Screening mammografico: l’ultima parola spetta al Gran Consiglio

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Screening mammografico: l’ultima parola spetta al Gran Consiglio

La Commissione per la sanità  e la politica sociale (CSPS), dopo attenta valutazione, propone al Gran Consiglio -si riunirà  in agosto- il progetto di sottoporre facoltativamente le donne tra i 50 e i 69 anni al programma di screening mammografico. I costi della diagnosi precoce del tumore al seno verrà  assunto dall’assicurazione obbligatoria contro le malattie.

Recentemente, in occasione di una seduta durata mezza giornata, la Commissione per la sanità e la politica sociale (CSPS) ha discusso in via preliminare a destinazione del Gran Consiglio il messaggio del Governo relativo alla revisione parziale della legge sull’assicurazione malattie e la riduzione dei premi (LAMRP).

Alla seduta ha partecipato anche la Consigliera di Stato Barbara Janom Steiner.

L’oggetto della revisione parziale è costituito dall’introduzione di un programma di screening mammografico per la diagnosi precoce del tumore al seno conformemente alle prescrizioni della Confederazione. In Svizzera, il cancro al seno rappresenta la malattia tumorale più frequente ed è anche il tumore che causa più decessi tra le donne, in particolare quelle di età compresa tra i 50 e i 69 anni.

Attualmente viene effettuato solo un cosiddetto screening opportunistico su richiesta o raccomandazione del medico o del ginecologo, che prescrive alla donna una mammografia di diagnosi precoce presso un istituto di radiologia. Lo screening opportunistico viene sovente dichiarato quale esame diagnostico e non quale esame preventivo, ciò affinché l’assicurazione obbligatoria contro le malattie si assuma le relative spese. Per contro, in caso di screening organizzato, il cosiddetto screening mammografico, tutte le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni vengono invitate per iscritto ogni due anni a sottoporsi a una mammografia nell’ambito di esami in serie di qualità controllata. Le relative spese vanno assunte dall’assicurazione obbligatoria contro le malattie, la prestazione è esente da franchigia e le donne che partecipano al programma devono assumersi unicamente l’aliquota percentuale pari al dieci percento. Per raggiungere i più alti livelli possibili di accettazione e partecipazione, sia nel Grigioni settentrionale che nel Grigioni meridionale almeno un istituto di radiologia dovrà effettuare screening mammografici.

Una commissione dell’Organizzazione mondiale della sanità OMS quantifica i benefici degli esami mammografici effettuati in serie in una riduzione della mortalità compresa tra il 15 e il 35 percento nelle donne tra i 50 e i 70 anni. Nel valutare l’efficacia dei programmi di screening mammografico vanno però considerati, oltre alla riduzione del tasso di mortalità, anche altri effetti positivi di un simile programma: la riduzione della percentuale di tumori in stadio avanzato e quindi la riduzione del numero di grandi interventi, chemioterapie intensive e radioterapie estese possono ridurre la sofferenza delle donne interessate. I citati effetti dello screening mammografico hanno anche un influsso positivo sui costi della salute.

La Commissione per la sanità e la politica sociale raccomanda al Gran Consiglio di accogliere il progetto, permettendo in tal modo alle donne del Cantone dei Grigioni una diagnosi precoce di un eventuale tumore al seno. Le donne colpite da tumore al seno avrebbero così la prospettiva di doversi sottoporre a trattamenti meno invasivi e di maggiori possibilità di guarigione. Per la Commissione è tuttavia importante che il programma sia facoltativo e che nessuna donna si senta costretta a parteciparvi. L’affare verrà discusso dal Gran Consiglio nella sessione di agosto.

Redatto da Il Bernina – redazione@ilbernina.ch