L’egenomia PDC e i progetti nel cassetto

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L’egenomia PDC e i progetti nel cassetto

La prassi politica

Si sa che la gestione pubblica, a differenza di una privata, richiede tempi allungati per la realizzazione e l’attuazione di progetti, e questo vale in parte anche per l’emanazione o la revisione di leggi e ordinanze. Fatto sta che le istanze nominate in modo democratico dal popolo devono tener conto in modo oggettivo degli interessi pubblici di tutti i cittadini e garantire una gestione ottimale delle risorse umane e finanziarie del Comune, inoltre provvedere al buon funzionamento dell’amministrazione e dei servizi. I processi innescati dalle decisioni politiche a livello comunale in merito ai progetti e dalle innumerevoli proposte legislative seguono un percorso ad ostacoli rallentato da diversi fattori determinanti. Inoltre non basta trovare l’idea o constatare la necessità per passare direttamente alla fase di realizzazione, ulteriori passi e verifiche sono necessari, come per esempio: l’impostazione del progetto deve corrispondere alle diverse leggi superiori e ordinanze federali, cantonali e comunali, deve trovare un consenso politico all’interno del legislativo e essere approvato, superare eventuali ricorsi, essere sancito tramite il voto dei cittadini e infine l’esecutivo lo realizza. Lo stato di diritto richiede verifiche e procedure allungando i tempi di realizzazione. Comunque, parafrasando un detto popolare, il pieno esercizio della democrazia vale indiscutibilmente la candela.


Avanzare quando il consenso è comune

Nella scorsa legislatura e in quella attuale alcuni temi e progetti sono stati individuati, elaborati e parzialmente realizzati, una parte di essi è in fase di attuazione, altri inspiegabilmente inciampano e non trovano il loro normale corso. All’interno degli schieramenti politici possono esistere opinioni differenti sulle priorità da definire, alcuni ritardi si possono addurre agli imprevisti e a complicazioni diverse. In fondo si richiede alla classe politica, al Consiglio comunale e alla Giunta di individuare le priorità, valutare la fattibilità, la base legale e trovare il consenso attraverso l’informazione e il dibattito pubblico per infine concretizzare un progetto. Per svolgere questo compito il Consiglio comunale deve essere in grado di valutare se le risorse e le competenze sono presenti all’interno dell’Amministrazione, oppure se si debba ricorrere a una consulenza professionale esterna in grado di indirizzare gli affari comunali sulla strada corretta.

A metà di questa legislatura riteniamo sia utile fare chiarezza su alcuni temi importanti all’ordine del giorno dell’agenda politica, temi che hanno trovato il consenso di tutte le forze politiche in Parlamento. Oltre alla sala multiuso e alla Legge sul recupero dei nuclei storici di cui abbiamo già scritto, l’IPP ritiene indispensabile portare a termine la revisione parziale della Costituzione comunale e la mozione inoltrata dal PDC per creare una Legge sulle energie rinnovabili.


Le energie rinnovabili

Da anni il Parlamento e l’Esecutivo hanno avviato un programma di economia pubblica nel settore delle energie rinnovabili. Il rinnovo dell’acquedotto comunale ha permesso di sfruttare l’acqua che passa attraverso le condotte per produrre energia elettrica, è stata costruita alcuni anni fa la centralina della Turiglia, attualmente è in fase di realizzazione quella “da Li Acqui Marsci“. Sono stati costruiti impianti a cippato nei Magazzini comunali e nell’Ospedale San Sisto, è in progettazione un simile riscaldamento per la Sede scolastica di Santa Maria, si sta costruendo un magazzino per il deposito e la lavorazione del truciolatato a la Calchera. È stata elaborata e messa in votazione la Legge forestale, che promuove finanziariamente l’installazione di riscaldamenti a legna privati e fissa un prezzo favorevole del legname.

Manca una Legge in grado di creare le basi legali per la promozione di fonti di energia rinnovabile.

La mozione PDC inoltrata nel 2006 ha questo intento, ma inspiegabilmente giace paciosamente da anni in un cassetto e nessuno ha intenzione di ridestarla!


La revisione parziale della Costituzione comunale

La revisione parziale della Costituzione comunale è anche un tema che ci rincorre da anni. La costituzione datata 1990 andrebbe adeguata alla situazione attuale, questo strumento deve essere aggiornato e in linea con la nuova Costituzione cantonale votata nel 2003.

La revisione si dovrebbe occupare fra gli altri aspetti di accorpare le elezioni delle autorità comunali, di adattare le competenze finanziarie del Consiglio e della Giunta ecc. La commissione in Giunta è stata votata da un anno, ma il progetto è sempre fermo nelle mani del Consiglio comunale.


Per concludere

Nella politica è importante individuare delle priorità e realizzarle in un momento ben preciso, cioè quando le possibilità finanziarie sono realistiche e quando il potenziale di sviluppo è ancora intatto. Investire con un decennio di ritardo nella ristrutturazione del patrimonio storico architettonico azzera l’incisività dell’intervento. Infatti una volta che la sostanza è deperita o gli interventi l’hanno danneggiata poco contano una legge e il relativo finanziamento.

La stessa cosa vale per le energie alternative: se non si adottano a breve scadenza delle misure e delle leggi atte a favorire un cambio di tendenza, non si introducono le nuove tecnologie, valutando l’impatto estetico sull’ambiente e innescando un cambio di atteggiamento nei cittadini, ci ritroveremo nei prossimi anni con degli investimenti pubblici e privati nelle vecchie tecnologie e questi investimenti condizioneranno il futuro almeno per il prossimo ventennio. Le forze politiche, il Parlamento, il Consiglio comunale dovrebbero essere i promotori di tali iniziative, essere l’antenna che capta per prima i segnali innovatori e predispone gli strumenti adeguati per indirizzare gli investimenti verso nuove tecnologie che utilizzano le fonti di energia rinnovabili e preservano l’ambiente dal degrado. Le soluzioni devono essere condivise per poter risolvere i problemi!

Se il PDC è un abile colonizzatore di commissioni, e detiene attraverso la legittimità dei numeri saldamente in mano le sorti del Consiglio e della Giunta, in questa situazione di forza non dovrebbe rallentare o impedire le proposte condivise e sostenute dalla sua stessa maggioranza, ma piuttosto favorirle. Purtroppo alle volte si ha l’impressione che l’egemonia dei membri PDC di Giunta si adagi facilmente sulle posizioni del Consiglio comunale e glissi alla grande su questi temi. La minoranza non ha riscontrato un grande successo nel rimettere al centro della legislatura gli argomenti sopracitati, anzi si ha quasi l’impressione che i suoi interventi siano inopportuni e fuori luogo. A questo punto è inevitabile, se l’atteggiamento e i presupposti di base del PDC rimangono invariati, che il dibattito politico dall’aula del Parlamento si sposti sulla stampa.


Redatto da Comitato Insieme Per Poschiavo – renato.isepponi@bluewin.ch