Un’occasione per riflettere prima di decidere

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Un’occasione per riflettere prima di decidere

Un nuovo centro culturale per 4,75 milioni sulle spoglie del Rio?

Avendo a cuore la cultura e gli spazi che le occorrono il Movimento Poschiavo Unita ha deciso di optare per il sì.

La discussione che ha portato a questa decisione è stata comunque lunga e sofferta. E questo perché ci si è trovati da subito di fronte a due contrastanti scelte di peso: dire di sì alla comprovata necessità di disporre il più presto possibile di una struttura confacente in un posto qualsiasi oppure dire di no per i forti dubbi nei confronti dell’ubicazione e delle ristrettezze del Rio. A tutto ciò si è poi aggiunta la consapevolezza che mancare questa occasione avrebbe potuto significare mandare alle calende greche la realizzazione di un simile centro.

Abbiamo dapprima analizzato i pregi dell’opzione Rio. Fra questi primeggia forse il fatto che non si aggiunge una nuova casa ad altre case, che la vicinanza alla stazione possa comportare qualche vantaggio in certe circostanze, che essendo in centro o quasi possa essere raggiunto a piedi da molte persone. Poi c’è una certa qual malcelata affezione che noi nutriamo per questo edificio perché esso trasuda pur sempre di cultura ed è stato un posto che abbiamo frequentato con piacere tante volte.

Ma ora i sentimenti contano poco. La proposta da votare è questa: decidere o meno se rimanere in questo posto con la consapevolezza che si presenta l’occasione più unica che rara di realizzare qualcosa di nuovo. Optare per il Rio significa in effetti conservare niente o quasi nulla della sostanza esistente. L’unica cosa sicura che rimane è il posto. Ed è qui che nascono i dubbi che non possiamo nascondere per trasparenza alle cittadine e ai cittadini.

Nell’ambito della commessa di studio promossa dall’Esecutivo, due nostri architetti hanno addirittura proposto la demolizione totale. Uno non ha aderito all’invito. E questo è un cattivo segnale che non possiamo ignorare. Il posto è stretto, pone grossi limiti anche all’architetto se non si vuole salire più in alto, non dispone di spazio (magari anche verde) nelle adiacenze, confina con la strada di transito in certi periodi abbondantemente trafficata.

Per quanto riguarda l’aspetto finanziario il signor Podestà ha rassicurato tutti che ci sono soldi in abbondanza, e quindi noi non apriamo questo a quanto pare inutile discorso.

Al Movimento Poschiavo Unita preme però una cosa importante che pone come condizione per un sì all’opzione Rio: in questo nuovo centro per la cultura, fra i tanti locali ideati o ancora da ideare, devono trovare un’opportunità anche i nostri giovani (tuttora più vivi che mai), i quali con l’architetto che la giuria sceglierà dovranno disegnare un loro preciso spazio all’interno per permettere loro di stare assieme per costruire un domani ancora migliore.

Impianto di teleriscaldamento a cippato

“L’idea da mandà a scöla nösc boci a sa fa infümentà la ma plas poc”

Questa preoccupazione, espressa da numerosi genitori nel nostro schietto dialetto poschiavino, non è per niente campata in aria e va presa in seria considerazione. Ma procediamo con ordine.

Ci sono ormai motivi inconfutabili per sostenere, con convinzione, il riscaldamento a legna. Il combustibile proviene dalla nostra valle e non da paesi lontani, magari ostili, favorendo un indotto economico importante a livello locale. La tecnologia utilizzata per la combustione è matura, anche se in continua evoluzione, e i rendimenti sono molto buoni. Dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica, causa principale del riscaldamento globale del nostro pianeta, l’impatto è nullo purché non si bruci più di quanto può ricrescere nei nostri boschi. Il fatto poi di progettare impianti che non servano una sola abitazione, contribuisce ad aumentare il rendimento di tutto il sistema, diminuendone nel contempo i costi e le immissioni nocive. In questo senso il progetto di teleriscaldamento concepito per i grandi impianti comunali e, potenzialmente, per una parte di case private del Borgo ci sembra ottimo.

Non dobbiamo però fare come gli struzzi e far finta di non vedere gli evidenti problemi che il luogo scelto per la centrale di combustione comporta: la scuola, dove i nostri bambini e giovani passano gran parte della loro infanzia e adolescenza. Per renderci conto della potenza istallata, 1500 kW, dobbiamo sapere che basterebbe a riscaldare tra le 100 e le 150 abitazioni private. Quanti gas di combustione usciranno dai due camini previsti nel praticello, ad una trentina di metri dall’entrata delle elementari? E quali? Qualcuno va raccontando che da un simile impianto esca solo un’arietta calda e umida con un po’ di innocua anidride carbonica. Quasi, quasi, già che i camini sono sorprendentemente più bassi della scuola stessa, ci si potrebbe costruire una scaletta per portarci le classi d’inverno a fare le inalazioni? In realtà l’ironia è fuori posto perché anche da impianti dell’ultima generazione, muniti dei migliori filtri, escono fra le tante anche le seguenti sostanze:

| Emissione | Limiti di legge con tenore in ossigeno nei gas di scarico dell’11% | Effetti negativi potenziali sulla salute |
|H20 (vapore acqueo) | | Innocuo |
| CO2 (anidride carbonica) | | Globalmente neutrale |
| CO (monossido di carbonio) | 250mg/m3 di gas espulso | Veleno che può provocare la morte per asfissia |
| NOx (ossidi di azoto) | 250mg/m3 di gas espulso | Malattie respiratorie acute e bronchiti croniche |
| SO2 (anidride solforosa) | 250mg/m3 di gas espulso | Problemi respiratori |
| VOC (composti organici volatili) | | |
| POLVERI SOTTILI | 20mg/m3 di gas espulso | Svariati rischi per l’organismo |

