Vino e pane
Durante il suo esilio svizzero Ignazio Silone scrive ”Vino e pane”. Il protagonista, un aspirante rivoluzionario comunista ricercato dai fascisti, compie un complesso percorso interiore, fino a scoprirsi in disaccordo con la linea del suo partito e a rivedere il Vangelo.
Negli anni Trenta del Novecento Pietro Spina mette fine al suo esilio francese e ritorna di nascosto alla sua terra, una remota e desolata valle dell’Abruzzo. Le circostanze lo costringono a camuffarsi da prete e ad assumere lo pseudonimo di Don Paolo Spada.
Di nuovo fra la sua gente, che campa di braccia superstizione e stenti, il protagonista si abbandona ad un tortuoso viaggio con se stesso.
Complice il travestimento Pietro Spina riesce ad entrare in confidenza con i suoi compaesani e ad indagarne esistenze e speranze. Al contempo, attraverso un confronto di opinioni offertogli da una corrispondenza clandestina, prova ad inquadrare i suoi ideali. Capisce così di non condividere i giochi di partito e di potere, e trova nel Vangelo – compagno per forza della sua vita parallela – autentici messaggi rivoluzionari.
Redatto da Niccolò Nussio – nic@nussio.ch