Per due chili di Amsterdamer

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Per due chili di Amsterdamer

Continuano le avventure del Sciur Pibin proposte da Dino Beti di Panisc, che riceviamo e pubblichiamo.

La Redazione

Valposchiavo A.D. 2030

In fondo alla sala il Sciabulinsky si drizzò di soprassalto, imbarazzato di essersi assopito. Il CEO lo aveva annoiato con le sue insipide riflessioni sull’economia mondiale e il suo piagnucolio sulle finanze comunali. Un incessante bla-bla che lui non ci capiva un corno. Cosa avesse poi a che fare il golf nell’affare della «morte del fant», e che quel campo avesse poi tredici o diciotto buchi o che ne so io, e perché ci volessero mazze, per di più di legno, al Sciabulinsky gliene fregava un cavolo. Si era assopito. Neanche le promesse di centinaia di posti di lavoro riccamente pagati a LaRösa erano riusciti a mantenerlo sveglio!

«Vedo, vedo», sorride Brocha lisciandosi il mento, «il Sciabulinsky era rimasto tale quale l’avevo conosciuto prima che lasciassi la Valle nel 1999. Il traffico doveva essere scorrevole, senza ingorgo, senza incidenti! Di tutto il resto lui se ne infischiava!»

«Io quel Sciabulinsky non l’ho conosciuto veramente», osservo per inciso, «incontrandoci ci salutavamo, come si faceva ancora in paese. Sennò nulla. A LaVila si sussurrava tuttavia che non perdeva la minima occasione che potesse ingraziargli le cerchie del potere comunale…»

Comunque fosse, il Sciabulinsky si rianimò dall’assopimento quando la parola «circolazione» esternata dal Sciur Pibin colpì i suoi timpani. Il CEO proseguiva con i progetti già condannati a causa della precarietà delle finanze comunali. Un’interminabile litania di progetti a suo giudizio pionieristici:
-Cestinato il trasferimento dell’ufficio cantonale della circolazione da Samaden a LaRösa (che avrebbe servito Engadina Alta, Bregaglia e Valposchiavo);
-Scartata la centrale eolica lassù al Prudalvént (avrebbe fornito corrente verde per tutto il Comune);
-Stralciato il traforo del tunnel da Pagnunscin a Ureza per la circonvallazione, in sofferenza da decenni;
-Minacciati da soppressione anche i progetti pronti per realizzazione: il polo spa-wellness-casino LePrese; il centro multiscopo Rio; l’arena polisport a LiGleri.

Volatilizzati tutti questi progetti, giammai, esclamò il CEO, il nostro Comune diverrebbe un pioniere dello sviluppo, centro avanguardista di eccellenza, polo di attrazione, magnete per giramondi. A questo punto più nessuno sonnecchiava nella sala.

«Ma dimmi un po’», si chiarisce la voce l’amico Brocha pur masticando la pipa fra i denti, «quei sedici gatti hanno bevuto tutte quelle fantasticherie del Sciur Pibin senza nemmeno esalare un timido miagolio di disapprovazione? Non riesco a crederlo!»

«A quanto pare non fu il caso», mormoro dando una scorsa ai miei foglietti. «E non mi stupisce. I Compatti, servili, non avrebbero mai osato. Erano ammirativi del loro CEO, per di più intimoriti dal curiasco Mondovi il cui onnipresente alito impregnava capillarmente i loro sensi e orientava tutti i loro atti. I Pippi poi, poverini, avevano il coraggio già nelle scarpe…»

I deputati drizzarono però le orecchie quando il Sciur Pibin, per inciso, accennò ad incombenti aumenti delle tasse comunali e all’impossibile rincaro salariale per gli impiegati comunali. Prova che la situazione era davvero disperata! Senza una gestione parsimoniosa delle finanze comunali… E attaccò con la «polizia comunale» e il suo futuro costo.

Recitava le cifre come dire il rosario. Aveva i montanti sulla punta delle dita. Addizionava, sottraeva, moltiplicava, divideva e, perfetto prestigiatore, giungeva miracolosamente al risultato che voleva. La contabilità comunale evidenziava che il costo annuo totale della polizia comunale era di 119’563.38 franchi svizzeri. Accentava quel «franchi svizzeri» come se, in denaro a croce bianca e balestra, il progetto costasse di più. Una «polizia comunale efficiente» (cioè sistema Memèu) costerebbe invece 199’566.00 franchi svizzeri, dunque una spesa di 80’002.62 franchi svizzeri superiore all’attuale. Si poteva bensì speculare su un recupero ipotetico per servizi prestati a terzi e defalcabile dal costo totale. Sarebbe però illusorio contare su più di 50’399.95 franchi svizzeri. Ne risulterà dunque una spesa di 29’602.67 franchi svizzeri superiore al costo attuale della polizia comunale. 29’602.67 franchi svizzeri, martellò il CEO. Poi lasciò per qualche istante quella pesante cifra sospesa in aria, in un silenzio di morte. Nessuno si muoveva, nessuno fiatava!

Ripreso il fiato, il Sciur Pibin stava per proseguire con il suo discorso quando il Presidente Guedali, guardandosi intorno, vide che il deputato Lucciolo manifestava timidamente di voler dire qualcosa. Guedali lo mirò inquirente: non era il momento d’interrompere il magistrale discorso del CEO. Per sua scalogna il Lucciolo percepì l’ambiguo gesto del mento presidenziale come un invito a parlare. Balbettò un’ingarbugliata scusa ma i Pippi ciò che li preoccupava erano quei 38 centesimi del costo totale e che umilmente si permetteva di chiedere da dove risultassero. Stizzito il CEO spiegò che, per tradizione ancestrale, il Fant aveva diritto a 2 chili di tabacco da pipa, ossia 50 pacchetti di 40g a 4.80 franchi, dunque 192.00 franchi, con lo sconto della Coop però soltanto 182.38 franchi. Avvertì che il Fant Amanziu aveva smesso di pipare, che non riceveva più né l’Amsterdamer né i 182.38 franchi, ma che la spesa sarebbe mantenuta nel budget, già per rispetto delle ricche usanze del nostro paese, e poi, chissà, il successore sarebbe magari fumatore… Il Sciur Pibin era seccato: proprio il fidato compattocratico Guedali aveva lasciato quel Pippi di un Lucciolo mettere in dubbio la sua affidabilità, per due chili di Amsterdamer!

Redatto da Dino Beti di Panìsc – dino.beti@bluewin.ch