Noi votiamo NO allo statuto perché Noi Vogliamo una Regione Dinamica!
Il nostro rinnovato NO al riproposto statuto d’avantieri é il nostro voto deciso e convinto a favore della nostra Regione di domani, una Regione forte, stimolante e lungimirante!
Questa affermazione non è affatto contraddittoria. Noi vogliamo una Corporazione regionale competente e dinamica, con potere autonomo effettivo, con grande iniziativa. Una Corporazione che sappia accendere la scintilla dello spirito regionale tanto auspicato. Purtroppo non lo sarà se fondata su quello statuto, deficiente su numerosi aspetti decisivi. Al fine di diventare forte, è indiscutibile che una Corporazione deve iniziare con rispettare i diritti popolari di ciascuno e le fondamentali regole democratiche del nostro Paese. Accecato dal suo potere, il drappello «ostruzionista», in vena anti-democratica, disgraziatamente si ostina a volerci imporre il suo immutato prodotto d’avantieri, logorandoci per farci piegare. Disgraziatamente, non ci lascia altra via di scampo che di rifiutarlo di nuovo prima di poter metterci a costruire insieme la Corporazione come l’intendiamo. A malincuore diciamo perciò NO allo statuto e alla povera istituzione pubblica che ne risulterebbe.
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NO, perchè è anti-costituzionale
Questa «costituzione regionale» eleva la protezione delle minoranze sull’altare dei sommi beni. Il privilegio minoranzico diventa l’arbitro assoluto della cooperazione regionale e del nostro avvenire (possibili 1309 «no» di Poschiavo annullerebbero senz’altro i possibili 919 unanimi «si» di Brusio + 1307 «si» di Poschiavo = 2226 «si» della Valle). Un tocco di ponderazione ristabilirebbe le normali regole della convivenza democratica. Il drappello «ostruzionista» ha preferito creare nuove disuguaglianze, degrada la maggioranza popolare, inabilita cittadine e cittadini (3a classe), non rispetta nemmeno la Costituzione federale. -
NO, perchè perpetua il deleterio campanilismo
Statuto e la risultante istituzione rispecchiano la sfiducia intercomunale e le paure del passato. La corporazione che ne verrà fuori sarà incorrigibilmente campanilista e minimalista. Elezioni e votazioni regionalizzate sopprimerebbero i paraocchi comunali, ci aprirebbero la vista verso soluzioni regionali audaci e pionieristiche per lo sviluppo valposchiavino. Il drappello «ostruzionista» ha preferito mantenerci soggetti alla sua «spada di Damocle» bi-comunale che sbarra la visione al di là del campanile! -
NO, perchè crea un apparato traballante e costoso
Statuto e corporazione riflettono un modello di management antiquato. Ne verrà fuori un apparato burocratico e complicato. Il «parlamento» non potrà pretendere di rappresentare validamente la popolazione regionale e le sue legittime aspirazioni. Inutilmente costoso per le nostre imposte, quel pesante apparato, privo di competenze proprie, privo dell’elementare autonomia, non ci dà nessuna certezza che le prestazioni che promette per il nostro domani saranno di miglior qualità che quelle del passato, poco convincenti. Quel malfermo apparato non ci porterà lontano ma la gita sarà nondimeno sgradevole e sconfortante! -
NO, perchè è irrispettoso del popolo sovrano
È assurdo, al limite dell’impertinenza, chiedere al proprio Organo Supremo di approvare esattamente lo stesso statuto che la maggioranza (539=0) ha respinto appena un anno fa. Eppure il drappello «ostruzionista» osa fare pressione per farci piegare e ingoiare. Minaccia (ricatto?) con le «misure di vigilanza» del Cantone, facendo affronto alla nostra ragione e al nostro senso di responsabilità civica. Questa ci dice di votare di nuovo NO. Casomai sapremo difenderci contro il «balivo di Coira» e non passerà, parola di Valposchiavini!
Redatto da Dino Beti di Panìsc – dino.beti@bluewin.ch