poiché è la gente che sceglie il momento opportuno e non l’autorità, poiché è impossibile a chi non vive fra la gente essere disponibile per una chiacchierata senza secondi fini.