Uncool: il gioco vale la candela?

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Uncool: il gioco vale la candela?

Con il concerto di Axel Dörner all’Alpe Grüm si é conclusa domenica 24 maggio la sesta edizione dell’UNCOOL Jazz Festival.

A bocce ferme IL BERNINA intende gettare uno sguardo al passato e al futuro del festival UNCOOL. Per questo motivo abbiamo intervistato, e intervisteremo prossimamente, Cassiano Luminati, presidente dell’Ente Turistico Valposchiavo, Cornelia Müller, direttrice artistica e Elvezio Lardi, presidente della Commissione per la cultura del Comune di Poschiavo.

Vi offriamo la prima intervista a Cassiano Luminati.


ilbernina: Con il suo jazz sperimentale e la sua musica d’avanguardia, il Festival Uncool è un prodotto di nicchia, collocato in uno scenario straordinario, insolito, e interpretato da nomi di fama mondiale. Per sua natura non è destinato ad attirare grandi masse. Cosa significa questo festival per la Valposchiavo in termini economico-turistici?

Cassiano Luminati: Da un recente studio commissionato dall’ETV al Prof. Diego Rinallo dell’Università Bocconi risulta che Uncool sia uno degli eventi a più alto impatto turistico tra quelli che si tengono in Valposchiavo. Soddisfa tutti i requisiti: dura più giorni, dunque genera pernottamenti; si tiene in un periodo di non altissima stagione; ha una visibilità mediatica veramente internazionale e, cosa non da poco, attira sponsorizzazioni e finanziamenti pubblici principalmente dall’esterno della Valle, creando quindi delle vere e proprie iniezioni di denaro fresco nel sistema economico locale. Con pochissime eccezioni, gli altri eventi valposchiavini hanno una portata turistica molto più limitata.
Inoltre, in Valposchiavo non è pensabile che si possano tenere eventi di massa: la capacità di accoglienza turistica non consente di ospitare eventi che attraggano migliaia di persone. Ben vengano gli eventi di nicchia, dunque.


Che ripercussioni mediatiche e pubblicitarie ha a livello cantonale, svizzero o internazionale questo festival, definito dalla stampa italiana nel 1999, in occasione della prima edizione, “il miracolo svizzero”?

Uncool è un festival internazionale, e anche la copertura mediatica che attira lo è, sebbene si possa fare certamente di più. Questo a differenza di molti altri eventi in Valposchiavo, la cui “internazionalità” si ferma alla vicina Valtellina e alla Svizzera Italiana. Va anche sottolineato come Uncool metta in scena le attrazioni più iconiche della Valposchiavo: la piazza, le montagne, facendole apprezzare a un pubblico che, altrimenti, difficilmente arriverebbe a conoscere le bellezze della nostra Valle.


La manifestazione si ripropone ogni due anni. Siamo giunti alla sesta edizione: com’è vissuta dalla popolazione locale?

La musica che Uncool porta nella nostra Valle è un gusto acquisito, per molti ma non per tutti. Anche il pubblico di Uncool da alcuni è considerato un po’ eccentrico, diverso dai “soliti” turisti con cui abbiamo a che fare. Fin dalla prima edizione Uncool ha comunque cercato di coinvolgere la popolazione locale, ad esempio con le numerose ed apprezzate iniziative nelle scuole e con i concerti gratuiti in Piazza a Poschiavo. C’è chi si fa coinvolgere e cerca di capire un genere musicale un po’ difficile per i non iniziati ma che ha appassionati in tutto il mondo. Altri non si sforzano.


E dalle autorità politiche? Il Comune di Poschiavo e il Comune di Brusio non figurano fra gli sponsor, dove invece campeggia in primo piano il Dipartimento per la promozione culturale dei Grigioni. Che significa?

Questa domanda bisognerebbe farla di due Comuni Forse, come dicevano gli antichi, “nemo propheta in patria”: nessuno è profeta nella sua stessa patria…
Da parte mia, posso dire che l’ETV sostiene anche finanziariamente Uncool, che riconosce come uno degli eventi di punta del portafoglio di manifestazioni che si tengono in Valle. Come risulta dallo studio a cui accennavo, altri eventi, magari ben più seguiti e supportati dalla popolazione e dalle istituzioni locali, hanno una portata turistica più limitata.


Quanto incide sull’organizzazione di questo tipo di eventi la mancanza, in valle, di un centro polifunzionale?

Certo, uno spazio adeguato aiuterebbe. Nel caso di Uncool, la mia impressione però è che la soddisfazione del pubblico non abbia risentito granché dell’inadeguatezza degli spazi a disposizione. La location del festival non è tanto il Cinema Rio quanto l’intera Valle: il treno che molti usano per arrivare da noi, gli alberghi, la piazza, le montagne. Di fronte all’unicità dell’esperienza, qualche disagio funzionale si accetta molto volentieri.


Il festival richiede dunque un investimento finanziario notevole e uno sforzo organizzativo enorme. Concludendo, il gioco vale la candela?

Da un punto di vista turistico, senza dubbio sì. Giova ricordare che l’investimento finanziario, paradossalmente anche per via del ridotto supporto locale, è coperto in gran parte da istituzioni e sponsor esterni alla Valle, con conseguente aumento dell’impatto economico del festival. Quanto allo sforzo organizzativo, occorre ringraziare la Dott.ssa Müller e tutte le persone che, con il loro lavoro volontario e la loro passione, hanno fatto diventare la Valposchiavo una delle capitali mondiali della musica improvvisata.

Redatto da Alessandra Jochum-Siccardi – jochum.siccardi@sunrise.ch