La Contro – Intelligenza della croce
1a Corinzi 1.1 – 19
1 Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sostene, 2 alla chiesa di Dio che é in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù, chiamati santi, con tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore loro e nostro: 3 grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.
4 Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per la grazia di Dio che vi é stata data in Cristo Gesù; 5 perchè in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di parola e di ogni conoscenza, 6 essendo stata confermata tra di voi la testimonianza di Cristo;
7 in modo che non mancate di alcun dono, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. 8 Egli vi renderà saldi sino alla fine, perchè siate irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. 9 Fedele é Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, nostro Signore.
10 Ora, fratelli, vi esorto, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare e a non aver divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire. 11 Infatti, fratelli miei, mi é stato riferito da quelli di casa Cloe che tra di voi ci sono contese. 12 Voglio dire che ciascuno di voi dichiara: ”Io sono di Paolo»; ”io, di Apollo»; ”io, di Cefa»; ”io, di Cristo». 13 Cristo é forse diviso? Paolo é stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo? 14 Ringrazio Dio che non ho battezzato nessuno di voi, salvo Crispo e Gaio; 15 perciò nessuno può dire che foste battezzati nel mio nome. 16 Ho battezzato anche la famiglia di Stefana; del resto non so se ho battezzato qualcun altro.
La sapienza del mondo e la sapienza di Dio.
17 Infatti Cristo non mi ha mandato a battezzare ma a evangelizzare; non con sapienza di parola, perchè la croce di Cristo non sia resa vana. 18 Poichè la predicazione della croce é pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, é la potenza di Dio; 19 infatti sta scritto: ”Io farò perire la sapienza dei saggi e annienterò l’intelligenza degli intelligenti».
Cara comunità riunita, queste coinvolgenti parole introduttive dell’apostolo Paolo ci rivelano che la Chiesa in Corinto era in mezzo ad una “guerra di sapienza”. In breve, in una disputa su chi possedesse un superiore sapere religioso. Che cosa significa essere un autentico amante della sapienza cristiana o un filosofo umano cercheremo di capirlo questa sera perché esiste una profonda differenza tra la sapienza biblica, di cui abbiamo tracce e libri nell’AT, e la sapienza della filosofia umana. La Chiesa in Corinto era coinvolta e stravolta in una guerra intellettuale sulla fede.
La mentalità ebraica ragiona di più con “questo e quello”. Quella ellenistica è più “o questo o quello”. Il cristianesimo subordinò queste mentalità al pensiero inclusivo di Cristo. Provo a spiegare la “guerra di sapienza” in Corinto con alcuni esempi. Il primo con l’esempio della guida invernale. Guidare in inverno causa molti incidenti stradali. Vi è mai capitato di trovarvi in un testa coda? Io ho provato il detestante piacere di trovarmi a girare in tondo. Ci sono delle scuole di guida invernali dove, sotto la cura di un “istruttore”, si impara a riprendere il controllo del veicolo. Ci vuole della pratica perché l’azione è contraria ai nostri istinti di base. Quando il retro della macchina inizia a scivolare verso destra, il cervello urla “gira a sinistra, a sinistra!” Per tua sfortuna, se segui il consiglio del tuo cervello hai vinto un giro da brivido disneyano di almeno 180°! Invece, come l’istruttore di guida ci direbbe, devi sterzare nella direzione della scivolata. Per noi occidentali questo è difficile perché noi abbiamo il ragionamento logico deduttivo del “o questo o quello”. Non amiamo unire questo e quello! Amiamo escludere: o questo o quello. Se scivolo a destra, sterzo a sinistra, questo e non quello. Lo stesso pregiudizio occidentale esclusivo lo notiamo nell’accostamento di termini contraddittori, per esempio, “ossimoro” (acuto + sciocco) (marca “moron”). Esempio, “copia originale” “brivido caldo” e la “viva morte” del Petrarca ci fanno sorridere e ci rivelano che non amiamo quando gli opposti si attraggono. Inoltre, a noi piace di più “girare – intorno” ad una cosa, invece di prendere le cose in “modo frontale”. Nella guerra fredda, la più grande manipolazione dell’informazione fu svolta dalla supposta “counter – intelligence”. Erano talmente “contro l’intelligenza” che i risultati furono infelici; per es. mandare sigari esplosivi a Castro o caviale contaminato ai sovietici. Ad ognuno piace pensarsi intelligente. Nessuno vuole apparire stupido. Nella guerra di sapienza la fazione opposta a Paolo seguiva una “sapienza umana” “esclusiva” “o questo o quello” per mostrarsi più intelligente degli altri. La loro fede mirava più a sterzare per escludere piuttosto che per includere, perché il Vangelo gli sembrava da “sciocchi” o da perdenti. Paolo predicava l’Evangelo di una fede “contro l’intelligenza” umana. Inclusiva e non esclusiva. Una “pazzia” per qualcuno.
