La prima fusione di Valle grigionitaliana

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La prima fusione di Valle grigionitaliana

Una sessione “corposa” quella di febbraio del Gran Consiglio. Sono stati tre giorni intensi di lavoro per i nostri parlamentari, chiamati a discutere e a decidere su oggetti di sicura importanza. All’ordine del giorno figuravano, tra l’altro, la prima fusione di valle nel Grigioni italiano (quella della Bregaglia che diventerà  operativa l’anno prossimo), le competenze linguistiche dei giudici cantonali e i criteri d’ammissione al liceo, l’insegnamento della religione e/o dell’etica, la controversa riforma giudiziaria con il nuovo ruolo da assegnare ai Circoli e il potenziamento della Polizia.

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-l’intervento in Gran Consiglio di Luca Giovanoli, deputato del Circolo della Bregaglia, in merito all’aggregazione in Valle Bregaglia.
-l’articolo dal titolo “Confidiamo nel popolo” di Nicoletta Noi-Togni, deputata del Circolo Mesolcina.

Valle vuol dire Comune

Dal 1° gennaio 2010 la Valle Bregaglia sarà un Comune unico e riceverà dal Cantone un contributo di 5,5 milioni di franchi. Lo ha deciso il Gran Consiglio con un voto inequivocabile: 105 a zero. Più che un dibattito, quello svoltosi nell’aula consiliare è stato una sorta di augurio collettivo. Tutti hanno tenuto a sottolineare lo spirito pionieristico dei bregagliotti. E c’è stato chi, come il consigliere di Stato Martin Schmid, ha fatto anche un po’ di ironia affermando che “la fusione in altre Valli, come la Valposchiavo, è ancora lontana da venire perché sta scritta nelle stelle”. Pronta la replica poschiavina, con l’invito ad altre vallate a volersi aggregare. E il presidente dei deputati grigionitaliani, il poschiavino Livio Mengotti, ha sottolineato che forse sarebbe effettivamente più urgente che ciò avvenisse, ad esempio, in Calanca. Entro giugno i bregagliotti dovranno esprimersi sulla nuova Costituzione comunale e poi eleggere le autorità, così da essere pronti a partire in gennaio.

Tribunali e lingue

Non ha superato lo scoglio parlamentare l’incarico – primo firmatario l’indipendente poschiavino Livio Mengotti – con il quale si chiedeva di esaminare le possibilità per migliorare la rappresentanza delle lingue e culture cantonali al momento delle nomine nei due Tribunali cantonali. Per il Governo le competenze linguistiche sono già assicurate e finora non sono mai sorti dei problemi. La consigliera di Stato Barbara Janom Steiner ha evidenziato che responsabile per le nomine è il Gran Consiglio stesso che ha pure scelto la procedura. Per risolvere il problema si dovrebbe “spoliticizzare” le nomine, toglierle dalle competenze partitiche, ed affidare la scelta ad un organo extra-parlamentare.

Marco Tognola

Redatto da Il Bernina – redazione@ilbernina.ch