Una dimora signorile nel suo contesto storico e architettonico
La Casa Besta, la vecchia casa comunale di Brusio, è uno dei pezzi più pregiati del patrimonio storico e architettonico del piccolo comune grigione al confine con la Valtellina. Se all’esterno solo pochi elementi ne tradiscono il carattere signorile, gli ambienti interni, riccamente decorati, sono una testimonianza preziosa della cultura abitativa delle classi medio-alte durante l’Ancien régime.
In origine dimora contadina, la casa fu ristrutturata nella prima metà del Settecento dalla famiglia protestante valtellinese dei Marlianici. Passata per via ereditaria alla famiglia Besta, originaria di Teglio, la casa fu acquistata alla fine dell’Ottocento dal comune di Brusio, che ne fece la propria sede fino al 1962. L’edificio è stato restaurato nel 2000.
A sette anni dalla riapertura al pubblico della vecchia casa comunale, il libro Brusio e la Casa Besta, frutto di ampie ricerche d’archivio, ricostruisce la storia dell’edificio, dei suoi abitanti e della comunità in cui è sorto, mettendone in rilievo, anche grazie alle numerose illustrazioni, il valore artistico e architettonico.
Nel primo capitolo Daniele Papacella ripercorre le vicende del comune di Brusio, dalle origini medievali alla separazione dal Comun grande di Poschiavo. La sua analisi si occupa in particolare dei conflitti che hanno caratterizzato la storia locale, da quelli fra le classi sociali ai conflitti di natura confessionale, passando per le numerose vertenze che hanno opposto Brusio alle comunità limitrofe di Tirano e Poschiavo.
Andrea Tognina si sofferma nel secondo capitolo sulle vicende ancora poco note della presenza protestante in Valtellina dopo la sollevazione del 1620 (il cosiddetto «sacro macello») e delle relazioni dei riformati valtellinesi, a cui il capitolato di Milano del 1639 aveva proibito formalmente la residenza nella loro valle d’origine, con il territorio di Brusio.
Nel terzo capitolo lo stesso autore ricostruisce la storia delle famiglie Marlianici e Besta, proprietarie durante il Settecento della Casa Besta, e delle loro relazioni sociali ed economiche con la popolazione locale.
Segue un saggio di Diego Giovanoli dedicato agli aspetti urbanistici, architettonici ed artistici della Casa Besta. L’interpretazione dei dati raccolti in fase di restauro e dell’arredo interno permettono all’autore di delineare le fasi di edificazione e di formulare ipotesi sulla struttura rurale originaria della casa e sulle sua successiva trasformazione in dimora signorile.
Dario Monigatti ricorda infine le vicende che hanno condotto al restauro della Casa Besta, vicende da cui emergono in particolare l’impegno profuso da molte persone nell’opera di salvaguardia dell’edificio storico e che sono esemplari dei dibattiti che accompagnano molti progetti di tutela del patrimonio culturale.
Il libro è arricchito da alcune sezioni fotografiche, dagli alberi genealogici delle famiglie Marlianici e Besta, e da due schede dedicate rispettivamente alla famiglia Trippi, proprietaria nell’Ottocento della Casa Besta, e al quartiere delle Canve a Brusio.
Il libro sarà presentato venerdì 30 marzo 2007 alle ore 20.00 nella sala multiuso della Casa Besta di Brusio. Interverranno gli autori.
Il volume può essere acquistato, al prezzo di 45 franchi o 30 euro, al seguente indirizzo: Museo Casa Besta c/o Dario Monigatti, 7743 Brusio, dmonigatti@bluewin.ch. Il giorno della presentazione il libro sarà venduto a prezzo ribassato.
Dario Monigatti, Andrea Tognina, Diego Giovanoli, Daniele Papacella, Brusio e la Casa Besta: una dimora signorile nel suo contesto storico e architettonico, Brusio, Casa Besta / Società Storica Val Poschiavo, 2007, ISBN 978-3-9522582-2-4
Redatto da Andrea Tognina – ant@freesurf.ch