1+1: un controprogetto adeguato
Care concittadine, cari concittadini,
l’insegnamento della religione aiuta a comprendere le origini della nostra cultura e società, basate sul cristianesimo. Attraverso l’insegnamento della religione, la Chiesa evangelica riformata e la Chiesa cattolico-romana sostengono gli sforzi di tutti quei genitori che trasmettono ai ragazzi in età scolastica un solido fondamento con contenuti confessionali e valori cristiani. Condivido l’opinione del Governo e del Gran Consiglio secondo la quale l’insegnamento della religione rispecchia una tradizione del nostro Cantone e deve rimanere una materia obbligatoria per gli scolari appartenenti a una Chiesa riconosciuta dallo Stato.
Un sondaggio condotto nel 2005 ha evidenziato i problemi relativi alla partecipazione alle lezioni di insegnamento della religione e alla relativa offerta. Si sarebbe naturalmente anche potuto continuare a occhi chiusi, ma secondo me i responsabili delle due Chiese riconosciute dallo Stato hanno reagito correttamente, incaricando nel 2006 un gruppo di lavoro di elaborare una proposta orientata al futuro. È così stato messo a punto un modello composto da una lezione di “insegnamento della religione” e una di “scienza delle religioni ed etica”. Ambedue le Chiese riconosciute dallo Stato e l’Ordinariato vescovile sostengono il cosiddetto “modello 1+1”, ossia un’evoluzione dell’attuale modello di insegnamento della religione. Il Gran Consiglio ve lo sottopone quale controprogetto all’iniziativa dell’etica lanciata nel 2007.
L’insegnamento dell’etica richiesto dai fautori dell’iniziativa dell’etica quale sostituzione dell’insegnamento della religione impartito dalle Chiese, mira a un cambiamento di sistema e antepone l’obbligatorietà e l’integrazione di ogni bambino alle esigenze della popolazione di religione riformata e cattolica.
La realtà mostra che circa il 10% dei bambini non partecipa all’insegnamento della religione, con punte del 20% a Coira. Nella maggior parte dei casi essi non appartengono ad alcuna Chiesa riconosciuta dallo Stato. Se si dovesse mantenere lo status quo, si esporrebero questi bambini al rischio di diventare degli analfabeti in ambito religioso. Perciò tutti i bambini devono ricevere un’introduzione alla tradizione religiosa dell’ambiente nel quale crescono. Il controprogetto, con il modello 1+1, prevede quindi una lezione di “scienza delle religioni ed etica” sotto la responsabilità dello Stato.
La realtà mostra anche che circa il 40% delle classi di scuola secondaria e di avviamento pratico oggi non riceve due lezioni di insegnamento della religione, bensì solo una. Il modello 1+1 impiega ora la seconda lezione (spesso non offerta) per la materia obbligatoria “scienza delle religioni ed etica”. In questo modo il modello 1+1 crea un plus-valore per tutti gli scolari, di cui dovrebbe poter beneficiare anche l’attività scolastica. In una prima fase il modello 1+1 sarà applicato nelle scuole secondarie e di avviamento pratico. I bambini che non appartengono a una Chiesa riconosciuta dallo Stato imparano a conoscere le nostre religioni cristiane e i nostri valori; tutti i bambini ampliano le loro conoscenze con informazioni su altre religioni e questioni etiche.
È opportuno risolvere i problemi riconosciuti guardando in faccia alla realtà, assieme alle due Chiese riconosciute dallo Stato, progredendo così nella giusta direzione. Assieme a Governo e Gran Consiglio vi invito però a respingere l’iniziativa dell’etica, perché si spinge troppo oltre per il Cantone dei Grigioni. Il controprogetto del Gran Consiglio (modello 1+1) è invece adeguato. Vi invito ad accettarlo, sviluppando così ulteriormente il valido partenariato con le Chiese riconosciute dallo Stato, nell’ambito dell’istruzione religiosa.
Consigliere di Stato Claudio Lardi
Direttore del Dipartimento dell’educazione, cultura e protezione dell’ambiente
Redatto da Il Bernina – redazione@ilbernina.ch