Insegnamento religioso a scuola

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Insegnamento religioso a scuola

Riceviamo e pubblichiamo il parere di Katharina Kindler, pastora evangelica a Brusio. La Redazione

La votazione ha luogo tra poco. Spero che voi, come me, scriviate tre volte no. Il cambiamento non porta a un miglioramento. Spero che più tardi si raggiunga anche un miglioramento, quando avrà luogo la presa di coscienza che la nostra cultura si basa sulla Bibbia.

Lo sviluppo della lingua, della musica, dell’architettura e… da noi ha le sue radici in questo libro. I musulmani hanno un altro libro. Come possiamo dialogare con loro, se non conosciamo la nostra Bibbia? Adesso le conoscenze bibliche sono minime e vengono sviluppate attraverso il filtro ottico delle confessioni. Se le scuole offrissero un insegnamento biblico aconfessionale e obbligatorio per tutti – due lezioni la settimana, mettiamo – si potrebbe anche riflettere sui risultati delle ricerche scientifiche riguardanti la parola biblica. In quel campo la collaborazione tra le confessioni è molto sviluppata, anche il sì alla lettura della Bibbia è stato raggiunto sia le sette come le grandi confessioni religiose. La Bibbia, questi sessanta volumi e più, mi sembra il testo più stimolante che esista. Studiare altro e non conoscere quella, mi sembra così solo una perdita di tempo.

Studiare la Bibbia richiede però anche riflessioni sull’ermeneutica e su come dialogare con le altre religioni. La Bibbia stessa contiene modelli riguardanti queste fondamentali domande. I metodi su come meglio studiarla sono infiniti – dipingerla sulle pareti come a Zillis? Narrarla con una buona dose di fantasia? Metterla in scena come teatro? Riscrivere la storia come fa il deuteronomista? Perché fare della dispersione religiosa, se la nostra tradizione dispone di un materiale così forte e stimolante? Così facendo si può portare questa materia fino alla sua piena maturità, facendone l’oggetto di esame in ciò che, fino a soli pochi secoli fa, è stata la prima scienza in Europa.

Ho sperimentato come bambini ortodossi, atei, ebrei e musulmani seguivano un insegnamento biblico aconfessionale per conoscere meglio la nostra cultura. Se tale proposta verrà finalmente elaborata, sarà un’alternativa vera per il futuro del nostro insegnamento.

Katharina Kindler, ministra evangelica a Brusio

Redatto da Il Bernina – redazione@ilbernina.ch