Che ne sarà  del NeoPolo socio-culturale valposchiavino ?

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Che ne sarà  del NeoPolo socio-culturale valposchiavino ?

Il 29 novembre 2009 quasi due terzi dei votanti hanno respinto il progetto proposto da Giunta e Podestà  di ”acquistare, ampliare e ristrutturare l’ex-centro culturale Rio». A giudizio di questi 60,9% dei votanti questo specifico progetto non meritava di essere portato avanti per concretizzarvi il ”nuovo centro culturale poschiavino». Progetto mal concepito, insufficientemente maturato, dato in pasto ai votanti di sorpresa, ossia senza che l’opinione pubblica vi fosse preparata tramite un’informazione comprensiva ed accurata. Rifiutandolo, il popolo rinviava a Giunta e Podestà  l’incarico originale: rimettersi all’opera, preparare e presentare un nuovo progetto di Centro plurifunzionale, suscettibile di riunire l’appoggio convinto della popolazione comunale e fors’anche – perchè no…? – di tutti i valligiani!

Reazioni tutt’altro che incoraggianti della Giunta, del Consiglio e dei loro partiti al verdetto delle urne. Disfattista quella del presidente della Giunta (e presidente dell’ETV) che, categorico, decreta: «Il centro culturale deve essere tolto dall’agenda politica per alcuni anni!». Appena meno disfattista il suo partito IPP: «Ripartiamo da zero dunque», già rassegnandosi a «un iter di 5 anni per elaborare un progetto accettabile in votazione». Timidamente intraprendente il Podestà che ammetteva: «Dobbiamo studiare nuove soluzioni.» Tuttavia, solito temporeggiatore, smorzava ulteriori entusiasmi insinuando che «ci vorrà tempo e i tempi della politica sono lenti.» (come dire «dopo di me il diluvio»). Straziante gli faceva eco il suo partito PDC, piagnucolando che «il popolo ha rifiutato il futuro.»

Reazioni prevalentemente pessimistiche dei due gruppi promotori del progetto bocciato, assieme largamente maggioritari in Giunta e Consiglio. Reazioni di pusillanime rammarico che non lasciavano presagire nulla di esaltante per la rimessa in moto del processo di progettazione. Avranno i due gruppi imbronciati nel frattempo digerito il fatto che il popolo non ha voluto del loro progetto? Come accertarsene, dato il mutismo nel quale si murano già da ben due mesi!

Infatti, nei media valligiani più nulla sul follow-up del verdetto popolare. Fuorché le reazioni dei due movimenti con micro-rappresentanza in Giunta o in Consiglio:

  • Quello liberale provvedeva a far «mettere a preventivo frs 50’000 per lo studio di alternative di un nuovo centro polifunzionale e ritiene che gli studi verranno iniziati al più presto».
  • Quello ecolo-sociale riteneva che «un comune come il nostro debba permettersi un centro culturale dignitoso e funzionale» e che «ora ci si deve rimettere al lavoro, identificando ragionevoli alternative che possano rispondere ai bisogni attuali e futuri.»

In questa situazione, cosa ne pensa l’opinione pubblica? Purtroppo, nel nostro Comune, difficile venire a conoscenza della vox populi. Perciò, tornato in Valle dopo un’assenza di qualche settimana per le Feste in famiglia, ho intrapreso il mio solito «sü e giò par li cuntradi». Grazie anche agli obbligati approdi ai tàul rodond, credo di essere riuscito a captare alcuni lembi della vox populi. Sintetizzandoli, ben poche voci considerano che l’esito della votazione del 29 novembre 2009 abbia chiuso il discorso su un centro culturale. Prevalgono le voci che ritengono che una nuova infrastruttura per attività socio-culturali svariate è una necessità per il nostro Comune, e che realizzarla è un compito urgente delle Autorità comunali.

Risaltano, forse perché straordinarie, diverse idee più particolari che vanno dal sorprendente all’ardimentoso e strepitoso, fra queste:

  • Realizzazione entro 24 mesi: con tutto quello che si sa già sui bisogni e desideri, sulle possibilità e limitazioni, lo studio e la progettazione fattibili nel 2010, costruzione e inaugurazione entro fine 2011 – dixit un uomo del mestiere che ci si conosce in questi affari e progetti…
  • Ubicazione ottimale per la nuova infrastruttura: il terreno fra le scuole e la chiesa di Santa Maria, terreno in leggera pendenza, esponendo l’edificio vantaggiosamente alla vista da vicino e da lontano (come dal centenario Bernina in discesa da Prülasch…), terreno a quanto pare acquistabile senz’altro…
  • Realizzazione idealmente bi-comunale Brusio-Poschiavo: abbinando progetto socio-culturale a progetto socio-sportivo, creando a Poschiavo il NeoPolo plurifunzionale e a Campascio e il nuovo Camp da fusbal, i due in co-finanziamento proporzionale dei due Comuni, il primo gestito sul modello OSS, il secondo dalla VPC. Ultrapionieristica davvero questa proposta che però, già perché avanzata da un cittadino di Brusio (perdipiù grande calciatore davanti al Signore), merita seria considerazione da tutti i valigiani…!
  • Edificio di interesse culturale, architettonico, turistico: e se, nell’attuale situazione finanziaria invidiabile (dixit Podestà Tino Zanetti), Poschiavo si dotasse di un centro culturale avanguardista, di struttura architetturale notevole, ammirevole e ottimamente funzionale per la gente del paese, altrettanto attraente per chi verrà a Poschiavo apposta per vederlo; come dice uno stimato concittadino «un centro pazzo, anche dal profilo architettonico, così che i turisti non si fermeranno più all’incrocio della Via di Palaz ma si spingeranno alcuni metri più a sud per visitare il famoso centro!» Perché non osiamo, per una volta, investire in una creazione urbanistica fuori del comune…!

Immagine in alto:

  • “Chesa futura”, a St. Moritz, architetto Norman Forster

Redatto da Dino Beti di Panìsc – dino.beti@bluewin.ch