Fonte dei dati: OIAt (Ordinanza federale contro l’inquinamento atmosferico) / AELSI (Energia legno Svizzera)

Dovessero malauguratamente capitare momenti di malfunzionamento con cattiva combustione, come può ovviamente succedere, i gas espulsi potrebbero essere ben peggiori e comprendere la tristemente famosa diossina e i metalli pesanti.

Tutto questo può giustamente spaventare, rappresenta tuttavia la normalità in un processo di combustione come quello progettato. Va inoltre detto che anche i bruciatori ad olio di ultima generazione muniti di filtri hanno emissioni simili o leggermente peggiori. Tutto questo ci dovrebbe comunque far dubitare sull’idoneità del luogo scelto. A questo proposito circola un’altra motivazione assurda per giustificare la centrale a scuola. C’è chi dice: -Però verrà tolto il riscaldamento ad olio che pure non è molto sano per gli allievi. D’accordo, ma quello è dieci volte più piccolo perché serve solo la scuola. Sarebbe come dire a qualcuno di non lamentarsi delle dieci bastonate che riceverà, siccome gli verrà tolta quella che riceveva prima, infatti i bruciatori del previsto teleriscaldamento avranno una potenza di circa dieci volte superiore a quella attuale e quindi le masse di gas che usciranno dai camini saranno enormemente maggiori.

È difficile capire quanto pericolo ci sia effettivamente per la salute. D’altra parte è risaputo che le percentuali di bambini con problemi connessi alle vie respiratorie è in continuo aumento. Se i gas si disperdessero tutto l’anno disciplinatamente verso l’alto, se non ci fosse mai un qualche malfunzionamento dell’impianto, probabilmente il rischio sarebbe molto piccolo. Tutti noi poschiavini sappiamo tuttavia che questo è improbabile, conoscendo le particolari condizioni atmosferiche che a volte interessano i nostri paesi ed il borgo in particolare. Proprio nel periodo invernale, in cui l’impianto lavorerebbe a pieno regime, si manifesta il fenomeno dell’inversione termica e ci potremmo ritrovare con una cappa di gas particolarmente densa proprio sopra la scuola. Per concludere noi riteniamo che sulla pelle dei nostri figli non si possa azzardare una simile scommessa, nemmeno se in altri posti qualcuno l’ha già fatto, considerando poi che non ci troviamo in un posto in cui sia impossibile trovare un luogo sufficientemente sicuro.

Un altro importante argomento riguarda i possibili sviluppi futuri della centrale di teleriscaldamento. Un impianto simile dovrebbe poter essere ampliato, se necessario, permettendo a più economie domestiche possibili di collegarsi lungo il tracciato delle condutture. Fra l’altro, in questo modo si potrebbero ammortizzare più facilmente i notevoli costi a carico del Comune. Attualmente, se ben leggiamo il messaggio, potenzialmente potrebbero allacciarsi al massimo una quarantina di privati (calcolando 15kW per abitazione). Il bisogno reale a lungo termine potrebbe però essere ben maggiore e quindi il luogo scelto per la centrale dovrebbe permettere eventuali ampliamenti. A scuola questo ci sembra impensabile. Si costruirebbe un’altra costosa centrale?

Ci sono anche altri motivi che ci rendono scettici, non sul progetto di teleriscaldamento in sé, ma sulla sua ubicazione.

Considerando l’esiguità del posto a disposizione, la manutenzione dell’impianto e il riempimento regolare del silo per i trucioli potrebbero aumentare il pericolo nella zona della scuola che viene regolarmente frequentata dai giovani e giovanissimi anche nei giorni liberi e nei periodi di vacanza.
Lo spazio ricreativo a disposizione, specialmente dei bambini più piccoli, verrebbe ulteriormente ridotto.

In considerazione di quanto fin’ora esposto, noi riteniamo che per la realizzazione del teleriscaldamento si possano trovare, senza difficoltà eccessive, luoghi molto più idonei, nemmeno troppo lontano dalla scuola e dagli altri complessi che si vogliono collegare e senza ulteriore spesa. Ad eccezione dell’ubicazione infelice, riteniamo che il progetto sia molto valido nei suoi ulteriori aspetti.

Se la popolazione dovesse respingere l’attuale proposta, ci impegneremo, nelle nostre possibilità, ad insistere affinché si identifichi un luogo più idoneo in tempi brevi.

Tocca ora alle votanti e ai votanti decidere consapevolmente e responsabilmente.

I nostri suggerimenti sono:

  • **Nuovo Centro culturale Rio: SÌ
  • Teleriscaldamento a cippato: libertà di voto **

Redatto da Il gruppo di coordinamento MPU – arkus.raselli@bluewin.ch