Liberi ed indipendenti

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Liberi ed indipendenti

Li chiamano K.I.P.P.E.R.S.: ”Kids in Parents’ Pockets Eroding Retirement Savings”, in parole quotidiane, quelle persone che decidono di vivere fino a trenta, quaranta e più anni con i propri genitori.

A noi una cosa del genere risulta quasi impossibile, assurda. Per un giovane Valposchiavino è normale dover lasciare, anche se solo per breve tempo, il proprio nido una volta finita la scuola dell’obbligo, ossia attorno ai 16 anni. Età, questa, che spesso porta litigi e scontri con i propri genitori, perché giustamente il mondo visto con gli occhi di un adolescente non sarà mai quello visto con gli occhi di un adulto.

Occhi che grazie (o forse per colpa?) dell’esperienza, di realtà ne filtrano parecchia. Da noi vi è la tendenza a diventare presto autonomi e se anche dopo un apprendistato o studio che sia facciamo ritorno in valle, un distacco, un primo passo verso una futura indipendenza già è stato compiuto.

I così soprannominati K.I.P.P.E.R.S., invece, non vedono il fatto di condividere la loro giornata, i loro pranzi, le loro serate con i propri genitori come mancanza d’indipendenza e di libertà. Al contrario, tutto ciò è vissuto come un vero e proprio piacere, un ozio in più che ci si può concedere, un vizio al quale molta gente rinuncia crescendo. Ammettono di essere viziati dai genitori e di viziarli a loro volta, senza vergogna. Si dividono i costi e le spese e la solitudine resta un sentimento sconosciuto.

Spesso la domenica sera, quando ci si deve recare in stazione dove il treno aspetta, quando suona il campanello ed è il nostro passaggio che attende, quando si deve preparare la valigia e lasciare la propria camera, un po’ possiamo invidiare questi K.I.P.P.E.R.S., ma ogni cosa ha il suo tempo e prima o poi chiunque deve prendere in mano le redini della propria vita.

A noi tocca scegliere. In bene o in male, l’importante è scegliere.

Redatto da Elisa Bontognali – b.elisa@bluewin.ch