Maretta nella deputazione grigionitaliana

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Maretta nella deputazione grigionitaliana

Nicoletta lascia la deputazione

Il nuovo presidente della deputazione grigionitaliana in Gran Consiglio è Livio Mengotti di Poschiavo e il suo vice è Rodolfo Fasani di Mesocco. Ma, la notizia è l’abbandono di Nicoletta Noi-Togni. La granconsigliera di San Vittore lascia la deputazione, con una lettera nella quale spiega “i motivi che mi spingono a questo passo”. Questi motivi sono tre: “i comportamenti nella deputazione”, “la costellazione e la dominanza”, “la modalità di lavoro e le interferenze”.

I comportamenti nella deputazione, dapprima.

Viene denunciato il fatto che “ormai da tempo” è “venuta a mancare” una condizione essenziale, ovvero “l’osservanza del reciproco rispetto”, con la conseguenza che “io mi devo continuamente difendere dagli attacchi verbali – molte volte grossolani e violenti – del collega Martino Rigetti; cosa che a lungo andare non può essere da me né accettata, né tollerata”.

La costellazione e la dominanza, poi.

Viene denunciato il fatto che “dei 13 granconsiglieri della deputazione del Grigioni italiano in Gran Consiglio, ben 8 appartengono al Partito popolare democratico cristiano”, con la conseguenza di un “equilibrio che in questo momento manca” e il rischio di “scompensi”.

La modalità di lavoro e le interferenze, infine.

Viene denunciato il fatto che la Pro Grigioni italiano è “intensamente presente nella deputazione”, con la conseguenza che le prese di posizione dell’associazione, in particolare su “oggetti di carattere culturale”, diventano “d’ufficio le prese di posizione della deputazione”, anche per quanto riguarda gli “aspetti squisitamente politici” che non devono invece “essere delegati”.

Livio Mengotti, nel prendere atto delle dimissioni, ritiene di poterle considerare “non ancora irrevocabili”, in quanto “affrettate”, e intravede degli spiragli affinché la situazione possa ricomporsi. Insomma, “dovremo fare una riflessione all’interno della deputazione e ridiscutere con calma la situazione”.



Punti d’incontro da sviluppare

La legge cantonale sulle lingue ha rappresentato, per la deputazione grigionitaliana in Gran Consiglio, una buona occasione per dimostrare d’essere coesa; una coesione compatta, anche se non granitica, comunque degna di nota. Un caso isolato?
L’eccezione che conferma la regola, o la regola in odor di cambiamento? Su questa manifestata unità e sulle sue prospettive abbiamo interpellato – in tempi non sospetti, va precisato, molto prima cioè della turbolenza dell’ultima ora – tre granconsiglieri delle valli: in rigoroso ordine alfabetico, il bregagliotto Luca Giovanoli, il poschiavino Livio Mengotti e il mesolcinese Martino Righetti.

Per quanto riguarda la legge sulle lingue, Giovanoli la considera “un buon esempio” e ritiene “sicuramente un fatto positivo l’unità della deputazione”, anche se – puntualizza – “è però giusto e importante che maturino opinioni singole e che possano essere espresse“.

Mengotti parla di “un bel momento di aggregazione del Grigioni italiano attorno a un tema comune” e considera “positivo” il fatto che “la deputazione abbia dato una risposta fortemente unitaria”.

Rigetti si rallegra del fatto che “per una volta la deputazione è stata compatta, ovvero dodici su tredici” e ne trae un insegnamento per il futuro, nel senso che “quando noi come deputati andiamo uniti verso il Cantone, la maggioranza tedesca si vede obbligata ad ascoltarci, magari non a condividere, in ogni caso a prenderci sul serio”.

Il futuro, appunto. Sulla base della positiva esperienza fatta con la legge sulle lingue, quali potrebbero essere i punti d’incontro da sviluppare?

Giovanoli auspica, innanzitutto, che “la deputazione possa essere unita anche su questioni che riguardano una sola valle del Grigioni italiano” e, per quanto riguarda specificatamente la Bregaglia, cita le strade (“sicurezza anche d’inverno sul tratto Maloja-Sils”, “circonvallazione di Silvaplana”) e le finanze (“perequazione finanziaria Cantone-Comuni”, “incasso dei canoni d’acqua”).

In termini generali, Mengotti cita la giustizia (“presenza grigionitaliana nei tribunali cantonali da assicurare presentando una candidatura che sia condivisa da tutte le valli”) e la lingua (“traduzione simultanea in Gran Consiglio perché la situazione attuale limita la libertà d’espressione”), mentre in chiave valposchiavina cita il traffico (“sicurezza sul Bernina”, “traffico da e per Livigno”) e la formazione (“mantenimento della Scuola professionale di Poschiavo, l’unica del e nel Grigioni italiano”).

Rigetti vede nei temi economici (“creare le premesse affinché si possa vivere e lavorare nelle regioni”, “incentivi per sostenere le industrie e promuovere i posti di lavoro”, “elaborare un concetto comune per il Grigioni italiano di sfruttamento delle potenzialità dell’agricoltura e del turismo”) e ambientali (“un giusto equilibrio tra le vie di comunicazione e la salvaguardia dell’ambiente”) i punti d’incontro da sviluppare e, dall’osservatorio moesano, indica “la necessità di sviluppare il concetto di Svizzera italiana e i contatti con il Canton Ticino”.

Infine, un punto d’incontro di straordinaria importanza dovrà essere la sessione “extra muros” del Gran Consiglio qualora si dovesse tenere a Poschiavo. Tutti e tre i deputati ne sono fermamente convinti: per Giovanoli bisogna “farla diventare la sessione del Grigioni italiano“, per Mengotti è “un’occasione più unica che rara, con la deputazione chiamata ad assumersi un ruolo guida e di coordinamento” e per Rigetti è “un’opportunità per tutto il Grigioni italiano purché si abbiano a coinvolgere gli enti delle quattro valli”.

A questo punto bisogna solo (si fa per dire!) mettere in campo tanta buona volontà.

Redatto da Marco Tognola – stampa@rezzonico.ch