Un semaforo invece di un nuovo fant!

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Un semaforo invece di un nuovo fant!

Continuano le avventure del Sciur Pibin proposte da Dino Beti di Panisc, che riceviamo e pubblichiamo.

La Redazione

Valposchiavo, A.D. 2030

Il luogotenente Grantuci non era l’unico Pippi in Giunta ad essere sorpreso della strana mansuetudine del Sciur Pibin. Tuttavia, l’ineffabile consigliere comunale Cameleon, lui era più ansioso che intrigato. E la sua smania era piuttosto di natura personale.

«Dimmi un po’», riflette Brocha strofinandosi la fronte, «non era mica il tuo Cameleon figlio di quel socialista duro e puro che ai miei tempi causava ogni giorno un nuovo grattacapo ai podestà? Se la mia memoria non sballa abitava in Via principale. Lo canzonavamo Miodìo ma non mi ricordo più perché.»

«Può darsi», acconsento al mio amico. «Io suo padre non l’ho conosciuto. Può ben darsi che fosse come dice la tua memoria. Anche Cameleon, credo, abitasse in Via maestra sancarlota.»

Insomma, Cameleon aveva innanzi tutto ragioni personali per essere ansioso. Nominalmente ancora presidente dei Pippi, sentiva che i suoi commilitoni faticavano a tollerare il suo comportamento alla testa del movimento. La sua autorità era minata. Gli rinfacciavano di aver sfruttato la posizione di capo dei Pippi a dei fini personali. Brontolavano che ne aveva approfittato sfrontatamente per farsi eleggere al da lui ambito seggiolino di onorevole deputato alla sublime assemblea cantonale a Curia. Sopportavano male la sua dottrinale presuntuosità che manifestava ogni qualvolta dibattevano di strategia politica. Per di più non potevano ignorare che il suo influsso nel Consiglio comunale era di poco peso, trascurabile…

Quella sera, seduto come al solito sulla destra del CEO, Cameleon stava ruminando l’affronto subito due settimane prima dai propri commilitoni. Senza neanche consultarlo, quei sovversivi avevano cospirato ed appoggiato il progetto «nuovo fant» di quel Memèu. Affronto che non era ancora riuscito a digerire. Nemmeno nei giorni passati nella capitale sulla Plessur a lottare per la Porta Alpina e a propagare le sue visionarie idee nelle alte sfere della politica cantonale.

Cameleon smaniava pure per l’esito del dibattito in corso. Ascoltava la competizione dei suoi commilitoni nutrendo aspettative ambigue: il suo amor proprio sperava che i Pippi, pentiti di averlo offeso, si schierassero dalla parte del CEO bocciando il progetto di Memèu. La sua ambizione invece lo incitava ad auspicare che i Pippi mantenessero il loro appoggio a Memèu. Allora la maggioranza Pippi e il CEO sarebbero giunti a uno stallo. La Giunta non sarebbe uscita da quel vicolo cieco senza una proposta di compromesso. E lui, Cameleon, consigliere comunale nonché onorevole nella Curia cantonale, l’aveva in tasca quel compromesso.
Avrebbe proposto di sostituire il futuro fant semplicemente con un semaforo in via da Spultri al punt da SanGiuan. Non dubitava che il suo progetto, già perché meno costoso che ogni altra soluzione, riporterebbe l’unanime consenso della Giunta, del Consiglio e del CEO!

«Non sarebbe stato più efficace», si eccita inaspettatamente il mio amico, «se Cameleon avesse messo il suo semaforo-miracolo in tavola fin dall’inizio delle deliberazioni sul futuro fant? Oppure introdurlo già nel Consiglio comunale!»

Brocha, ripensando alle sue esperienze in Giunta negli anni ’70 e ’80, può ben vederla così. Ma la scena pubblica agli inizi del 20° secolo era tutt’altra: clima politico più freddo, relazioni meno consensuali. Peraltro non si è mai saputo se quel provvidenziale progetto fosse realmente esistito fuorché nelle fantasticherie di Cameleon. Lui, ovviamente, in seguito non si privava di vantarsi che quella sera, perbacco, lo avrebbe davvero presentato, se…! Ma non ebbe mai l’occasione di esibire quel «deus ex machina». I Pippi avevano esaurito i pro e i contro per il diritto ai due chili di Amsterdamer per il nuovo fant. Al Sciur Pibin aveva dato al Presidente un bel colpo di gomito nelle costole, intimandogli di chiudere il becco ai Pippi e proseguire con le deliberazioni sul posto del fant. Guedali, scuotendosi, aveva già dato un’energica scampanellata…

(continua)

Redatto da Dino Beti di Panìsc – dino.beti@bluewin.ch