Per l’apostolo Paolo questa volontà di non apparire stupido con il messaggio apostolico dell’Evangelo era il problema maggiore. La causa della malattia della “guerra di sapienza” dei corinzi risiedeva nel volere apparire brillanti davanti agli altri. C’erano dei discepoli di Gesù che volevano apparire più “intelligenti” o, secondo loro, più “sapienti” (“sophia”). Vari gruppi all’interno della comunità definivano la “sophia” in modo diverso e si dividevano dicendo: io ho la vera saggezza della fede. La diagnosi dell’apostolo sul problema è brillante. Per Paolo, questi rampanti propagandisti (io sono di Paolo, Apollo, Pietro) erano un sintomo non la malattia. Questi cristiani in Corinto riducevano il messaggio cristiano ad una filosofia di ragionamenti personali. Tramite dibattiti, discussioni e scontri, essi credevano di avere la vera “sophia”, sapienza, e che loro possedevano la migliore comprensione della fede cristiana. Chi fu la prima vittima caduta in questa “guerra della sapienza” combattuta tra le fazioni nella Chiesa secondo l’apostolo Paolo? Il cuore dell’Evangelo! La croce di Cristo, lo scandalo del crocifisso Messia, era in pericolo di cadere in disgrazia mentre i Corinzi lottavano per superarsi in intelligenza l’un l’altro. La tragedia più grande è che il cristianesimo diventi una “filosofia” umana, piuttosto che una scelta di vita e di relazione reciproca fra Dio, noi e il mondo. Uno stupido parlottio umano invece della croce di Cristo.
L’apostolo non impegna i credenti in Corinto in un dibattito intellettuale. Invece di fare appello al suo impressionante sapere e autorità apostolica, Paolo attacca l’amata “sophia” dei corinzi nel punto in cui duole di più: il messaggio della croce è pazzia (v. 18). L’Evangelo non è difficile da comprendere. Non è multilivello e complesso, non è riservato all’intelligenza di alcuni. Non è misterioso e un’occultata “gnosi”. No, la croce è franca, diretta, completa, è scontro frontale con la “pazzia” della sapienza di Dio. La parola greca per “pazzia” (sciocco) è “moros” dal quale proviene la parola “ossimoro”. Dalla prospettiva umana, la croce è un disastro, un fallimento, una tragedia, un imbarazzo. Dalla prospettiva umana la croce è moronica, addirittura un ossimoro. La “sophia” umana vorrebbe predicare solo le guarigioni di Gesù, la sua saggezza o splendore. La nostra mentalità occidentale direbbe: questo e non quello. La gloria, gli angeli, la potenza, i miracoli non la croce come “Evangelo”. L’apostolo, invece, iniziava dalla fine della storia di Gesù, la croce e poi si lavorava la strada in avanti. I corinzi volevano partire dalla mangiatoia e speravano di non arrivare mai alla fine. Paolo però ricorda a questa Chiesa infatuata della sophia che “la fine”, la conclusione sulla croce, era in realtà solo l’inizio, di un nuovo mondo di possibilità per uomini e donne che entravano in una nuova vita in Cristo. In altre parole, la vita cristiana è costruita su un paradosso, un ossimoro, su un’acuta sciocchezza.
L’apostolo esalta allora la croce come trionfo divino e non come sconfitta. La croce, come compimento della passione di Dio per la salvezza dell’umanità, ci obbliga a guardare alle cose in modo differente. Interessante sono gli ossimori dell’apostolo che descrive il vero potere: quando sono debole, è allora che sono forte. (2 Corinzi 12, 10). E, riferendosi a quanto gli rivela Dio «Ti basta la mia grazia; la mia potenza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza» (2 Corinzi 12, 9). I cristiani vedono trionfo dove il mondo vede tragedia. Noi vediamo la potenza divina dove il mondo vede una pietosa debolezza. Noi vediamo l’amore del Maestro dove il mondo vede violenza e caos. La mentalità umana ci urla: la barca è piena, fuori gli immigrati. Cristo ci dice: era straniero e mi avete accolto! Sterza al contrario di dove si sta andando, pensa a te stesso, ci dice la mente. No, incontra il tuo prossimo come fratello, ci sussurra Cristo, sterza nella stessa direzione. Alza barriere, respingi l’altro, ci diciamo. Sii un costruttore di pace, beato te, ci dice Cristo. La croce di Cristo, il Messia crocifisso, ci lascia intravedere un raggio della divina “contro – intelligence” e rivela i limiti dell’umano modo di pensare razionale, logico, sequenziale. Di seguito alcuni modi di vivere questa “contro – intelligence” della croce, questa vita ossimora dove l’Alfa e l’Omega sono uno, dove: se vuoi essere il primo, devi farti ultimo. Se vuoi realizzare te stesso, deve perdere la tua vita, se vuoi essere esaltato, devi umiliarti. Ma stai attento, come ai giorni di Paolo, se la “contro – intelligenza” cristiana ti prende la vita, non sarai così popolare o anche compreso. Ma questa è la strada del trionfo di Dio.
Tu ed io, sorelle e fratelli, siamo funzionari della “contro – intelligenza” nella missione di Dio nel mondo. Occupiamo con qualche sapienza ossimora questa settimana perché come disse Gesù «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà (Marco 8:34-35). La croce è la via della potenza di Dio, salvezza della nostra vita. Amen.
Appunti per la predicazione del past. Antonio Di Passa
Redatto da Antonio Di Passa – antonio.dipassa@gr-ref.ch