La creazione delle relazioni

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La creazione delle relazioni

2:4 Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati. Nel giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli, 5 non c’era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perchè Dio il SIGNORE non aveva fatto piovere sulla terra, e non c’era alcun uomo per coltivare il suolo; 6 ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo.

7 Dio il SIGNORE formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente.
…15 Dio il SIGNORE prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perchè lo lavorasse e lo custodisse. 16 Dio il SIGNORE ordinò all’uomo: ”Mangia pure da ogni albero del giardino, 17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perchè nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai».

18 Poi Dio il SIGNORE disse: ”Non é bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui». 19 Dio il SIGNORE, avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo, li condusse all’uomo per vedere come li avrebbe chiamati, e perchè ogni essere vivente portasse il nome che l’uomo gli avrebbe dato. 20 L’uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi; ma per l’uomo non si trovò un aiuto che fosse adatto a lui. 21 Allora Dio il SIGNORE fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d’essa. 22 Dio il SIGNORE, con la costola che aveva tolta all’uomo, formò una donna e la condusse all’uomo. 23 L’uomo disse: ”Questa, finalmente, é ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà  chiamata donna perchè é stata tratta dall’uomo». 24 Perciò l’uomo lascerà  suo padre e sua madre e si unirà  a sua moglie, e saranno una stessa carne. 25 L’uomo e sua moglie erano entrambi nudi e non ne avevano vergogna.

Cara comunità, per gli investigatori delle scene del crimine (noti come CSI) i testimoni di un evento che ripetono tutti la stessa versione stanno mentendo. L’individualità umana, la singolarità della percezione umana e l’irripetibilità di ogni esperienza personale non rende possibile vedere e testimoniare un evento con l’esatto linguaggio e uniformità. Se un resoconto diventa una semplice ripetizione degli stessi fatti, qualcosa è fuori luogo.

Le narrazioni della creazione in Genesi 1 e 2 non “Genesi 1 contro Genesi 2”. Esse non offrono una visione del mondo contro un’altra. Il testo biblico, invece, trasmette quanta più luce possibile sulla relazione tra il Creatore e le sue creature. Fa luce sulla decisione di Dio di amare la sua creazione e non basta una sola voce. Quello che rende le Scritture la forza vitale e vitalizzante nella vita non è un “mantra” di statiche ripetizioni, una cantilena invariata dello stesso ritornello. Le Scritture vivono perché parlano della più grande storia mai raccontata sulla stupefacente, gloriosa, partecipazione del Creatore alla creazione e della speciale relazione di Dio con le creature. Al contrario di Genesi 1, Genesi 2 si occupa meno dell’ordine della creazione e più di svelare una creazione maggiore degli uccelli e degli alberi e di creature che strisciano e nuotano. A Genesi 2 sta a cuore la creazione delle relazioni. La relazione tra le altre creature e gli umani, tra uomo e donna e tra Dio e l’umanità. Genesi 2 è attratto dalle relazioni tra creature e Dio e le creature fra loro!

Nella nostra lettura odierna troviamo la prima nota negativa al v. 18: non è buono che l’uomo sia solo. Il Dio dell’intera creazione bolla negativamente la solitudine di Adamo. Dio che aveva riempito il vuoto con la luce, la vita e i colori, identifica la solitudine come “non buono”. L’umano è un “animale” sociale. L’amore e la cura divina ritengono che sia bene per lui mettergli vicino un “aiuto corrispondente” (Kenegdo). Dio si convince che: ci vuole una persona con la stessa identità di natura e complementarietà. In Genesi 1 starebbe scritto “nell’ottavo giorno, Dio creò le relazioni”. Il creato deve ora vivere insieme!

Nel mondo ci sono due tipi di relazioni. La prima è verticale, qualcuno è su, in alto e qualcun altro è giù, in basso. Tutti abbiamo bisogno degli altri. Tutti dobbiamo “guardare su” ad altri e viviamo una relazione verticale. La mamma e il papà possono rotolarsi giù sul pavimento con il bambino ma le persone più importanti nell’infanzia sono “su in alto”. La prima necessità nel primo anno di vita di un bambino è una presente vicinanza. Nella culla, il bambino impara subito a implorare il genitore di “prenderlo su”. Come uomini e donne di fede c’è un’altra relazione verticale impossibile da sradicare: quella con Dio. Genesi 1 e 2 rivelano che noi siamo parte di un processo creativo iniziato dal Creatore. Sopra e oltre noi esiste un’eterna forza creativa e di cura: Dio. Per questo preghiamo chinandoci o abbassando la testa e chiudendo gli occhi. La via verso l’alto passa per il basso. In preghiera, ci rendiamo piccoli, ricordandoci della grandezza di Dio. Questa è la relazione verticale.

