100 anni della Bernina: continua la ricerca di ricordi
Cappelli da macchinista, biglietti che permettevano di viaggiare a tariffa ridotta, scritte che lusingavano i turisti inglesi di poter raggiungere le città d’arte italiane in un batter d’occhio, ma anche tristi cronache d’incidenti invernali, contratti di lavoro e orari del treno che provocano sorrisi all’uomo contemporaneo.
Sono tanti e preziosi i documenti messi a disposizione dalla popolazione per l’allestimento della mostra che si potrà visitare nel corso dell’estate al Museo Poschiavino. Ma quanti ricordi rimangono ancora chiusi nei polverosi scatoloni in soffitta, mentre potrebbero contribuire a documentare uno dei momenti cruciali della nostra Valle?
Il 5 luglio del 1910 i primi treni iniziavano a circolare tra St. Moritz a Tirano. Si trattò di una rivoluzione: dalle dodici ore necessarie ad un carro trainato da cavalli per superare il passo dal confine all’Engadina, il percorso scese a poco più di tre ore. Solo pochi anni dopo la costruzione dei primi grandi impianti delle FMB per la produzione di energia idroelettrica, la Valle faceva così un grande passo verso la modernità.
Malgrado la ferrovia fosse nata soprattutto con una vocazione turistica, garantiva un collegamento al retroterra grigione e un allacciamento alla rete ferroviaria italiana. Inoltre la Ferrovia del Bernina offriva oltre un centinaio di posti di lavoro, accelerando così la trasformazione economica della regione ancora fortemente legata all’agricoltura.
Malgrado la Bernina abbia sempre dovuto combattere con difficoltà economiche – ricordiamo che nel 1943 per evitare il fallimento la società fu integrata nella Ferrovia retica – ancora oggi è un caposaldo dell’economia locale, un importante datore di lavoro, mantiene un suo ruolo anche nei trasporti ed è l’arteria fondamentale per il turismo locale.
Redatto da Il Bernina – redazione@ilbernina.ch