La forza della volontà
Chiude, dopo alcuni mesi di poche ma importanti riflessioni, il forum “questioni di identità “.
Chiude, dopo alcuni mesi di poche ma importanti riflessioni, il forum “questioni di identità”, virtuale luogo di incontro in cui poter discutere di quadrilinguismo, di identità e di tanti altri aspetti legati alla cultura di una minoranza come quella grigionitaliana.
Il dibattito nasce dopo uno spiacevole errore commesso durante una nota trasmissione di SF1, incentrata sul quadrilinguismo svizzero, in cui si è taciuta l’esistenza del Grigione Italiano. Ciò ha suscitato l’indignazione della PGI, che ha prontamente inoltrato un https://www.ilbernina.ch/article.php3?id_article=3609 e si è in seguito ritenuta soddisfatta della https://www.ilbernina.ch/article.php3?id_article=3822 del responsabile del programma e del giornalista. I termini inappropriati di «Canton Ticino» e «ticinesi», per definire la Svizzera italiana nel suo insieme, sono però stati utilizzati anche dai due rappresentanti italofoni.
Da questo fatto è stato colto lo spunto per lanciare una discussione sul nostro essere grigionitaliani, con le sue condizioni e caratteristiche. È stato quindi chiesto se esiste il quadrilinguismo svizzero, se la lingua italiana sia veramente una lingua nazionale ufficiale e come definire il proprio sentirsi svizzeri italiani e grigionitaliani.
È innanzi tutto emerso che il reclamo è del tutto giustificabile, ma che, in quanto quasi sconosciuto, sta al Grigioni Italiano il dovere di farsi conoscere nel resto del paese. Quale minoranza di un cantone trilingue, ma pure quale minoranza all’interno della Svizzera italiana, il Grigioni Italiano deve quindi darsi da fare per beneficiare dei diritti che gli spettano, diritti spesso difficili da rivendicare vista la posizione subordinata. Nessun rancore però verso il resto del paese, in cui, a differenza di molte altre nazioni, le minoranze vengono quasi sempre dignitosamente rispettate. E’ stato affermato che il quadrilinguismo non è però sempre rispettato, in moltissime situazioni è infatti quasi impensabile potersi esprimere, ad esempio, nella lingua di Dante. Riguardo alla questione dell’identità svizzero italiana tutti hanno affermato di collegare la propria cultura alla propria lingua madre, molti hanno parlato di identità grigionitaliana, ma pochi, o forse nessuno, ha citato direttamente un’appartenenza comune con il Ticino. Questo fatto è forse riconducibile alla lontananza dall’unico cantone interamente italofono, al sentirsi spesso non coinvolti, ma sopratutto ad un passato diverso. Si è però parlato spesso di identità grigionitaliana, identità forse inculcata a scuola o in famiglia, ma comunque identità sentita, forse a causa di quel sentirsi minoranza, minoranza in cui i confini geografici e le piccole differenze scompaiono per poter fronteggiare le maggioranze. L’identità svizzera è sentita soprattutto in quanto nel nostro paese esiste, quasi sempre, un rispetto per i gruppi minoritari.
Alcuni ricordano che l’italiano, lingua ufficiale e lingua madre, dovrebbe essere maggiormente rispettato e valorizzato anche in Valposchiavo, sia per una questione culturale che per una economica. Una giovane ragazza scrive: “Io ho l’impressione che spesso noi ci preoccupiamo troppo del fatto di dover imparare il tedesco (cosa che pure io ritengo vitale) e ci “dimentichiamo” della nostra lingua madre, sottovalutandola! Insomma, solo per il semplice fatto che viviamo in una valle confinante con regioni di lingua tedesca, ciò non significa che dobbiamo adattarci a parlare solo quella lingua, trovo che siamo fortunati ad aver la possibilità di esprimerci in italiano. Io personalmente la trovo una lingua stupenda, sono orgogliosa che sia la mia lingua materna e spero di riuscire a migliorarla sempre!” Un giovane valposchiavino afferma che: “Saper parlare l’italiano oggi secondo me è molto importante visto che pian piano le frontiere non esistono più e gli orizzonti si allargano anche verso sud.”
Nessuno ha però accennato ad un rinchiudersi nella propria lingua e nella propria cultura, in quanto la forza degli svizzeri sta proprio in quella coesione nazionale che lega ogni singolo cittadino, coesione che non è retta da una cultura, da una lingua o da una religione comune, ma proprio dalla volontà di stare, più o meno amorevolmente, assieme.
Redatto da Il Bernina – redazione@ilbernina.ch