In fumo il fumo

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In fumo il fumo

Chiude il forum sull’abolizione del fumo nei locali pubblici. Il disegno di legge del governo grigione ha trovato ampi consensi tra i partecipanti alla discussione… anche tra i fumatori. Ora la palla passa al Gran Consiglio.

Ben presto anche nei Grigioni potrebbe dunque essere vietato il fumo in bar, ristoranti, aree scolastiche e impianti sportivi. Poco male, anzi, molto bene, questa almeno è l’opinione espressa della maggior parte dei lettori.
Ci si rallegra infatti di poter finalmente tornare a casa con i vestiti non più impregnati di fumo fino all’ultima fibra e naturalmente di poter godere di un’aria più pulita e respirabile anche nei bar. A questo proposito, un giovane poschiavino, lamentandosi della scarsa ventilazione dei nostri locali, sottolinea come questo problema potrebbe anche essere risolto da impianti di aerazione più funzionali degli attuali.

Dopo aver messo in evidenza i vari vantaggi di un’eventuale abolizione del fumo nei locali pubblici (con l’opzione di creare locali separati per fumatori), c’è chi si chiede se questo non rischi di causare una diminuzione della clientela in bar e ristoranti. Ciò è assai improbabile, si sottolinea in un altro intervento, ”poiché il bar ha un’importante funzione sociale: è punto d’incontro, d’esperienze, di divertimento”. Non è quindi la prospettiva di una sigaretta a spingere la gente al bar.

Alla domanda se questo provvedimento rappresenti una giusta tutela della salute dei non fumatori oppure una limitazione delle libertà individuali, la risposta sembra unanime: giusta tutela della salute dei non fumatori e di chi lavora nei locali.
Dello stesso parere è anche Livio Mengotti, deputato al Gran Consiglio, che in un suo contributo alla discussione, oltre a spiegare come un tentativo di introdurre una limitazione senza divieti (del tipo ”Grazie per non fumare”) sia purtroppo fallita, presenta una significativa prova della nocività del fumo passivo: ”Il fumo è composto da particelle che si possono misurare nel loro diametro. Quelle con un diametro inferiore a 10 micron (10 millesimi di millimetro) vengono considerate PM10 (polveri fini) e si infilano nei vostri alveoli dei polmoni. Quando all’esterno le PM10 superano i 50 microgrammi per metro cubo scatta l’allarme inquinamento da polveri fini. Per questo esistono molte leggi antiinquinamento per le auto, per i riscaldamenti, per le industrie, ecc… Quando siamo invece al bar ci respiriamo tranquillamente da 1000 a 5000 microgrammi per metro cubo di PM10 e purtroppo non scatta nessun allarme inquinamento. Se i vostri vestiti (che non respirano) puzzano, vi potete immaginare come saranno i vostri polmoni.”


Redatto da Gianluca Olgiati – gianlucaolgiati@hotmail.com