Echi mediatici all’indomani della nomina di Vitus Huonder

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Echi mediatici all’indomani della nomina di Vitus Huonder

Se la reazione sul campo risulta moderata (vedi 4405, in modo più stuzzicante hanno reagito i media. Questo perlomeno la mia personale impressione. Titoli alquanto provocanti trovano posto nelle prime pagine delle testate svizzero-tedesche.

Il “Tages Anzeiger” (Zurigo) porta lo scoop in anteprima con l’edizione di sabato mattina 7 luglio, prima che la Santa Sede ne dia la conferma e la nomina venga ufficializzata. Il titolo a pagina tre ha il chiaro intento di ravvivare i ricordi, per molti negativi, dell’era Haas: Un vescovo dalla frazione Haas [Ein Bischof aus der Haas-Fraktion, TA, sabato 7 luglio 2007, p. 3]. E se l’articolo, benché molto critico tenda ad essere oggettivo, nel commento Michael Meier dà sfogo a tutta la sua frustrazione, intitolandolo “Una scelta infelice” [Unglückliche Wahl, TA, sabato 7 luglio 2007, p. 3]. Nel secondo paragrafo scrive: “È assolutamente incomprensibile come Roma, il nunzio apostolico Francesco Canalini e il capitolo della cattedrale abbiano potuto eleggere a capo della diocesi questo uomo così logorato”. Da poi la colpa anche al vescovo dimissionario Grab, che poche righe sopra aveva lodato, per la sua capacità di ricucire la ferita causata dal caso Haas, rinfacciandogli di aver nominato nel capitolo solo persone conservative e addirittura un uomo di grande importanza nell’Opus Dei – quasi fosse un reato far parte dell’Opus Dei. Mi sembra quasi di leggere Dan Brown (autore tra l’altro del discusso romanzo “Il codice da Vinci” – libro che i vescovi italiani hanno invitato a non leggere), dove dell’Opus Dei viene fatta una grande e spaventosa caricatura. Poi se la prende di nuovo con Huonder, chiedendosi come sia possibile che un pastore sia accettato ed amato, se non è mai stato benvisto come parroco. Forse Meier, preso da tutte le sue paure e il suo odio si è dimenticato che sono stati proprio i parroci e gli assistenti pastorali a volere la usa elezione a vicario generale dei Grigioni nel 1998. Si chiede inoltre che credibilità abbia una persona che prima dell’elezione si umilia a voler ritirarsi in un convento di suore, dopo aver dato, come da prassi, le dimissioni da vicario generale, quasi sia un’umiliazione mettersi al servizio di una comunità monastica.

In tal modo viene presentato il nuovo vescovo ai fedeli di Zurigo. Non è poi da stupirsi se la gente diventa mal fidente nei confronti dei propri pastori.
Sorprendente è stata per me forse la reazione molto moderata della popolazione, che prima di voler parlare di catastrofi, si dice fiduciosa a voler vedere ciò che Huonder saprà fare per la diocesi.

La Tages Anzeiger cerca pure di affilare determinate posizioni moderate del nuovo pastore della diocesi. L’occhiello che apre l’intervista di Antonio Cortesi con Vitus Huonder parla di divieto della predica dei laici nel canton Zurigo, [… die im Kanton Zürich übliche Laienpredigt will er verbieten, TA 10 luglio 2007, p. 3]. Nella stessa intervista Huonder spiega invece le differenze fra il canton Grigioni e il canton Zurigo, e cioè che nei Grigioni, durante la S. Messa la predica dei laici non sia prevista. Controbatte l’intervistatore dicendo che la predica di laici a Zurigo, che fa parte della diocesi di Coira, sia già molto diffusa. E chiede al neoeletto se desidera in futuro vietarla. Huonder risponde diplomaticamente che è pronto a scendere a compromessi, dicendo che sarà necessario giungere nella pratica ad un’unità. Quindi dovete intervenire nel canton Zurigo? – chiede il giornalista. Intervenire è forse la parola sbagliata – risponde l’intervistato – Noi dobbiamo discutere assieme questo problema. Io desidero convincere la gente e non semplicemente intervenire. Proprio in questo frangente è stata Roma a chiedere ai vescovi Svizzeri (presente anche il dimissionario Grab) di regolare tale cosa. La risposta di Huonder non poteva essere più corretta e diplomatica.

Non trovando grande eco critica fra la popolazione, la discussione nei media si sposta dalla persona al modo in cui è stata eletta. La diocesi di Coira ha il diritto di eleggere tramite il Capitolo della Cattedrale il proprio pastore scegliendolo fra una lista di tre candidati (triade) proposta dalla Santa Sede. Solo il Capitolo della Cattedrale è a conoscenza dei tre nomi e ne sceglie uno, che viene in seguito confermato da Roma e quindi ufficializzato.

C’è stata, però una fuga di informazioni che ha permesso al Tages Anzeiger di comunicare la notizia in anteprima sabato (l’ufficializzazione è avvenuta solo domenica) così come scoprire il nome dei due altri candidati che, a dire sempre ancora della testata zurighese, non avrebbe nulla a che fare con la diocesi di Coira. La scelta per i membri del Capitolo sarebbe stata forzata – almeno questa la tesi. A tale tesi fa eco la “Südostschweiz” intitolando: Elezione del Vescovo – un’elezione che non fu?” [Bischofswahl – eine Wahl, die keine war?, SO, giovedì 12 luglio 2007, prima pagina].

La missione accettata da Huonder non è delle più facili e i media non stanno certamente dalla sua parte. Huonder si è detto molto sorpreso della propria elezione, proprio perché conscio del pesante fardello lasciato dal vescovo Haas e della carriera che ha saputo fare sotto quest’ultimo. Sorpreso ma molto motivato e felice di mettersi al servizio della sua diocesi. Ha accettato subito l’incarico proprio perché si è sentito in dovere nei confronti dei suoi fedeli.

Auguriamo quindi al neoeletto Vitus Huonder molto successo a capo della nostra diocesi, malgrado la disapprovazione di determinate cerchie, cercando di aiutarlo nel nostro piccolo e nella preghiera.

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Redatto da Fabio Rossi – ciocia_far@hotmail.com