Quale futuro dopo la scuola?

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Quale futuro dopo la scuola?

Difficile rivederli per strada per scambiarsi due battute, per rievocare momenti trascorsi assieme. Quasi impossibile perchè i ragazzi della Valposchiavo sono altrove, hanno dovuto ritagliarsi oltre Bernina un fazzoletto di spazio per poter costruire il proprio futuro.

La Valposchiavo economica offre poco, una briciola e a spartirsela sono in tanti. Erano 48 gli allievi nel giugno 2006.

La situazione del mercato del lavoro in valle per gli allievi che terminano l’obbligatorietà scolastica è difficile. Le statistiche parlano di dodici posti di tirocinio liberi per l’annata ’90.

Gli altri 36 allievi devono partire, felici magari di poter aprire un po’ il loro orizzonte, chiuso fino ad allora fra la nostra corona di montagne.

Molti, 13 ragazze o ragazzi, in corrispondenza del 28% scelgono di perfezionare la padronanza della lingua tedesca, della “lingua del pane”, frequentando una scuola post-obbligatoria. Questo ulteriore anno di formazione, si augurano, rappresenti la loro rampa di lancio per accedere al mondo professionale.

La scuola professionale

La scuola professionale di base di Poschiavo forma 60 ragazzi e ragazze ripartiti su più classi. Nella sezione artigianale sono 47, in quella commerciale sono 13 le persone in formazione. Ad avere iniziato la formazione professionale nel corso scolastico 2006-07 sono in 24.
Questo dato rallegrante va letto però anche nell’età delle persone in formazione. Solo dodici, infatti, hanno avuto accesso al mondo del lavoro direttamente dopo l’obbligatorietà scolastica.

Test a risposte multiple

La realtà dopo la scuola è cambiata. Basti pensare che le aziende responsabili della formazione professionale, in barba alle pagelle scolastiche, divenute magari di difficile lettura per i profani, per coloro che non seguono il tapis roulant scolastico, richiedono ai candidati un esame supplementare.

Si tratta di un test a risposte multiple (ecco alcuni links: www.basic-check.ch, www.ia-engadin.ch, www.multicheck.ch offerto da ditte specializzate.
Questo esame ha l’ambizione, in due ore, di giudicare l’idoneità ad una professione e di valutare le abilità scolastiche di una ragazza o di un ragazzo.
Sergio Crameri-Formolli, orientatore professionale, parla con una punta di stizza sul tema. Si rallegra che i responsabili della formazione in Valposchiavo non scelgano i propri candidati sulla base dei test “multicheck”, ma che li giudichino dopo uno stage svolto nella propria azienda.

In Engadina, si rammarica Crameri, la situazione è diversa. Sembra infatti che la tendenza ad affidarsi agli esami standardizzati sia in forte aumento nella regione limitrofa. Ciò, oltre a cancellare con un colpo di spugna i risultati conseguiti a scuola, fa spendere ai genitori dai fr. 60.- ai fr. 100.- per test .

L’economia vive di leggi proprie, incomprensibili a volte. Così, chi ha notato una difficoltà di lettura e di giudizio da parte dei responsabili della formazione professionale, ha ideato un esame al quale ci si può affidare e che offre un quadro chiaro, nitido della ragazza o del ragazzo di fronte.

Pare che le aziende preferiscano una bugia, ma di facile lettura, piuttosto che una verità, che li impegna a confrontarsi con il candidato.

Gli studenti

Gli altri, coloro ai quali la scuola non è ancora venuta a noia, rimettono lo zaino in spalla e scelgono la via degli studi. Sono 20 nel 2006 e rappresentano il 43%. Sono molti, troppi si allarmeranno alcuni. Questa però è la conseguenza dell’avaro mercato del lavoro in valle.

Esistono alternative?

Nel cantone dei Grigioni la percentuale è nettamente inferiore. Si parla del 12 %. Sono pochi, inferiori alla media svizzera.

Il futuro

Sergio Crameri si è detto scettico sulla possibilità di incentivare le offerte di formazione professionale in valle. Il mercato non permette altri sviluppi.

La scuola professionale di Poschiavo sta invece percorrendo una strada interessante. Sta cercando delle sinergie con gli istituti di formazione della vicina Valtellina. Si vuole infatti offrire ai nostri conterranei italiani la possibilità di seguire la formazione professionale alla scuola di Poschiavo. I passi da intraprendere sono ancora molti, esiste comunque la possibilità di un cambiamento e questo fa ben sperare.

Per gli altri, coloro che lasciano la valle dopo la scuola obbligatoria, la terra natale è arida, difficile rimetterci le radici. Sono in pochi coloro che hanno la fortuna, perché di fortuna di tratta, di ritornare fra la propria gente. Così inesorabilmente la valle si impoverisce.

Il vento sferzante del periodo elettorale è passato ed ha lasciato nell’aria tanti proclami, tanti programmi di partito. Chissà se qualcuno saprà togliere dal proprio cappello a cilindro l’idea che tutti stanno cercando?
L’idea che sappia riportare alcuni figli a casa.

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Redatto da Luca Beti – luca.beti@bluewin.ch