Alla ricerca delle nostre radici
Grazie alla consulenza di Marco Zala, in arte ”Nonu”, gli scolari hanno creato delle sculture in legno di cembro.
Durante l’anno scolastico 2008/2009 ho avuto la fortuna di fare una sostituzione quale insegnante degli scolari della 6a classe elementare ”nord” del Comune di Poschiavo.
Con la supervisione dello scultore Marco Zala, in arte »Nonu», gli scolari hanno creato delle sculture in legno di cembro.
È stata un’esperienza unica. Abbiamo attraversato diverse fasi: la ricerca delle radici in Val di Campo, la progettazione delle opere, lo scalpellare, il modellare, il lisciare e per finire la laccatura.
Luca Jochum ci ha dato una mano a montarle su piedistalli ideali, in pietre di diverso genere e diversa levigatura e per finire ad opere concluse, dopo alcuni mesi di soggiorno nei corridoi delle scuole, abbiamo deciso di esporle nell’atrio dell’ospedale San Sisto.
Dovendo lavorare in gruppo i ragazzi hanno imparato a lavorare su un progetto comune, rispettando il lavoro dei compagni e portandolo sempre più avanti per riuscire a raggiungere un obiettivo fissato insieme. Attraverso la creazione di queste piccole grandi opere abbiamo imparato a superare momenti di difficoltà e ci siamo divertiti molto.
Venerdì pomeriggio 5 giungo siamo stati accolti con grande calore dagli anziani e dal personale dell’ospedale. Gli scolari hanno suonato, cantato e recitato con grande impegno.
Ho scritto questa cronaca per dire grazie ai ragazzi e le ragazze della 6a nord che hanno condiviso con entusiasmo un’esperienza speciale ricca di emozioni intense!
La nostra terra che offre rifugio alle nostre radici ci ha restituito delle opere d’arte belle da guardare e da toccare!
Grazie a tutti quelli che mi hanno accompagnata in quest’esperienza!
Invito ad una lettura di un sonetto d’amore
di Pablo Neruda
- Nei boschi, sperduto, tagliai un ramo oscuro
e alla labbra, assetato, sollevai il suo sussurro:
forse era la voce della pioggia che piangeva,
una campana rotta o un cuore reciso…
… come se d’improvviso mi cercassero le radici
che abbandonai, la terra perduta con la mia infanzia,
e m’arrestai ferito dall’aroma errante. *
Redatto da Luciana Albertini Nussio – luci.albenus@bluemail.ch