La pianificazione ha fallito?
I cacciatori della Valle di Poschiavo dunque, se si paragonano i due valori estremi, hanno subito una diminuzione di bottino del 48 % nel corso di 10 anni. Questo fatto ovviamente rafforza i dubbi già esistenti in riguardo al sistema di definizione dei piani di abbattimento. Desta inoltre grande preoccupazione la mancanza di reazione da parte dei responsabili della pianificazione, l’Ufficio caccia e pesca, come pure dei rappresentanti dei cacciatori nella Commissione caccia, fra i quali il presidente di Caccia Svizzera e il presidente del BKPJV, di fronte ad uccisioni in continuo calo negli ultimi cinque anni.
Per il cervo non si può celare la sorpresa se si guarda unicamente il censimento primaverile del 2006, durante il quale ne sono stati contati 351, il quinto miglior risultato dei censimenti degli ultimi 20 anni; sono tuttavia molteplici i parametri applicati per giungere al piano di abbattimento, come per esempio la cifra oscura e il rapporto dei sessi; questi ultimi due ovviamente non sono frutto di rilevamenti assoluti, ma delle stime, che hanno comunque un notevole influsso per giungere all’effettivo autunnale fissato. La media delle uccisioni dal 1989 al 2001 danno una media annua di 125 cervi, mentre negli ultimi cinque anni la stessa è scesa a 104. Un altro fattore da considerare, o meglio ancora da analizzare da parte dell’Ufficio caccia e pesca, sono i risultati nelle zone dove negli ultimi anni sono stati creati dei nuovi asili, i quali invece di fare aumentare le uccisioni della specie del cervo nei suoi dintorni, hanno prodotto l’effetto contrario.
Non trova invece più nessuna giustificazione l’attuale sistema di pianificazione del capriolo. Se confrontiamo le uccisioni durante gli anni dal 1989 al 2006, possiamo rilevare come durante 12 anni (1989-2000) siano stati catturati in media 130 caprioli per anno, mentre nei 6 anni successivi le catture medie sono di 72 capi, con 62 nel 2006, il risultato più basso in assoluto. Da sottolineare che per il capriolo la Società cacciatori ha già chiesto ai responsabili nel 2003 e nel 2004 di adottare dei provvedimenti restrittivi, e precisamente la protezione della capriola sopra i 1400 m di altitudine, come pure una limitazione nella cacciabilità per i becchi.
A fronte degli sviluppi degli effettivi di selvaggina ad unghia fessa in Valle di Poschiavo non é affatto da meravigliarsi se la revisione della legge sulla caccia, sottoposta al popolo lo scorso 24 settembre, è stata respinta a grande maggioranza nella Valle di Poschiavo (inclusa buona parte dei cacciatori di speciale); questo risultato non è dunque segno di ignoranza, come lo qualifica il redattore del Cacciatore Grigionese nel suo articolo apparso nell’edizione di novembre della rivista JAGD & NATUR, ma segno invece di consapevolezza e quindi di sdegno verso gli organi preposti alla gestione della caccia. Basterebbe l’umiltà dei pianificatori a riconoscere che non tutte le regole matematiche sviluppate a tavolino sono sempre applicabili alle leggi della natura.
**Raccomandazione
Il comitato della Società cacciatori Poschiavo invita i cacciatori che intendono partecipare alla caccia di novembre, a fare le dovute riflessioni in riguardo a quanto suesposto e di conseguenza di
intervenire possibilmente soltanto nella classe giovane, di rispettare in particolare le cerve guida, in modo da incidere il meno possibile sugli effettivi di selvaggina stanziale, che rappresenta la base per le stagioni di caccia future.**
Società cacciatori Poschiavo
Redatto da Erno Cortesi – erno.cortesi@bluewin.ch