Esiste anche una dimensione orizzontale. Quando le altre creature create dalla polvere passarono in parata davanti ad “Adamo”, nessuna è trovata adatta a diventare il salvatore per l’unico essere nel quale Dio aveva soffiato l’alito di vita (Gen. 2.7). Adamo organizza il mondo intorno a se prendendone possesso dandogli i nomi e destinandolo all’uso per organizzare la sua vita. Alla fine però, nessuno gli può stare di fronte, alla pari, offrirgli la dimensione orizzontale: un rapporto a tu per tu. Durante la creazione delle altre creature, Adamo è lì, si regge sui suoi piedi, sulla polvere della terra. C’è una gerarchia di tempo, se non di essenza. C’è un dominio del “più anziano” che esclude una vera “relazione”, un’uguaglianza “faccia a faccia” tra lui e le creature che gli passano davanti. Per creare il nuovo essere, Dio intraprende tre passi singolari.
1, Dio stese Adamo “mettendolo giù” sdraiandolo orizzontalmente in un profondo sonno divinamente indotto. Il creare di Dio non tollera spettatori. L’umano non può vedere Dio in actu, egli può ammirare la creazione di Dio solo come avvenimento compiuto.
2, Dio va diritto al cuore di “Adamo” e rimuove una costola dalla sua parte centrale e lo apre alla nuova creazione. Dio crea un essere che non è né superiore né inferiore ma è “davanti “, fianco a fianco e faccia a faccia e che si relaziona con lui spezzando la solitudine.
3, Dio crea non solo una “donna” ma un nuovo tipo di relazione. Una relazione tra uguali, dove non c’è un “sopra” e non c’è un “giù”. Non c’è competizione ma collegamento. Qui la donna è creata da avere solo lei la capacità di stare davanti all’uomo. La solitudine è scacciata da una relazione da umano – a – umano.

Quando il Signore portò la donna all’uomo, subito scattò in lui una connessione. Non esisteva ancora la reticenza maschile nel mostrare le emozioni. Adamo mostrò emozioni come un fiume in piena: questa è finalmente ossa delle mie ossa e carne della mia carne… (v. 23). È emozionato. Da quel momento, noi parliamo. Rispondiamo, dialoghiamo. Discutiamo. Ci lamentiamo e affliggiamo. Ci abbracciamo e piangiamo. Sospiriamo insieme. Sperimentiamo le nuove offese l’uno sull’altra. Ci guardiamo in silenzio, comunicandoci tutto. Queste connessioni sono le più necessarie, importanti, preziose e le più precarie. In più, se il Creatore ha con noi una relazione verticale, il Dio della nostra salvezza ne ha una orizzontale. La croce ha il palo verticale e quello orizzontale. Il Creatore è diventato il Dio Incarnato. Colui che è faccia a faccia con noi. Se il Dio Incarnato ci salva dalla nostra perdizione, un partner ci libera dalla solitudine stando “faccia a faccia”, “fianco a fianco”. La dimensione orizzontale delle relazioni è quella che salva l’umano dalla solitudine, quindi dall’assenza di aiuto. Questo è l’atto finale della creazione in Genesi 2.

Ma la relazione orizzontale non va vissuta solo in una coppia. Le relazioni partono dalla coppia e si espandono. Le relazioni orizzontali riguardano il rapporto con il resto del creato. Riguardano il prossimo. Nella tradizione giudaica si narra di un ragazzo in fuga dai nazisti nascosto dagli abitanti di un villaggio giudeo. Quando arrivarono i nazisti dissero: se non ci consegnate il ragazzo bruceremo il villaggio a fondo. La gente si consultò con il rabbino sul da farsi. Il giovane rabbino rispose che sarebbe tornato dopo aver studiato le Scritture. Consultando la tradizione egli trovò il versetto che afferma: è meglio che una persona muoia che l’intero popolo vada perso. Così senza consultarsi con la popolazione, egli consegnò il ragazzo ai nazisti. Quella notte, il profeta Elia gli apparse in sogno e gli disse: che cosa hai fatto? Il rabbino rispose: ho fatto come i nostri avi ci hanno detto di fare. Elia rispose: Quel ragazzo era il Messia e tu lo hai consegnato al nemico ed ora sarà ucciso. Il giovane rabbino rispose terrorizzato: ma come avrei dovuto saperlo? Elia rispose: se tu avessi messo via i tuoi libri e fossi andato dal fuggitivo e lo avessi guardato negli occhi, lo avresti saputo. Questa mattina, liberiamoci di ciò che ci impedisce di guardare Cristo negli occhi e alziamoci da qui guardando negli occhi dei fuggiaschi, dei soli, dei disperati, dei senza casa di questo mondo. I cristiani possono fare incrociare il cielo e la terra, il piano verticale e il piano orizzontale, far vivere il miracolo delle relazioni umane. In Cristo possiamo far vivere la vera dimensione della nostra umanità.

La molteplicità della creazione di Dio ha bisogno di più voci. Genesi 2 fa luce sulla creazione delle relazioni umane. Non è buono che Adamo sia solo. Eva è creata come sua unica interlocutrice e aiuto corrispondente, in piena parità e dignità. Le dimensioni verticali e orizzontali delle relazioni si incrociano. Adamo ed Eva si incontrano in una comunicazione che fa vivere il mondo. Il Creatore è sopra di noi ma il Salvatore è faccia a faccia con noi. Noi possiamo guardare Dio negli occhi del Cristo crocifisso che ci fa riscoprire la nostra connessione con il Padre e con il prossimo. In Cristo, abbiamo il rinnovamento delle relazioni, possiamo vivere l’intenzione originaria di Dio incontrando nel prossimo nostro fratello e sorella. Tu puoi mostrare la profondità della tua comprensione di Dio dalla larghezza della tua com-passione per gli altri.

Il Signore spezzi la nostra solitudine sanando le nostre relazioni con l’incontro del prossimo. Amen.

Appunti per la predicazione del past. Antonio Di Passa

Redatto da Antonio Di Passa – antonio.dipassa@gr-ref.ch