Ma almeno adesso la legge c’é!

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Ma almeno adesso la legge c’é!

La legge sulle lingue e gli sgravi fiscali. Sono stati questi, senza ombra di dubbio, i due argomenti che hanno caratterizzato i dibattiti parlamentari della sessione d’ottobre del Gran Consiglio. E pensare che questa volta la legge sulle lingue é stata approvata all’unanimità , mentre per ben tre volte non si era riusciti ad arrivare nemmeno in Parlamento. Ora, però, nessuno metteva più in discussione la necessità  di fare qualcosa, di iscrivere nella legge un principio peraltro già  sancito nella Costituzione. L’italianità  grigionese incassa importanti decisioni a suo favore; non un successo pieno, ma almeno adesso la legge c’é!.. Altri argomenti sono però stati oggetti di dibattito durante le quattro giornate di impegnativo lavoro, come ad esempio il progetto di riforma dell’amministrazione cantonale; argomenti importanti, certo, ma politicamente meno “intensi”.

Le lingue cantonali

Sono tre gli obiettivi principali della nuova legge sulle lingue: il rafforzamento del trilinguismo quale componente fondamentale del Cantone, il rafforzamento di una coscienza multilingue e il sostegno delle lingue cantonali. Per conseguirli si punta al finanziamento delle due lingue minoritarie, ad esempio sostenendo la Pro Grigioni italiano e la Lia Rumantscha, e regolando l’uso delle lingue scolastiche e ufficiali nei Comuni e nei Circoli.
Su proposta della deputazione grigionitaliana, di cui si è fatto portavoce in aula Cristiano Pedrini, il Gran Consiglio ha deciso di non limitare l’aiuto alla sola stampa romancia ma di estenderlo anche a quella di lingua italiana. Un provvedimento che non può che fare piacere, non fosse altro perché riconosce il ruolo di pubblica utilità che i nostri giornali di valli svolgono, così come fa piacere che anche nei Comuni monolingui si potranno aprire delle scuole bilingui.
Non entriamo nei dettagli della legge, ma due segnalazioni ci sembrano comunque opportune: nella legge è stato inserito il fatto che il Governo intraprenda tutto quanto necessario per far venire nei Grigioni un istituto nazionale sul plurilinguismo e il Gran Consiglio ha statuito sul principio che la popolazione debba essere coinvolta con una votazione nel caso in cui in un Comune plurilingue decidesse di cambiare la lingua ufficiale e scolastica.

Gli sgravi fiscali

Che dire degli sgravi fiscali? Forse è interessante citare l’analisi conclusiva fatta dal presidente della commissione preparatoria, Aldo Tuor di Disentis, secondo cui in fondo tutti possono essere contenti di questa riforma della legge sulle imposte perché moltissime persone riusciranno a portare a casa qualche cosa. Certo, famiglie e proprietari di abitazioni primarie avrebbero sperato che il Gran Consiglio accogliesse alcune interessanti modifiche a loro favore quali l’eliminazione della “franchigia” di 500 franchi sulle spese per la cura dei figli o l’abbassamento al 62,5% (dal 70%) del tasso di imposizione del valore locativo… Purtroppo pochi deputati hanno sostenuto misure – ci sia consentito – poco incisive sui conti dello Stato ma molto importanti per le persone toccate…

Le imprese avranno comunque il loro bell’aiuto fiscale: invece dell’attuale 15% pagheranno solo il 7% sugli utili superiori ai 149’000 franchi; ciò che, nelle intenzioni del Parlamento, dovrebbe permettere alle imprese stesse di rimanere nei Grigioni se non addirittura di attirarne delle nuove; e si sa che il lavoro è un bene prezioso quanto importante…
I genitori potranno dedurre dai loro redditi parecchi soldini più di ora, sia per la cura dei figli mentre mamma e papà lavorano, sia per i ragazzi in formazione. Le coppie sposate pagheranno meno imposte avvicinandosi così a quanto pagano due conviventi (che in maniera brutta vengono anche chiamati concubini). Gli eredi diretti (anche i concubini e i loro figli, figliastri e affiliati) saranno sgravati visto che è stata eliminata l’imposta di successione…
Insomma, molti sono i contenti. E se da questa tornata di sgravi gli unici a non guadagnarci sembrano essere i cosiddetti “single” (non sposati e non genitori), queste persone possono consolarsi in quanto la ministra delle finanze ha preannunciato che se i conti andranno bene di riduzioni d’imposte ce ne saranno anche per loro.

In merito alla legge sulle imposte, ha fatto parecchio discutere la questione del referendum che alcuni volevano obbligatorio. Alla fine il Gran Consiglio ha deciso che se c’è qualcuno che vuole opporsi deve raccogliere le firme e presentarsi davanti ai cittadini-elettori. Ciò che ha però stupito di più è che, dopo tante critiche e opposizioni, il gruppo socialista abbia annunciato che non avrebbe lanciato il referendum. Motivazione “ufficiale”: non volersi prestare al gioco del fronte borghese che avrebbe usato la votazione per la propria campagna elettorale.

La riforma amministrativa

Veniamo ora alla cosiddetta GRiforma. Così si chiama il progetto di riorganizzazione dell’amministrazione cantonale secondo i principi del “new public management”, un’espressione inglese che in sostanza significa dare un po’ più di autonomia all’amministrazione pubblica, la quale però deve agire secondo criteri di efficienza nella gestione di “buste finanziarie” (un importo globale) assegnate. Il Gran Consiglio ha stabilito che la riforma dovrà essere introdotta in tutta l’amministrazione cantonale a partire dal 2010.

La sciagura della Viamala

Da ultimo, ma non certo perché poco importante, segnaliamo che durante l’ora delle domande, rispondendo a una sollecitazione della deputata Nicoletta Noi Togni, il consigliere di Stato Stefan Engler ha espresso la commozione e la partecipazione delle autorità e dei grigionesi per i tragici avvenimenti accaduti nella galleria della Viamala, ringraziando tutti coloro che hanno partecipato ai soccorsi. Egli ha sottolineato che la sicurezza al 100% è impossibile da ottenere, anche se ciò non ci deve impedire d’impegnarsi per avere il massimo; Così, ad esempio, malgrado i lavori non siano ancora finiti, già ora si possono già usare alcuni cunicoli di salvataggio nella galleria del San Bernardino.


Su concessione de ”La Voce delle Valli”

Redatto da Marco Tognola – stampa@rezzonico.ch