Un tabù da infrangere
Avendo letto le spiegazioni del Gran Consiglio e le varie altre opinioni nei media sull’iniziativa ”80 sono abbastanza» credo di aver capito tre cose.
Unanimità riguardo alla complessità del mandato dei granconsiglieri
Opponenti come promotori della proposta di limitare a 80 unità i seggi in Gran Consiglio sono unanimi sull’intrinseca natura del mandato dei deputati. Collaborando strettamente insieme devono saper creare una legislazione capillarmente modulata che tenga conto delle aspirazioni di tutta la popolazione ovunque viva sul territorio. Il Cantone è molto variato. Per i deputati si tratta di prendere in considerazione tutti i suoi aspetti, ossia: le esigenze demografiche e sociali, le costrizioni economiche, le specificità linguistiche, le innumerevoli sfaccettature culturali, le particolarità regionali, le diversità urbane e rurali, la competizione nonché rivalità tra centri e periferie, le tendenze politiche e confessionali, le rivendicazioni medio ambientali, e molteplici altri aspetti. La quadratura del cerchio? Pressappoco. In ogni modo un compito arduo ed esigente al quale nessun deputato può sottrarsi se vuole adempiere al mandato affidatogli dall’elettorato.
L’iniziativa ci invita a votare sul numero di seggi, su nient’altro. Aspetto puramente quantitativo, non trascurabile ma nemmeno capitale. Visione troppo ristretta del Gran Consiglio. Infatti la sua capacità di adempiere alla sua fondamentale missione dipende inseparabilmente della qualità di quelli che occuperanno i seggi. Di ciò nessuno vuol parlarne. Ovvio che è un tema delicato ma perché dovrebbe rimanere un tabù da non infrangere?! Né i promotori né gli opponenti ignorano il fatto che, ben più che la quantità, innanzi tutto conta la stoffa della quale è fatto ognuno dei deputati, specialmente le sue capacità umane e professionali, le sue conoscenze e esperienze. Altrettanto importa che ogni eletto sia in grado di rendersi assai disponibile per onorare gli impegni della sua carica. A questo fine un deputato deve di regola poter consacrare al suo mandato due volte il tempo riservato alle sessioni, per interagire con la gente che rappresenta, per informarsi e informare, per documentarsi e prepararsi per dibattiti e trattative. Due riforme già fatte del Parlamento ne hanno migliorato il funzionamento interno. Una terza riforma s’impone al fine di adeguare le condizioni finanziarie e logistiche delle quali deve disporre il deputato anche extra-sessione per potersi impegnare alla misura del suo esigente mandato. L’introduzione di appoggi calibrati stimolerebbe l’interesse di potenziali deputati di ottima qualità che oggigiorno esitano a candidarsi causa mancanza di mezzi propri necessari per sostenere la carica di granconsigliere. Grazie a migliorate circostanze basiche dell’attività di deputato diventerà senz’altro possibile reclutare l’ottantina d’indispensabili deputati sanamente ambiziosi, capaci e disponibili che costituiranno il nostro Parlamento, genuina rappresentanza del popolo.
Redatto da Dino Beti di Panìsc – dino.beti@bluewin.ch