Viaggiare non vuol dire muoversi, bensì incontrare!

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Viaggiare non vuol dire muoversi, bensì incontrare!

Breve finestra sul ”couchsurfing”, nuova attività  legata al mondo del viaggio, che apre porte di conoscenza ed incontro a milioni di persone in ogni parte del mondo. Accessibile a chiunque, il ”couchsurfing”, letteralmente ”surfare o saltare da divano in divano”, si sta sviluppando a macchia d’olio, offrendo un’importante alternativa nel modo di viaggiare.

Un contributo di Josy Battaglia.

È Luca Beti, collaboratore del giornale online della Valposchiavo „ilbernina”, che pubblica un articolo alcuni anni fa sul „couchsurfing”, e inconsapevolmente mi offre informazioni che condizioneranno il mio modo di viaggiare in maniera chissà temporaneamente definitiva.

Non sono un amante dei siti che spopolano fra i giovani, che offrono soprattutto nuove tendenze di socializzazione, una socializzazione che per come mi è stata presentata dagli utenti di questi siti, amici e conoscenti, mi sembra piuttosto sterile e dai risvolti perlomeno di dubbia utilità. Saputo del “couchsurfing” decido di fare uno strappo alla regola. Quante volte mi sono trovato in parti del mondo, città, paesi, regioni, dove per strada, in un bar, in una piazza, ho visto giovani, ragazzi, famiglie e persone sulle quali mi sono interrogato. Quante volte ho pensato che tutta quella gente forse aveva qualcosa in comune con me, oppure sarebbe stato davvero interessante poter scambiare due parole, capire come vivono, vedere dove, entrare in contatto con i loro sistemi di vita legati a culture simili o diverse dalla mia. A volte ce l’ho fatta, spesso e più facilmente in paesi in via di sviluppo, ed ho superato la barriera dell’imbarazzo reciproco che sovente impedisce la profusione di contatto fra gli essere umani. A volte ho attaccato discorso attraverso un banale pretesto, magari su una panchina o dentro ad un bus di una città sconosciuta, dove anche i cartelli stradali parlavano una lingua a me sconosciuta. Attraverso la lingua comune dei cosiddetti “segni internazionali” ho chiesto informazioni in paesi stranieri. Ho sorriso a un ragazzo che portava una maglietta della Juventus ed ho fatto un cenno lasciando il fatidico posto alla vecchietta sul bus. I contatti di solito, quando ti trovi in una dimensione nuova, a te poco famigliare (e non sto parlando di luoghi come Rimini o Ibiza) si manifestano in eventi occasionali e spesso superficiali, o perlomeno passeggeri. Poi è arrivato il “couchsufring”, un nuovo strumento organizzativo capace di favorire la socializzazione, l’incontro, la conoscenza e tutto ciò concerne l’essere umano che intende avvicinarsi maggiormente all’essere umano.

Come si accede?

Usare questo strumento è piuttosto semplice, totalmente gratuito e per me finora risultato pure d’indubbia utilità. Vi spiego: si accede al sito internet per prima cosa (www.couchsurfing.org), e come tutte le volte che si entra in un nuovo sito si clicca un po’ dappertutto per capire meglio di cosa si tratta. Vedrete che potrete già svolgere, anche senza registrarvi, una prima ricerca in “couch search” riguardante qualcuno che potrebbe offrirvi ospitalità in una qualsiasi località del mondo. Scegliete il continente, la nazione, la città, il paese, ed entrate nella lista delle persone registrate. Queste persone presentano un proprio profilo, con informazioni sulla persona, descrizioni e fotografie. Potete curiosare alla ricerca di qualcuno che vi sembri l’ideale di persona presso la quale farsi ospitare. La parte dove curiosare termina qui. Ora, se decidete che potrebbe essere una cosa per voi, vi registrate. Totalmente gratuito ripeto, registrate un vostro profilo, inserendo solo e unicamente i dati che vorrete far conoscere, senza in nessun caso inserire numeri di telefono, recapiti o indirizzi di posta elettronica. Nel vostro profilo emergerà solo un primo impatto visivo su chi siete, nient’altro. Poi se qualcuno vi vorrà scrivere, contattare, o se lo vorrete fare voi, un dispositivo automatico collegherà i vostri messaggi di posta elettronica senza rendere visibile l’indirizzo. Semplice.

Come funziona meglio?

