Rätia Energie: gli ambientalisti non si arrendono

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Rätia Energie: gli ambientalisti non si arrendono

Pro Natura e WWF hanno inoltrato ricorso al Tribunale federale contro il rinnovo della concessione per lo sfruttamento idroelettrico rilasciata a Rätia Energie e contro l’ampliamento degli impianti nell’Alta Valposchiavo. Si apre così una nuova pagina nel delicato caso che oppone la società  idroelettrica alle associazioni ambientaliste. Ora non resta che attendere la decisione dei giudici di Losanna.

Un mese fa, il Tribunale amministrativo cantonale aveva respinto il ricorso presentato da WWF, Pro Natura e Fondazione Greina. A far storcere il naso agli ecologisti era in particolare il previsto livello dei corsi d’acqua, i cosiddetti deflussi minimi.

Il ricorso non contesta la continuazione dell’esercizio e nemmeno il potenziamento degli impianti – hanno comunicato WWF e Pro Natura – ma chiede “che le variazioni massicce dei deflussi nel Poschiavino vengano ridotte a proporzioni sostenibili per la natura”.

Rivolgendosi al Tribunale federale, ultima istanza giuridica a livello svizzero, gli ambientalisti sperano di ottenere l’annullamento della concessione rilasciata dai comuni di Pontresina e Poschiavo e confermata dal Consiglio di Stato dei Grigioni, nell’agosto del 2006.

Secondo studi recenti, un rapporto tra la portata di piena e quella di magra di 3 o 4 a 1 può ancora essere considerato sopportabile per l’ambiente. In questo caso la concessione ammette però un rapporto di 40:1, sottolineano WWF e Pro Natura. Ciò significa che nei periodi di debole richiesta il deflusso invernale nel Poschiavino si limiterà a poco meno di 500 litri al secondo, mentre esso si gonfierà fino a 20 mila litri quando le turbine funzioneranno a pieno regime.

La violenza delle ondate artificiali di piena trascina via le uova dei pesci e gli organismi acquatici, che nei periodi caratterizzati da portate ridotte rischiano invece di arenarsi sulle sponde che si prosciugano, avvertono gli ecologisti. Per questo motivo il Poschiavino, “già oggi parzialmente compromesso, sarà distrutto per altri 80 anni, come habitat per i pesci, lungo ben sette chilometri”.

Secondo i ricorrenti, la variazione repentina dei deflussi può essere facilmente risolta: “l’acqua turbinata nella centrale di Robbia, anziché restituita direttamente nel Poschiavino, potrebbe essere convogliata separatamente nel Lago di Poschiavo ed essere usata da una nuova centrale per la produzione di preziosa energia di punta. Questa centrale non metterebbe in forse la redditività del progetto e consentirebbe inoltre a Rätia Energie di produrre più di 24 GWh di energia di punta supplementari.”

Rätia Energie, dal canto suo, aveva sempre giudicato “improponibili e insostenibili economicamente” le rivendicazioni degli ambientalisti, ritenendo sufficienti le misure di protezione ambientale incluse nell’accordo sulle concessioni.

Redatto da Gianluca Olgiati – gianlucaolgiati@hotmail.com