Mammografia: sì del Gran Consiglio
La revisione parziale della Legge sull’assicurazione malattia che permetterà l’attuazione di un programma di così detto “screening mammografico” per la diagnosi precoce del tumore al seno nel nostro cantone, è stata accettata dal Gran Consiglio con 102 voti favorevoli e qualche astenuto. Dopo, tuttavia, una discussione nella quale sono state espresse certe riserve. La prima è venuta dal presidente dell’associazione degli assicuratori malattia, deputato di Coira Vincenz Augustin, che ha messo in dubbio il vero beneficio della pratica come tale e paventato l’impatto economico sull’assicurazione malattia; proponendo a questo proposito che fosse solo il cantone ad assumersene i costi. Cosa che la Legge in discussione non prevede, ritenendo giusto che siano le casse malattia a pagare l’esame dato che questa nuova modalità eviterà finalmente la mammografia opportunistica: quella cioè che sottintende la complicità del medico per quegli esami mammografici non indicati da una patologia esistente o presunta, i costi delle quali non vengono oggi, per legge, assunti dalle casse. Motivo per cui la proposta di Augustin è stata con 77 su 22 voti rifiutata dal Parlamento.
Quindi – prossimamente – tutte le donne dai 50 ai 69 anni (la fascia di popolazione, circa 21 000 donne, alla quale si indirizza il programma) nel nostro cantone potranno – se lo vorranno – far eseguire una mammografia. A ciò saranno invitate da uno scritto da parte del Cantone che illustrerà motivi e modalità dell’esame. Su mia precisa richiesta (fatta a più riprese) questo scritto non dovrà essere perentorio e non dovrà contenere elementi destinati a inquietare chi lo riceverà. Nessuno è obbligato a sottoporsi all’esame se non vuole e nessuno deve avere conseguenze in seguito per un rifiuto. La libera scelta della persona deve essere garantita.
Il Cantone sarà nella campagna di “screening mammografico” coadiuvato da associazioni come la Lega contro il cancro; le modalità precise a tutt’ora non sono ancora definite e se sono già indicati i centri di radiologia oltre San Bernardino (Coira e Samedan) che effettueranno l’esame, non è ancora stabilito a quale Istituzioni ci si rivolgerà per il Moesano (cosa che terrò d’occhio!!). Il costo per chi si sottoporrà all’esame sarà come quello per le altre prestazioni ordinate dal medico; oggi una donna che vuole di sua volontà sottoporsi – senza indicazioni – alla mammografia, deve sopportarne l’intero costo. È stato questo un motivo per me per dire si a questa pratica. Come lo è stata la consapevolezza che gli Istituti previsti per il programma di screening (da noi si ricorrerà al Ticino), saranno unicamente quelli altamente specializzati. Infatti questo esame, per dare risultati attendibili, deve essere eseguito da persone assolutamente specializzate. Ciò che negli ultimi anni – secondo le statistiche – non sempre è successo. Inutile negare che – in Gran Consiglio se ne è parlato – non tutto ciò che è spiacevole viene evitato dall’esame. L’ansia dell’attesa del risultato e la possibilità di diagnosi errata sono sempre ancora presenti. Motivo questo che rende ancora più importante l’ineccepibilità della pratica di mammografia, sottoposta nel programma ad un severo controllo di qualità.
Il nostro cantone, con il canton San Gallo e quelli di Ginevra, Friburgo, Giura, Neuchâtel, Vaud e Vallese sarà uno di quelli che disporrà di un programma di screening mammografico istituzionalizzato e perciò ancorato alla legge, mentre sono ben 18 i Paesi dell’Europa occidentale che già l’hanno introdotto. Rifiutato l’hanno per intanto diversi cantoni della Svizzera tedesca fra i quali Zurigo, Zugo e Lucerna. Sui dati di mortalità femminile che può essere evitata con lo screening i pareri sono discordi – cosa che è emersa anche in Gran Consiglio – e non può essere diversamente dato che a nessuno è dato conoscere tutte le concause che accompagnano questo evento. Ci sono comunque le statistiche e quanto è leggibile dalle stesse parla in favore dell’esame mammografico di diagnosi precoce del tumore al seno. Ogni male che può essere evitato – o che si suppone possa essere evitato – deve quindi ricevere l’avvallo: anche quello politico.
Nicoletta Noi-Togni,
membro della Commissione della Sanità in Gran Consiglio
Redatto da Nicoletta Noi – Togni – nicolettanoi@bluewin.ch