La vita sottosopra

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La vita sottosopra

Luca 4.14 – 21

14 Gesù, nella potenza dello Spirito, se ne tornò in Galilea; e la sua fama si sparse per tutta la regione. 15 E insegnava nelle loro sinagoghe, glorificato da tutti. 16 Si recò a Nazaret, dov’era stato allevato e, com’era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga. Alzatosi per leggere, 17 gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aperto il libro, trovò quel passo dov’era scritto:
18 ”Lo Spirito del Signore é sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà  gli oppressi, 19 per proclamare l’anno accettevole del Signore».
20 Poi, chiuso il libro e resolo all’inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui. 21 Egli prese a dir loro: ”Oggi, si é adempiuta questa Scrittura, che voi udite». 22 Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: ”Non é costui il figlio di Giuseppe?» 23 Ed egli disse loro: ”Certo, voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso; fa’ anche qui nella tua patria tutto quello che abbiamo udito essere avvenuto in Capernaum!”» 24 Ma egli disse: ”In verità  vi dico che nessun profeta é ben accetto nella sua patria.

Cara comunità, c’è una terapia chiamata “Inversion Therapy”. Secondo i sostenitori aiuterebbe ad alleviare i dolori della spina dorsale eliminando la forza di gravità. In che modo? Mettendosi “sottosopra” appesi tipo grande pipistrello. I suoi sostenitori affermano che, in questa posizione, le vertebre schiacciate si espandono, si riallineano e si rigenerano. Rafforzati dall’esercizio e liberati dalla forza di gravità, schiene doloranti e colli irrigiditi, possono riposarsi e “scaricarsi”. Studi scientifici sono meno ottimisti sugli effetti e per alcune tipologie di malati questa terapia è pericolosa. Appendersi per i piedi sottosopra non serve tanto a rigenerare schiene indolenzite.

Mettersi sottosopra non è confortevole. Il nostro punto di vista ne soffre. Le cose ci sembrano differenti, si sentono e SONO differenti. Il mondo degli haitiani è stato girato atrocemente sottosopra. I tetti sono ora pavimenti e mucchi di calcinaccio. Un terremoto della scala Richter 7,2 non rispetta le persone. Ricchi e poveri sono senza casa, impotenti e sofferenti. Port – au – Prince non c’è più. Niente è come prima. Le cose SONO differenti. Il rovesciamento di Haiti ha ribaltato anche l’agenda del mondo. Ricordate, parlavamo di terrorismo e di come difenderci? All’improvviso, il disastro in Haiti ha rapito i nostri cuori e mani verso questa parte del mondo. Ricordate il dibattito sui body scanner e la sicurezza aerea? All’improvviso, tutti a correre per liberare corpi dalle macerie. Di colpo, flotte di aeroplani con beni di prima necessità e soccorritori sono volati in un aeroporto senza controllori di volo e la pista sembrava il parcheggio di un centro commerciale in Avvento. Chi di noi non ha avuto una stretta al cuore per l’orrore in Haiti? Questo essere stati messi sottosopra, però, ha partorito il sanante spirito di compassione nel mondo. Non c’è conforto nello stare sottosopra ma cambia la visione del mondo.

Gesù era un maestro a mettere sottosopra il mondo. Egli sapeva scuotere i punti di vista e sconquassare le opinioni. Dalla sua prima apparizione pubblica, fino all’ultimo respiro sulla croce, Gesù ha impartito corsi di “inversion therapy”. I giudei aspettavano con trepidazione il Messia eletto da Dio, il liberatore d’Israele, l’unto dello Spirito. Egli avrebbe fatto rinascere politicamente la “nuova Israele” in modo più grande, più forte, invincibile e riconosciuto come la santa nazione di Dio, distinta dal resto. Gesù, mentre leggeva da Isaia nella sinagoga, questo testo riviveva nei loro sogni di potenza e dominio. Le parole di Gesù, però, proclamarono ai giudei che in questa nuova era messianica, i “poveri”, i “ciechi” e gli “oppressi” sarebbero stati “liberati” e avrebbero ricevuto l’attenzione divina. Dio si sarebbe mosso a favore non dei più devoti, di quelli che pregavano più con fervore e religiosità irreprensibile, agli studiosi, ai sapienti, ai forti ma verso gli emarginati. Così Gesù iniziò a mettere sottosopra il mondo.

Nel mondo mediterraneo, i “poveri” erano considerati possedere dei geni cattivi. Gli era attribuita una cattiva reputazione. I poveri erano una marmaglia, in bancarotta economica e spirituale. Come poteva essere che il Messia era stato mandato da tale marmaglia? I veri “ciechi” non sono quelli con handicap fisico ma quelli spirituali. Nel mondo antico, Handicap, malattie, piaghe e infermità, erano considerati un segno della punizione divina. Se eri cieco, zoppo o ammalato, avevi fatto qualcosa per “meritarti” la punizione. Gesù terminò la sua lettura: “Dio mi ha mandato a proclamare l’anno accettevole del Signore” (Isaia 61.2a). La visione messianica di Gesù non era “o bianco o nero” dei religiosi. Non parlava di buoni o cattivi, fedeli o dannati, integri o corrotti, liberi o schiavi. Gesù era venuto a dirci che il Signore non è il Dio alla guida degli eserciti, il Dio che ci aiuta ad uccidere il nemico, il Dio che vuole sangue per calmare la sua ira, il Dio che prende piacere nella morte del peccatore. Questa è la “inversion therapy” di Gesù. Gesù capovolse le attese messianiche ribaltando la visione di Dio.

