Come dire ”ti amo” alla persona amata? … e mantenerlo! (17)
Il contatto fisico
Carissime coppie! Siamo giunti al quinto e ultimo linguaggio d’amore proposto dal dottor Gary Chapman nella sua pubblicazione intitolata per l’appunto ”I 5 linguaggi dell’amore”. La nuova tematica riguarda il contatto fisico che sappiamo essere un modo per comunicare amore a livello emozionale già da molto tempo. Ciò si può notare già dai bambini: coloro che sono spesso coccolati, abbracciati o anche semplicemente tenuti in braccio sviluppano una vita emozionale più sana rispetto a chi ne è privato. “In qualsiasi cultura”, afferma il dottor Chapman, “i genitori saggi non fanno mancare il contatto fisico ai loro figli.”
Il contatto fisico è anche un potente veicolo per comunicare l’amore coniugale. Tenersi per mano, baciarsi, abbracciarsi e avere rapporti sessuali sono modi per trasmettere amore emozionale al proprio consorte. Per qualcuno il contatto fisico rappresenta il linguaggio d’amore principale: in assenza dello stesso, non si sentono amati.
Nel matrimonio spetta a marito e moglie stabilire quali approcci fisici e quali modi per esprimerli siano appropriati e quali no. Tentare di scoprire nuove zone da toccare e nuovi modi per farlo rappresenta una sfida entusiasmante e vale la pena avventuarvisi, considerando comunque un aspetto fondamentale. Una volta chiarito che il linguaggio d’amore principale del/la nostro/a partner è quello del contatto fisico è importante sapere che l’ultima parola gli/le spetta, in quanto noi stiamo imparando a parlare il suo linguaggio. Non incorriamo quindi nell’errore di credere che i contatti che noi riteniamo gradevoli siano piacevoli anche per nostro/a marito o moglie.
Parlando di contatto fisico non possiamo tralasciare di parlare di una piaga attuale. La nostra epoca è caratterizzata da apertura e libertà sessuale. Nonostante questa libertà è dimostrato che il matrimonio aperto, in cui entrambi i coniugi sono liberi di vivere intimità sessuale con altri individui, è illusorio. Chi non solleva obiezioni partendo da basi morali, alla fine dissentirà per ragioni emozionali. Qualcosa che ha a che fare con il nostro bisogno di intimità e di amore non ci consente di accordare al nostro coniuge una tale libertà. Sorge un dolore profondo e l’intimità sfuma, quando comprendiamo che il nostro partner vive un’intimità sessuale con qualcun altro.
Sotto questo cappello rientra pure l’aspetto dell’infedeltà coniugale: le ferite che si aprono per attimi di piacere fisico extraconiugali richiedono complesse riparazioni, affinché siano ripristinate le necessità emozionali del nostro consorte. Ma ne vale davvero la pena?
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Redatto da Luca Crameri – Micheletti – luca.crameri@dedalo.ch