Le scuole nelle alpi
Per la prima volta un progetto Interreg analizza i problemi e le potenzialità delle scuole nello spazio alpino. Per i Grigioni alla ricerca partecipano otto scuole.
Le scuole di Maloja, di Brusio, di Trin, di Vrin/Lumbrein, di S-Chanf, di Bever, di Monstein e del Safiental: a prima vista non hanno molti tratti in comune. Le scuole delle località menzionate, tutte situate alla periferia nello spazio alpino, si trovano tuttavia confrontate con una problematica comune: la diminuzione della popolazione residente che determina il ridimensionamento delle sedi scolastiche.
Che ruolo hanno le scuole di piccoli comuni nello spazio alpino? Cosa si perde in caso di chiusura di una di queste scuole? Quali sono le caratteristiche che contrassegnano strategie efficaci nel contesto del mantenimento di infrastrutture scolastiche valide e sostenibili dal punto di vista economico per la popolazione nell’arco alpino? Con questo genere di questioni si misurerà il progetto di ricerca transfrontaliero iniziato dalle Alte scuole pedagogiche dei Grigioni, di San Gallo, del Vorarlberg e del Vallese. Il progetto viene promosso tramite finanziamenti del programma dell’UE Interreg IV Alpenrhein – Lago di Costanza – Hochrhein.
Mancano dati evidenti
“A questo proposito si sono raccolti finora pochi dati chiari”, dice Bigna Sutter, docente presso l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni. La collaborazione nella ricerca con i partner del Vallese, di San Gallo e del Vorarlberg dovrebbe modificare in meglio questa situazione. A partire da agosto e fino a dicembre del 2009, il team di docenti costituito da Leci Flepp, Ursina Kerle e Bigna Sutter farà tappa nei comuni contattando ispettori, consigli scolastici, insegnanti, genitori e scolari per un sondaggio.
Al team non dovrebbero mancare gli spunti in quanto, secondo analisi demografiche, lo spazio alpino propone una prospettiva poco allettante: il calo della popolazione si ripercuote negativamente sulle località e in particolare sulle scuole. Sono ampiamente sottorappresentate le persone appartenenti alla fascia d’età dagli 0 ai 20 anni. Accanto ad istituzioni come l’ufficio postale, il negozietto e la chiesa, la scuola rappresenta per la popolazione un importante elemento culturale e un pilastro emozionale. Se viene a mancare qualcosa in questo quadro ne consegue una certa inquietudine.
“Una ricerca scientifica non vuole dare un giudizio su questa situazione” dice Bigna Sutter, “descrive piuttosto la situazione così com’è”. Può descrivere ad esempio quello che già è stato tentato in questo senso, o cosa ha prodotto esiti positivi. Da queste analisi dovranno scaturire poi elementi utili da un punto di vista decisionale nel contesto della pianificazione scolastica. Le scuole, dal canto loro, si impegneranno a mettere a disposizione tutta la documentazione necessaria e il proprio personale per le interviste.
I risultati nel 2011
Con ogni probabilità il rapporto definitivo della ricerca “La scuola nell’arco alpino” dovrebbe essere pronto per la fine del 2011, afferma Bigna Sutter. L’inizio è previsto per il 28 maggio 2009, a Feldkirch, nel Vorarlberg, dove il progetto di ricerca “La scuola nell’arco alpino” verrà avviato ufficialmente. Della delegazione grigionese farà parte anche il consigliere di stato Claudio Lardi.
Informazioni
-Pädagogische Hochschule Graubünden
Abteilung F+E/Dienstleistungen
Dr. Ursina Kerle
Leitung Ressort Dienstleistungen
Scalärastr. 17
7000 Chur
-Tel. 081 354 03 25
-Email: ursina.kerle@phgr.ch
Redatto da Il Bernina – redazione@ilbernina.ch