Agli orecchi degli ascoltatori in sinagoga la parte peggiore era un’altra. Che i poveri erano oggetto della “Buona Notizia” poteva disturbare. Il peggio fu che Gesù si manifestò come il Messia. Non solo, ma nemmeno secondo le sperane e attese della popolazione. Così, chi sarebbe stato questo Messia? Non un grande leader militare. Non un re potente. Non un conquistatore divinamente unto. Non una presenza con angelici accompagnatori. No, il Messia, l’Unto, sarebbe stato “il figlio di Giuseppe”, quindi “quel” Gesù. Quel Gesù avanza la pretesa che “lo Spirito del Signore è su di me”. Quel Gesù annuncia che Dio lo “ha unto”. Quel Gesù annuncia la Buona Notizia di Dio che “mi ha mandato”. La folla in Nazaret ne rimase sconvolta. In fondo, la folla di Nazaret non poteva mandare giù che questo oratore nel loro mezzo è “quel Gesù” conosciuto dalla fanciullezza come “il figlio di Giuseppe”. v. 22. Questa è la notizia più inaccettabile.

La vera esistenza di Gesù era sottosopra. Non solo il suo messaggio. Egli infranse le usanze di quei giorni. Nelle culture antiche c’era una gerarchia precisa. Prima c’era il padre, il “grande capo” indiscusso. A distanza, la madre, se non c’era un maschio adulto. Poi c’erano i bambini maschi. Le figlie aspettavano di sposarsi e fare figli. Il cristianesimo capovolse queste gerarchie e le rivoltò da dentro a fuori. Per Gesù l’ordine era: bambini, madri, padri. Nella storia di Natale il massimo rispetto va al bambino, poi Maria, poi Giuseppe. Gesù dichiarava la sua figliolanza divina: lui ed il Padre erano uno. La Chiesa dichiara se stessa come il corpo e la sposa di Cristo. Noi siamo fratelli e sorelle, servi in obbedienza al “Figlio”. La sua vita era tanto sottosopra quanto un Messia che si fa servo e “Figlio”. Culturalmente è sbagliato. Divinamente è giusto. Per la salvezza è solo quel Gesù. Sottosopra. Rivoltati da dentro a fuori. Gli ultimi per primi. Debole è forte. Questa era l’identità e il messaggio di Gesù, il suo scandalo anche davanti alla croce. Dio è esaltato nella sua opera dalla debolezza umana. E davvero, Gesù era più esaltato nel momento in cui metteva il mondo sottosopra. Sulla croce la sua potenza fu massima. Quando il potere e l’orgoglio inchiodarono Gesù alla croce, forzandolo in un’innaturale posizione eretta, Gesù capovolse l’universo intero. Nella debolezza egli trovò potenza. Nella frammentazione egli trovò integrità. Nella morte egli trovò vita eterna col Padre. Lo stesso vale per noi. Nella debolezza noi troviamo potenza. Nello spezzare la vita troviamo integrità. Nella morte troviamo vita eterna. Gesù fu inviato a noi per vivere un’esistenza sottosopra. C’è un programma TV per bambini chiamato “lo spettacolo sotto sopra”. La vera star dello show è un aggeggio chiamato “Telecomando”, che quando lo punti verso qualcosa la mette sottosopra o fa vedere ai bambini quello che stanno guardando da una diversa prospettiva. Gesù ha dato ai suoi discepoli un Vangelo che è come “il Telecomando”. Qualsiasi cosa guardiamo, guardiamola da capovolti come potrebbe apparire agli occhi di Dio per mezzo del suo amore per noi.

Gesù ci ha insegnato una “Inversion Theraphy” che capovolge il modo umano di vedere il mondo. I primi sono gli ultimi e gli ultimi i primi davanti a Dio. Gesù si proclama Messia, l’unto mandato a proclamare l’anno accettevole del Signore. E da scandalo. La potenza di Dio è visibile di più però nella debolezza degli strumenti che usa. Rivolta la tua vita sottosopra. Dà attenzione alle cose che sono essenziali alla tua felicità durevole. Dai importanza alla cose eterne. Rivaluta gli affetti familiari. Investi energie nella tua Chiesa. Gira le cose sottosopra. Prima le cose che il mondo mette per ultime e vedrai la tua vita da un’altra prospettiva. Quella di Dio in Cristo Gesù che compie la sua promessa di salvarci. Amen.

 

Appunti per la predicazione del past. Antonio Di Passa

Redatto da Antonio Di Passa – antonio.dipassa@gr-ref.ch