Due assemblee ”sanza infamia e sanza lodo”
Domenica scorsa abbiamo assistito ad un’Assemblea comunale e ad un’Assemblea patriziale in tono dimesso, piatta, senza acuti, priva di toni bassi, semmai sommessi, quasi rassegnati al fatto che i conti vanno bene, quasi rassegnati alla constatazione che il futuro non riserverà a Brusio uno scenario avvincente. Il sindaco Cathieni che sciorina a ritmo chiaro e spedito il resoconto finanziario comunale, che dimostra come i conti siano stati tenuti bene, dove il debito pro capite ammonta soltanto a circa duemila franchi e dove la forza di autofinanziamento fa un grosso balzo verso l’alto, addirittura al 700%, sette volte maggiore rispetto all’anno precedente. “Ma forse c’è un errore”, sentenzia l’attento e preciso granconsigliere Plozza.
Così il tasso d’imposta deve essere giustamente diminuito di quasi cinque punti percentuali che, per il cittadino e le aziende, significherà, sommato alla diminuzione delle imposte cantonali, ad oltre il 10% di risparmio. Niente male, se abbinato al prezzo della nostra materia prima per eccellenza, oltre ai sassi naturalmente, che manterrà inalterate le tariffe. Il prezzo dell’energia elettrica a Brusio continua infatti ad essere molto basso.
Nella zona La Motina – I Prati si approva la creazione di una nuova area edificabile, operazione che sposterà ulteriormente la popolazione brusiese nella parte più solatia e discosta dal traffico. Nessuno fa notare però, nemmeno chi scrive, che i problemi viari di accesso, considerati tutti, non sembrano risolti, non sembrano essere all’altezza della situazione. Ma sappiamo che reagiremo soltanto quanto accadrà un incidente grave. Solo allora gli accessi saranno ammodernati come si deve.
Il preventivo 2008 fila via a buon ritmo e il sindaco è ben preparato e documentato. Affiorano qua e là delle perplessità, ma nessuno osa proferir parola critica; va bene così. Il finanziamento della scuola non subisce decurtamenti di sorta e notiamo che il trasporto per Poschiavo costa quanto un insegnante. Il restauro del Serassi può godere di una buona garanzia di deficit, mentre per l’ospedale si preventivano duecentomila franchi per la copertura del deficit futuro. Il contributo fortemente maggiorato a favore dell’Ente turistico non desta scalpore, tranne che dei commenti tenui tipo “speriamo che l’operazione porti qualcosa anche per Brusio”; sono sentimenti espressi con rassegnazione, privi di qualsiasi entusiasmo. Si ricorda che il progetto di Garbella intanto non sarà realizzato e tutti si sforzano a credere che il motivo sia di ordine finanziario. L’Assemblea decreta di fatto, seguendo la decisione del Consiglio comunale, la rinuncia al cofinanziamento del grande evento al Viadotto, con cui in effetti non si è mai identificata abbastanza; quindi il territorio di Brusio si appresta ad accogliere la terza edizione di Musica al Viadot, finanziata nella sua maggior parte dal Comune di Poschiavo e dal Comune di Tirano. Nessuno ricorda che l’anno prossimo il Viadotto compirà un secolo, che probabilmente diventerà patrimonio mondiale dell’umanità, e che fra due anni la Ferrovia retica festeggerà i suoi cento anni di vita anche nella parte bassa della Valposchiavo.
Dopo la mesta serata informativa del 5 dicembre, che ha presentato un probabile forte ridimensionamento della scuola nel Comune di Brusio, l’Assemblea dimostra ancora una volta la mancanza di un vero e proprio progetto di sviluppo per Brusio, un piano guida che possa integrarsi idealmente con lo sviluppo della valle intera.
Un’Assemblea perciò “sanza infamia e sanza lodo”, ma vogliamo credere che il silenzio sia quello tipico che precede la battaglia, non la resa incondizionata. Non sono un soldato di quelli veri, ma sono pronto a fare la mia modesta parte. Proviamo a dare un contributo per risollevare il morale della truppa, troppo basso per tentare una reazione razionale ed efficace. Su la testa, cari concittadini brusiesi, vediamo insieme di non investire soldi soltanto per i defunti e per gli anziani, con tutto il rispetto per loro, che ci hanno portati fin qui. Apriamo invece le nostre menti e le nostre casseforti per le generazioni giovani e future o per quelle che giovani si sentono. Ce la possiamo ancora fare; non è mai troppo tardi.
Danilo Nussio
Occorre gettare un sasso nello stagno
IL BERNINA propone di gettare un sasso nello stagno per sollecitare il dibattito e per non lasciarsi andare alla rassegnazione.
Ecco alcune proposte di riflessione tolte da un articolo apparso oggi sul Corriere del Ticino a margine della presentazione dell’ultimo libro del noto finanziere Tito Tettamanti “Progetto Ticino. Oltre il quotidiano e la contingenza”.
Dino Balestra, direttore della RTSI, Alfonso Tour, vicedirettore del Corriere del Ticino, Antonio Spadafora, ex direttore della Biblioteca di Locarno, e Giancarlo Dillena, direttore del Corriere del Ticino hanno dato vita ad una discussione aperta e schietta con il fine di contribuire a fare uscire il Ticino dalla impasse nel quale si trova.
Crediamo che le riflessioni pubblicate sul giornale ticinese possano essere lette anche con una chiave locale, chiave valposchiavina, brusiense.
Alfonso Tour
… parla di un Ticino che negli anni passati ha vissuto grazie ad un gioco di rimessa e che ha approfittato della sua situazione geografica. Parla pure di un paese povero di intraprendenza e di una visione politica ed economica per il futuro.
Giancarlo Dillena
… parla invece di un libro che getta un sasso nello stagno, non per schizzare acqua lurida addosso agli altri, ma per portare a galla i problemi e discuterli. Dice inoltre che il Paese è in grado di affrontare il proprio futuro, consapevole dei propri limiti, ma anche delle proprie possibilità, in un mondo che non lo aspetta e che non può neppure essere semplicemente chiuso fuori dalla porta.
Termina dicendo: ”Confrontiamoci e accapigliamoci, dunque! Ma non per blindarci in difesa. Per trovare l’idea migliore con cui segnare.”
Aggiungiamo inoltre degli spunti legati alla parola “silenzio” tolti dal libro “La prima guerra del football” di Ryszard Kapuscinski, corrispondente all’estero dell’agenzia di stampa polacca PAP.
Oggi si parla molto di lotta contro il rumore, mentre sarebbe più importante la lotta contro il silenzio. Scopo della lotta contro il rumore è la pace dei nervi, quello della lotta contro il silenzio la salvaguardia della vita umana.
Il silenzio gode della facoltà di diffondersi: per questo usiamo espressioni quali “intorno regnava il silenzio” oppure “calò un silenzio generale”. Il silenzio può anche assumere un peso: per questo parliamo di “peso del silenzio” come parliamo del peso dei solidi e dei liquidi.
La parola “silenzio” si associa di preferenza a parole come “tomba” (un silenzio di tomba), “morte” (un silenzio di morte), …
Appunti a cura di
Luca Beti
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Redatto da Luca Beti – luca.beti@bluewin.ch