Solo ignoranza e voglia di potere
Ampio spazio dei media grigionesi alle rimostranze del Governo cantonale alla RSI. Articoli – quelli dei giornali di Coira – che attestano, semmai ce ne fosse ancora bisogno, la profonda ignoranza (sia dei giornalisti che dei politici che vivono tranquillamente a Coira) nei riguardi della realtà del Grigioni Italiano. Una realtà fatta di armonica convivenza con il Canton Ticino, di scambio culturale irrinunciabile, di lavoro e di servizi di primaria importanza per la regione.
Non lo sa evidentemente l’articolista che (“die Südostschweiz” 21 ottobre 2009) parla già nel titolo, sarcasticamente, di “Tessiner” Medien, con ciò stigmatizzando il (presunto) monopolio del Canton Ticino sulla RSI.
Men che meno sa cosa significhi il Ticino per il Grigioni Italiano il Consigliere Federale Leuenberger che nel suo confuso giudizio a priori, contro la RSI, (parla di sanzioni per la RSI perché solo ticinese) dimostra di vivere su di un pianeta totalmente estraneo alle più elementari conoscenze, non solo del Grigioni Italiano, ma anche del concetto di coesione e di democrazia. Per Leuenberger infatti, per un paio di trasmissioni televisive o radiofoniche in più o in meno, perderemmo il “senso profondo della coesione” e “rispettare” le minoranze significa considerare 1 o 2 come 1000. Strana comprensione del concetto di democrazia per un alto politico.
Intendiamoci: mi impegno da sempre per le minoranze culturali come anche per altre minoranze e so con certezza che il primo rispetto dello Stato nei confronti delle sue minoranze è non far mancare loro ciò di cui necessitano.
Rispetta il Canton Grigioni le sue minoranze linguistiche quando un cittadino deve farsi tradurre (dal tedesco all’italiano) una perizia a sue spese, quando, sempre ancora, invia a Comuni e Istituzioni documentazioni in lingua solo tedesca, quando i messaggi del Governo al Gran Consiglio vengono sempre ancora redatti in lingua tedesca, quando di traduzione simultanea in Gran Consiglio non si parla ed io ho potuto “ottenere” i testi di legge tradotti, per i dibattimenti in Gran Consiglio, solo perché una giornalista ha scritto un ottimo articolo sulla questione?
Rispetta il Cantone le sue minoranze sociali quando fa penare le famiglie per anni per un sussidio grandi invalidi, e qui gli esempi veramente si sprecano.
Rispetta il Governo la minoranza grigionitaliana quando non è possibile far assumere dalla Istituzioni sovvenzionate dallo Stato, oltre San Bernardino, giovani della nostra regione?
Che a fronte di questi scenari, il Governo di Coira per bocca e mano del suo capo dipartimento istruzione e cultura Claudio Lardi – proprio quel dipartimento fra l’altro che ha operato discriminazione linguistica e culturale negli esami d’ammissione alla scuola media cantonale sanzionata addirittura dai tribunali – conduca da anni una battaglia, culminata poche giorni fa in una denuncia a livello federale, nei confronti della RSI per “discriminazione” delle minoranza grigionitaliana, confina nel paradosso e nel grottesco di infima categoria. E, diciamolo pure, nel disonesto, nell’arroganza e nell’ingiusto.
Perché – monitoraggio o no – quali 14’142 abitanti del Grigioni Italiano contro i 333’000 abitanti del Ticino, siamo ampiamente presenti e “serviti” dalle trasmissioni RSI; addirittura la trasmissione radiofonica settimanale di informazione più longeva al mondo reca il titolo (guarda un po’) “Voci del Grigioni Italiano” ed è targata RSI.
Eppure qualche domanda il cittadino e la cittadina retica possono legittimamente porsela. Perché un cantone che risparmia su tutto, investe soldi, tempo ed energia per denunciare e monitorizzare – per mano di un ispettore scolastico in pensione che specialista in monitoraggi certo non è – per una questione del tutto marginale mentre non degna della minima attenzione questioni importanti.
Perché e a chi conviene questo accanimento contro la RSI e – più importante di tutto – c’è da chiedersi se vogliamo mettere a repentaglio le nostre buone relazioni con il Ticino per qualche costruzione macchinosa che va a solo beneficio di qualche, altrettanto macchinoso privilegio o voglia di potere.
Io certo non ci sto.
Redatto da Nicoletta Noi – Togni – nicolettanoi@bluewin.ch