Per me di solito funziona così. Mi sono registrato in “couchsurfing”. Quando programmo una vacanza da qualche parte, qualche settimane prima di partire entro nel sito e cerco, in base all’itinerario che più o meno mi sono prefisso, i profili di 10 persone per ogni località che intendo visitare. Troverete gente iscritta nelle località più sperdute del globo, credetemi. A queste persone mando un messaggio standard dove inserisco su per giù le date durante le quali sarò nella loro zona e quali possibilità di alloggio hanno da offrirmi. Di queste 10 persone, 5 di solito rispondono al messaggio, e 2 sono disposte ad ospitarmi. Qualcuno mi offre un letto per dormire, qualcuno un divano, qualcuno mi lascia piantare la tenda nel proprio giardino, qualcuno mi offre l’amaca in terrazza e qualcuno non ha davvero posto in casa per ospitarmi, ma mi accompagnerebbe volentieri a vedere la città, oppure a bere un caffè in un qualche bel locale. Rispondo a chi vorrei mi ospitasse, analizzo brevemente di chi si tratta osservando un po’ i loro profili, le loro foto personali, della casa o dell’appartamento, e confermo il mio interesse. Gli dico che mi rifaccio vivo prima di partire e stacco. Due giorni prima di partire scrivo un messaggio a queste persone e chiedo conferma della loro intenzione d’ospitarmi una volta giunto a Timbuktu. In genere non hanno cambiato idea, qualcuno magari si è ammalato e preferisce rinunciare, qualcuno è partito e a qualcuno è morto il gatto. Mi faccio dare a questo punto, quando manca poco alla partenza e sono sicuro delle loro buone intenzioni, l’indirizzo e il numero di telefono. Magari se a loro non disturba, chiamo velocemente prima di partire. “Et voilà”, i giochi sono fatti. Tutto qui. Il resto è macchina, treni, aerei e autostop, col pensiero a tizio e caio che andrò a incontrare in un nuovo paese, durante una nuova esperienza. Poi si arriva a destinazione, si va a bussare alla porta di chi ti sta aspettando con la totale libertà di credere e avere fiducia nella scoperta. A volte funziona alla grande, a volte meno. Rinunciare è lecito. Come quando entri in un ristorante italiano all’estero, ti siedi, leggi il menù e ti accorgi che servono “spagetti alla matricana”, e te la dai a gambe prima che arrivi il cameriere a chiederti cosa vuoi mangiare. Se non va, non va.
Tutta questa insalatona gigante, va condita con flessibilità, curiosità, comunicazione e tanta ma tanta fiducia verso l’uomo, l’essere umano. Come quando si fa l’autostop: o ti fidi un po’ di chi vuole aiutarti, o lasci perdere.

Da un anno uso questo metodo per viaggiare ed ho collezionato solo ed esclusivamente stupende esperienze di conoscenza e chissà, qualche nuova amicizia. Ho scelto volontariamente di offrire al tempo stesso ospitalità a chi lo richieda, anche se non è assolutamente condizione obbligatoria. In tal caso basta inserire l’opzione “nessun divano disponibile” nel proprio profilo personale e non si correrà “il rischio” di dover ospitare qualcuno. Come detto, io l’ho fatto, ed anche qui un mondo positivo tutto da scoprire. Certo le cose a volte possono andare male, per questo il sistema è predisposto all’autodifesa, grazie ad un meccanismo di referenze che gli utenti possono inserire nel profilo della persona ospite o ospitante. Referenze completano il profilo delle persone che usano il “couchsurfing” e fungono da importante sistema di sicurezza dell’intero movimento.

Vi racconto ora alcune esperienze per farvi capire che tipo di persone si possono incontrare grazie a questo rivoluzionario modo di intendere il viaggio.


Le mie esperienze, in compagnia di Elena, attraverso il “couchsurfing” (CS)

Francesco, Repubblica Ceca, Praga

5 di mattino, arriviamo a Praga nell’ottobre del 2008, dopo una nottata di viaggio in bus. Francesco contattato settimane prima in CS ci ha lasciato il suo indirizzo. Ci dirigiamo dalla stazione dei bus verso la zona del Muzeum, in pieno centro a Praga. Incredibilmente giungiamo a destinazione e alle 5.30 suoniamo al portone. Francesco ci risponde al citofono e scende le infinite scale di un palazzo gigantesco. Ci apre mezzo addormentato e mezzo sveglio, porgendoci uno smagliante sorriso di benvenuto. Saliamo in appartamento e Francesco ci indica il materazzone che ci ha preparato in una stanzina nel pianerottolo mansardato del suo appartamento. Sarà un susseguirsi di avvenimenti che ci accompagneranno per 5 giorni in una Praga che Francesco conosce bene e nella quale veniamo da lui stesso introdotti. La sera mangiamo con lui, magari un piatto di pasta in casa. Sul giorno visitiamo i luoghi che ci ha consigliato mentre lui lavora. Con lui vive Ersan, un ragazzo turco che lavora per la stessa azienda e si rivelerà essere altrettanto gentile con noi. Francesco usa il CS da tempo ed ha visitato paesi come l’Irlanda, la Polonia ed altri ancora attraverso lo stesso metodo. A lui piace ospitare gente e ce ne rendiamo conto subito. Lo rivedremo l’estate seguente in Spagna, durante un’altra esperienza di CS. Ora lavora parzialmente a Madrid e di tanto in tanto ci scriviamo ricordando le belle serate passate nei locali di una Praga praghense, che bisogna conoscere assolutamente, andando oltre la soglia di una barriera nella quale il turista di solito sbatte inevitabilmente.

In conclusione vorrei aggiungere una piccola riflessione che mi sta a cuore. In molti mi hanno chiesto del “couchsurfing” da quando hanno saputo che mi piace viaggiare in questo modo. In parecchi hanno dubitato di poter accedere a un sistema simile legato al viaggio. Chi per paura, chi per comodità, chi per preconcetti negativi, spesso mi sono trovato di fronte a persone che potenzialmente potrebbero divertirsi parecchio e approvare questa nuova filosofia di movimento, una volta esperimentata in prima persona. Al tempo stesso si lasciano scoraggiare dalla sfiducia verso l’essere umano, verso il prossimo. Io non ho fatto grandi passi, ho semplicemente favorito il percorso alla fiducia verso tutto ciò in cui ci si può imbattere durante un viaggio, fregandomene di dove sarei arrivato e concentrandomi sul tragitto da percorrere e le persone da incontrare! Buona fortuna!

-Visita il sito www.couchsurfing.org

Redatto da Josy Battaglia – jobatta@bluemail.ch