La sportiva Palü tenta la salita al Curnasel (2808 m s.l.m)
Ed eccomi qui a raccontarvi la gita di domenica anche se veramente toccava a Liver…!
Quando mi alzo la mattina con l’input della sveglia, guardo verso il Curnasel, mi dico: “Ma chi me lo fa fare?” Poi sbuffando un po’ per il vento un po’ per la meteo, che nuovamente non ci è amica, mi preparo e pian piano entro in sintonia con l’ambiente.
Partenza con il treno da Poschiavo alle 7.30. Scendiamo dal treno a Cavaglia, e qui per la seconda volta mi domando: “Ma chi me lo fa fare?” Infatti ad attenderci c’è un forte e freddo vento da nord. Una prova “Arva” e si parte. Arrivati a Cavagliola ci addentriamo nel bosco e qui il forte vento di colpo svanisce. In inverno il paesaggio cambia radicalmente e diventa un mondo fantastico da esplorare, lontano dal chiasso e dalla frenesia del turismo di massa.
Salendo verso Varuna tutti i riferimenti a me molto famigliari scompaiono sotto la neve: sentieri, segni, pietre. Ci si muove su percorsi liberi, per boschi silenziosi, senza dover rendere conto a nessuno, in totale autosufficienza. La montagna ammantata di neve non è un mondo ostile e impraticabile, come per la maggioranza delle persone, ma un paradiso tutto da scoprire, in cui l’unico rumore è il fruscio leggero degli sci sulla neve. Usciti dal bosco l’ascesa si fa più ardua. Il vento soffia a raffiche molto intense, la neve è dura, lunghi lastroni di ghiaccio rendono la salita più difficoltosa. Per alcuni di noi che non hanno con sé i coltelli risulta ancora più difficile. Ma la voglia di arrivare in cima la fa da padrona.
A 200 m dalla vetta, la nostra guida, per garantire la propria sicurezza e quella degli altri, decide di tornare indietro, affinché una giornata di sci resti una giornata di felicità in compagnia dei nostri amici e non finisca in tragedia!
Non indugiamo oltre, togliamo le pelli di foca, allacciamo gli scarponi, blocchiamo gli attacchi e giù in discesa, anche perché il forte vento non ci lascia altra alternativa se non quella di scendere a cercare un posto più mite per poterci riposare e mangiare un boccone. Ci fermiamo a Braita, sperando che uno dei nostri 4 amici abbia con se le chiavi di casa, ma è solo una speranza la nostra! Finito lo spuntino si riparte. La discesa a valle è splendida, molto più di quanto non lo sia stata la parte alta con ghiaccione indurito dal vento. Il manto nevoso ci consente di arrivare fino alla stazione di Poschiavo con gli sci. Non abbiamo raggiunto la vetta, ma la giornata è stata splendida lo stesso. Ci salutiamo con la promessa di ritentare il mese di marzo.
Redatto da Wanda Pola – wandj@bluewin.ch